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Tag: educazione finanziaria Pagina 3 di 4

Il Punto

Al suo addio da ministro, Wolfgang Schäuble lascia in eredità all’eurozona lo stop all’assicurazione comune dei depositi. Al suo posto un meccanismo di prestiti ai sistemi nazionali di assicurazione che ne abbiano bisogno. Forse, dal 2022. Un bel dietrofront rispetto alle proposte della Commissione di due anni fa.
Introdotto per fare cassa (poca) nel 2011, il superticket potrebbe essere soppresso nella prossima legge di bilancio. Oggi ha vari difetti. Disincentiva l’uso del Ssn. Se applicato, la sua entità è diversa tra regioni. Ed è percepito come una tassa, e non come una partecipazione alla spesa sanitaria.
Campagna elettorale infarcita di inesattezze e bufale quella per i referendum di Lombardia e Veneto per una “maggiore autonomia”. I residui fiscali, argomento centrale della propaganda, sono in realtà ben difficili da stimare e non cambiano con più competenze trasferite dallo stato all’ente locale, come chiedono i promotori. Urne in vista anche per 15 referendum in cui si chiede ai cittadini di 43 comuni se approvano la fusione con altri (uno o più). Salvo un caso, si tratta di aggregazioni di piccola-media dimensione, peraltro incoraggiate con incentivi significativi. Se in alcuni casi precedenti la popolazione ha risposto “no” è perché mancano progetti chiari sul che fare una volta uniti. I comuni che hanno sperimentato il metodo dei fabbisogni nelle assunzioni di personale possono essere un buon esempio per il resto della Pa dove si annuncia a breve un vero e proprio esodo per anzianità. Un’occasione per un riequilibrio tra gli uffici sottodimensionati e quelli pieni di nullafacenti. Il governo saprà coglierla?
La scarsa diffusione della cultura finanziaria pesa sul portafoglio delle persone ma ha anche forti ripercussioni nella sfera sociale del paese. Chi ne ha qualche nozione capisce meglio i problemi economici generali e valuta con più attenzione e pragmatismo i costi e i benefici delle riforme.

L’educazione finanziaria? Serve per le riforme. E per crescere

La mancanza di basilari nozioni finanziarie non ha riflessi solo sulle scelte individuali, ha importanti ripercussioni anche nella sfera sociale di un paese. Una maggiore consapevolezza economica diventa così indispensabile per crescere e innovare.

Il Punto

Dal Comitato esecutivo della Bce nessuna notizia su cosa sarà del Quantitative easing (Qe), la politica monetaria non convenzionale che ha salvato l’euro e fatto ritornare la crescita in Europa. Il programma continua. Fino a quando? Se ne discuterà in autunno. Ma quando inizia l’autunno a Francoforte?
Iva al 25 per cento: è questa l’aliquota ipotizzata sulla maggior parte delle compravendite nella proposta di flat tax di cui continuiamo a discutere. C’è il rischio che un’aliquota così alta faccia salire ancora la già elevata evasione dell’imposta. Entrate difficili da compensare con l’eventuale emersione di gettito Irpef. Intanto, uno degli autori della proposta flat tax la raffronta con altre idee di riforma del fisco emerse nel dibattito pubblico con una tabella che ne mette in evidenza impatto e risultati.
L’homo oeconomicus perfettamente razionale, si sa, esiste solo nei libri di testo. Errare è umano anche con i nostri risparmi. Per ridurre gli sbagli e le loro conseguenze va bene l’istruzione finanziaria, ma molto farebbero anche semplici “aiutini” da tener presenti quando facciamo le scelte di investimento.
Da Bolzano a Lampedusa, i contratti nazionali di lavoro fissano minimi salariali uguali per tutti. In realtà circa il 10 per cento dei lavoratori riceve un salario del 20 per cento inferiore rispetto a quello stabilito a livello generale. Che cosa si può fare per raggiungere un’effettiva omogeneità di trattamento?
Nei paesi anglosassoni le corti possono condannare il responsabile di un illecito civile – se c’è intenzione o grave negligenza – ai danni punitivi, cioè a pagare al danneggiato più del danno patito. Un istituto che potrebbe entrare nell’ordinamento italiano con una legge, dopo una recente sentenza della Cassazione.

Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale, con una parte riservata agli affezionati amici/donatori de lavoce, si terrà la mattina di lunedì 18 settembre a Milano presso l’Università Cattolica. Parleremo di Brexit e banche italiane. A breve, su questo sito, il programma dell’incontro. Intanto SAVE THE DATE, vi aspettiamo!

Le scelte finanziarie migliorano con una spinta gentile

Non basta l’educazione finanziaria per garantire buone scelte di investimento. Perché poi bisogna ricordarsi di avere informazioni e conoscenze per le decisioni corrette. È qui che entra in gioco quella “spinta gentile” che in Italia potrebbe essere utile.

Il Punto

Mentre rimane incerto chi pagherà il conto di almeno un miliardo delle banche venete in dissesto, Matteo Renzi ha minimizzato l’entità dei guai di Banca Etruria. In una nuova puntata del fact-checking de lavoce.info abbiamo provato a verificare: i conti non tornano. Sempre a proposito di istituti di credito, la Ue ha limitato i bonus dei banchieri. Limiti che non valgono per gli asset manager che, nel gestire il risparmio dei loro clienti, godono di premi anche superiori al 450 per cento della retribuzione fissa. Un incentivo ad assumere rischi, coi soldi degli altri.
Una pioggia di denaro sta per beneficiare 180 dipartimenti di eccellenza degli atenei italiani, selezionati su un totale di 807 e da una short list di 352. Probabilmente alle università del Sud, nonostante i progressi in corso, arriverà poco. Serve un meccanismo che consenta a chi è indietro di recuperare terreno.
La versione della web tax approvata dalla Camera disegna una voluntary disclosure per le grandi multinazionali (internet e non) che fanno reddito in Italia. Chi paga l’imposta gode di uno sconticino sulle sanzioni amministrative e vede cancellate quelle penali. Chi non sta al gioco, però, la fa franca.
L’allungamento della vita lavorativa è stato uno sgambetto all’occupazione giovanile nell’Italia che non cresce. I dati su 102 province indicano che, con l’innalzamento dell’età minima pensionabile da 52 a oltre 65 anni, negli ultimi 10 anni sono saliti gli occupati senior e si è ridotto il numero dei giovani occupati.
Secondo un libro appena uscito, c’è un grave punto debole nella costruzione europea messa in crisi dall’affermazione del sovranismo. È il fatto di non avere (ancora) realizzato una comunità sufficientemente omogenea di questa federazione tra stati con storie, lingue e tradizioni diverse.
L’alfabetizzazione finanziaria non fa bene soltanto ai risparmi e alle pensioni dei singoli cittadini. Nei paesi dove è più diffusa i conti pubblici sono gestiti meglio mentre, dove le competenze economiche sono inferiori, si registrano maggiori deficit di bilancio.

15 anni de lavoce.info: feste-convegni 5 giugno a Milano e 6 giugno a Roma
Nel 2017, lavoce.info compie 15 anni. Festeggeremo il compleanno con i nostri affezionati lettori e sottoscrittori la mattina di lunedì 5 giugno a Milano e il pomeriggio di martedì 6 giugno a Roma. E, se potete, destinate e fate destinare il 5 per mille dell’Irpef a questo sito in quanto “associazione di promozione sociale”: Associazione La Voce, Via Bellezza 15 – 20136 Milano, codice fiscale 97320670157. Grazie!

Conti pubblici? Migliorano se c’è cultura finanziaria

Nei paesi avanzati le competenze economico-finanziarie dei cittadini non sono importanti solo per le scelte individuali, ma anche per quelle collettive. Perché per i politici è più difficile un uso strategico della politica fiscale. E l’Italia è un caso esemplare.

