Lo scarso interesse suscitato dalla pubblicazione dei dati annuali sulla povertà in Italia è eloquente. Evidenzia la necessità di una valutazione delle politiche di contrasto al fenomeno. E rimarca l’esigenza di modificare le risposte nel dopo-pandemia.
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Dietro i tassi di disoccupazione ai minimi nonostante la crisi si celano in realtà l’aumento degli inattivi e il boom della cassa integrazione. Anche in assenza di una nuova ondata pandemica, la sfida sarà evitare in autunno un’impennata dei licenziamenti.
Trasporto locale e a lunga percorrenza devono affrontare sfide diverse nel dopo-lockdown. Per il primo, fortemente sussidiato, il problema è soprattutto organizzativo. Nel lungo raggio si prefigura l’uscita dal mercato di molte aziende.
Gli italiani mostrano una maggiore attitudine a riprendere le consuetudini pre-pandemia rispetto a qualche settimane fa. Aumenta però anche lo scetticismo sul grado di preparazione del paese nell’affrontare il virus. I risultati di un nuovo sondaggio.
Mentre si riaprono le saracinesche delle attività, dati rilevati durante il lockdown suggeriscono come evitare un nuovo picco epidemico. Con comportamenti super-prudenti. In confinamento il traffico su rete fissa e mobile è cresciuto nell’ordine dell’80-90 per cento. Fra chi ne ha tratto più profitto, i servizi di streaming video (Netflix e altri). Mentre la Tv tradizionale perde colpi e sente la frana dei ricavi pubblicitari.
Dallo European Recovery Fund, se finanziato con imposte proprie della Ue, può nascere un’effettiva capacità fiscale comunitaria. Ma allo stesso tempo si deve disinnescare la sentenza-bomba della Corte costituzionale tedesca che punta a demolire due pilastri dell’integrazione europea: moneta unica e primato del diritto comunitario.
Nelle scuole elementari si potrebbe allargare l’esperienza della didattica all’aperto. Già da giugno, insieme ai centri estivi. Nel sistema educativo non si deve lasciare nulla di intentato perché questi mesi fuori dalle aule hanno alzato molto il pericolo di abbandono scolastico. Intanto, i test Pisa ci dicono che i giovani – come mediamente gli italiani di ogni età – hanno un’educazione finanziaria molto scadente.
Sta diffondendosi il virus della disoccupazione. Vediamo come efficaci strategie di difesa non siano tanto diverse da quelle utilizzate contro il Covid-19. Insieme, le due minacce – economica e sanitaria – creano un cocktail pericoloso per la stabilità mentale dei cittadini. Come mostra una ricerca di questi giorni.
Continuano le puntate de lavoce in capitolo, il podcast de lavoce.info. Questa settimana: “50° Statuto dei Lavoratori – Serve ancora il sindacato?“, con Pietro Ichino.
Non basta riaprire le attività commerciali perché tutto torni come prima, contano molto anche i comportamenti dei consumatori. Nella “fase 2” sono pronti a riprendere le consuetudini pre-pandemia? I risultati di una indagine mostrano una diffusa prudenza.
I figli delle famiglie disagiate escono dal lungo lockdown della scuola e dalle lezioni online ancora più svantaggiati. Alla ripresa di settembre occorrerà mettere in atto una strategia di riequilibrio. Qualche suggerimento.
La maggior parte degli italiani ha finora rispettato le misure di autoisolamento. Ma uno studio suggerisce che sono cruciali le aspettative sulla loro durata. Un risultato da considerare anche in vista di una possibile nuova ondata di infezioni.
Un’indagine su studenti del Sud rivela che alle preoccupazioni per il coronavirus si affianca, soprattutto per chi proviene da un background più debole, il timore per le ricadute economiche. Per la politica è il momento di scelte difficili.