I mercati dei capitali europei funzionano male. Ma finora non si è fatto molto per eliminare le barriere che impediscono una loro reale integrazione. Eppure si tratta di una pre-condizione per un maggiore coordinamento delle politiche fiscali e per la stabilità dell’Eurozona. Obiettivi della Cmu.
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La crisi iniziata nel 2008 rimette in discussione molte idee consolidate in economia. Compresa l’indipendenza delle banche centrali. Ma l’apparente impotenza delle banche centrali di fronte alla stagnazione è anche il frutto della mancanza di determinazione dei governi. Un invito alla prudenza.
Le nuove misure annunciate dalla Bce saranno efficaci? No perché non affrontano il vero problema, la stagnazione dell’Eurozona. E insistere sul raggiungimento dell’obiettivo di inflazione appare oramai come un limite troppo stringente dell’architettura della politica monetaria della Banca centrale.
La crisi del debito insegna che è più facile realizzare le riforme strutturali quando la permanenza nell’Eurozona è messa in discussione. Ed è la disponibilità a farle che il governo greco deve dimostrare, mentre torna a chiedere con forza la riduzione del debito dopo la vittoria del “no”.
L’austerità ha fallito, lo dice anche l’Fmi. E la dimostrazione è la Grecia. Ma se si arrivasse al default, i paesi europei sarebbero direttamente coinvolti. La scelta è ora fra piccoli sacrifici distribuiti fra tutti gli europei o un prezzo molto alto per il popolo greco oggi e per noi domani.
I greci hanno detto “no” al programma della Troika, ma in vista di un nuovo accordo che garantisca gli aiuti necessari al paese. L’intesa dovrebbe partire dai rimborsi a Fmi e Bce, con l’intervento dell’Esm. Impegni per un programma pluriennale di modernizzazione dell’economia.
Per affrontare la crisi greca si dovrebbe guardare a quanto accaduto in America Latina negli anni Ottanta. Lì la storia ci ha insegnato che la soluzione passa attraverso una riduzione del debito. Che alla fine potrebbe essere vantaggiosa anche per i creditori. Decennio perduto per tutta l’Eurozona?
La decisione del governo greco di indire un referendum sul piano di salvataggio è stata avventata e forse irresponsabile. Tuttavia, apre una questione di legittimità politica della governance economica europea. E può essere l’occasione per far risorgere l’Europa. O per affondarla definitivamente.
Nonostante le speranze di molti, neanche il referendum metterà la parola fine alla crisi greca. E finché i problemi della Grecia restano irrisolti, non si può pensare di riformare l’architettura dell’Unione monetaria, come promesso nel Rapporto dei cinque presidenti. Tra realismo ed equilibrismo.
Gli squilibri della bilancia dei pagamenti dei diversi Stati dell’Eurozona sono quantificati attraverso i saldi del sistema europeo dei pagamenti. Fino al 2007, erano ovunque praticamente a zero. Con la crisi, sono nettamente peggiorati nei paesi periferici. La Grecia e la corsa agli sportelli.