Non è mai troppo tardi. Neanche per l’educazione finanziaria

Perché serve una strategia nazionale

Il mio articolo “Educazione finanziaria: ci vuole una strategia nazionale” ha suscitato diversi commenti dei lettori.
Quando si discute di educazione finanziaria occorre sgombrare il campo da alcuni equivoci.
Primo: il fine ultimo non è fare degli italiani degli esperti di finanza bensì quello di dare loro i riferimenti essenziali per un corretto processo decisionale in ambito economico e finanziario. Non sarebbe male partire dall’alfabetizzazione finanziaria, per trasmettere alcune nozioni semplici e di base (nell’ambito degli investimenti, ad esempio, i concetti di relazione rischio-rendimento e di diversificazione). Non è necessario essere un meccanico o un ingegnere per guidare una macchina, ma è fondamentale saper leggere i segnali stradali.
Secondo: l’educazione finanziaria è complementare, mai sostitutiva, rispetto agli altri strumenti di tutela dell’investitore, ossia regole di trasparenza e di correttezza. E per continuare con le metafore: quando si decide di acquistare un’abitazione, pur non essendo un avvocato, torna indubbiamente utile saper leggere e scrivere e sapere a chi rivolgersi in caso di controversie.
Terzo: la scuola deve poter giocare un ruolo fondamentale nell’alfabetizzazione economico-finanziaria dei giovani, ma cosa fare con gli adulti? Non è semplice rispondere a questa domanda. Si può tuttavia pensare di coinvolgere anche i media e di identificare moduli formativi mirati a soddisfare le esigenze conoscitive associate a momenti precisi e ben individuati, che possono spaziare dall’apertura di un conto corrente alla stipula di un mutuo ipotecario fino ad arrivare a più articolate scelte di investimento del risparmio disponibile.
La strategia nazionale di educazione finanziaria consentirà, auspicabilmente, di affrontare anche questi profili attraverso la definizione di programmi mirati per specifici segmenti della popolazione e il coinvolgimento dei soggetti che possono svolgere un ruolo attivo nel processo di alfabetizzazione degli italiani. “Non è mai troppo tardi”, come ci ricordava il maestro Manzi.

Banche di nebbia

Nei rapporti tra banche e clienti, il problema numero uno è l’informazione. Nel libro pubblicato da Università Bocconi Editore, Angelo Baglioni accende un faro sulle insidie nascoste nei prodotti finanziari e non solo. Ecco un estratto della introduzione.

Il Punto

I dati Ocse mostrano che l’economia italiana ha bisogno di tagliare le tasse sul lavoro. E infatti il governo sta studiando l’ipotesi di una sforbiciata al cuneo fiscale. Ma una riduzione delle aliquote Irpef accompagnata allo sfoltimento della giungla delle attuali agevolazioni sarebbe meglio capita dai contribuenti. Sullo sfondo, la minaccia dei dazi di Trump e i più recenti dati Istat sul lavoro. Scende la disoccupazione non per la crescita degli occupati ma perché aumentano le persone che hanno smesso di cercarlo.
Gli ulivi pugliesi, con i conflitti associati al loro “espianto”, fanno ombra alle questioni politico-strategiche sollevate dalla realizzazione del Tap, gasdotto tra Azerbaijan e Italia. Che non sarà la soluzione alla nostra eccessiva dipendenza energetica dalla Russia ma è comunque un’infrastruttura utile. Da mettere dove stabilito, sulla base di controlli e verifiche di ogni genere. Ma a poco serve l’analisi di impatto delle opere infrastrutturali di fronte a contestazioni di principio.
Talvolta si dice che anche i ricchi piangono. In Italia non è vero per tutti. Tra le categorie in cima alla piramide professionale, i dirigenti ammettono di essersela cavata bene durante la crisi degli ultimi anni. Mentre il malessere sociale di imprenditori e professionisti è pari a quello di operai e autonomi. Nello stesso periodo è anche cambiato lentamente il modo di impiegare la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane. Più risparmio gestito (34 per cento del totale) – cioè fondi comuni e strumenti assicurativi e pensionistici – e meno “fai da te”, mentre i depositi bancari e postali restano alti, al 32 per cento del totale. Dati che confermano l’allarme sull’analfabetismo finanziario lanciato qualche giorno fa dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Ma le iniziative istituzionali per uscirne sembrano episodiche e insufficienti. Ci vorrebbe una grande campagna nazionale. Qualcosa tipo il “Non è mai troppo tardi” del maestro Manzi negli anni del boom.

Educazione finanziaria: ci vuole una strategia nazionale*

Da anni si ripete che gli italiani sanno poco di finanza, con gravi conseguenze per i loro portafogli. Ora, l’avvio di una strategia nazionale per l’educazione finanziaria può essere un’occasione unica per colmare il divario con i paesi più virtuosi.

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