Le vendite di veicoli elettrici crescono in tutto il mondo, anche in Europa non si registrano crolli drammatici. Rimandare l’entrata in vigore delle norme europee finirebbe per ridurre ancora di più la competitività dell’automotive europeo.
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In estate c’è stato un crollo delle vendite di auto elettriche in Europa. Così i costruttori rivedono le strategie decise sulla base delle stringenti normative Ue. Una soluzione per rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione è agire sui carburanti.
Una forte politica industriale verde europea può portare grandi benefici dal punto di vista economico, climatico e di sicurezza internazionale. Richiede però un sostegno finanziario che solo una politica economica e finanziaria integrata può garantire.
Se la nuova Commissione abbandonerà il Green Deal saranno traditi gli obiettivi ambientali. Ma sarà un danno anche per la parte più innovativa dell’industria dell’auto, già avviata verso l’abbandono dei carburanti fossili. Perché l’Italia ha un ruolo.
Numeri alla mano: quanti sono ancora i sussidi alle fonti fossili? E quali sono i paesi che sono più responsabili delle emissioni di gas serra? È necessario partire da dati concreti per poter contrastare con efficacia il cambiamento climatico.
A partire dal 2035, in Europa saranno vendute solo auto e veicoli commerciali con zero emissioni. Ma al di là delle polemiche suscitate dalla decisione, resta il problema del parco auto già circolante. E dunque della decarbonizzazione dei carburanti.
Il bilancio della Cop27 è magro: ben pochi i progressi su questioni cruciali. Fa eccezione l’accordo sul fondo “loss & damage”. Ma l’iniziativa non sembra in grado di dare un contributo concreto alla soluzione del problema dei cambiamenti climatici.
Quanto contribuiscono i Pnrr nazionali al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione? Poco, anche in Italia e Spagna dove le risorse destinate alla questione sono più cospicue. Ma nel lungo periodo un effetto positivo potrebbe esserci comunque.