La Fed ha avviato la sperimentazione di un dollaro digitale. Perché proprio ora? Per contrastare l’attivismo della Cina. La moneta digitale potrebbe essere infatti il prossimo terreno di scontro fra superpotenze. E gli Stati Uniti vogliono essere pronti.
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Ingenti trasferimenti monetari agli stati ma meno spese per i beni pubblici europei: il compromesso raggiunto sui fondi NextGen rischia di segnare un passo indietro nell’integrazione? Dove non sembrano esserci stati passi in avanti è nel Patto per le migrazioni della Commissione europea, ancora legato a una visione dei migranti e dei rifugiati come costo e non come risorsa. Intanto, le decisioni della Federal Reserve rendono ormai inevitabile una svolta espansiva anche da parte della Banca centrale europea. Che potrebbe però richiedere una revisione dei trattati.
L’interconnessione tra Usa e Cina va ben oltre le semplici relazioni commerciali. Ma è difficile pensare a un futuro per il multilateralismo in questo periodo di guerra fredda.
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Sul piano economico, un’eventuale svolta espansiva della Bce, sulla scia delle decisioni della Fed, appare inevitabile. Sul piano giuridico, invece, ci sono forti dubbi sulla fattibilità dell’inversione di rotta. È necessaria una revisione dei Trattati.
Cambiamenti strutturali dell’economia hanno spinto la Fed ad adottare una nuova strategia di politica monetaria, per non consolidare aspettative di inflazione al ribasso. Le altre banche centrali la seguiranno in questo percorso (ancora) più espansivo?
Annunciando di aver riesaminato la propria strategia di politica monetaria, la Federal Reserve ha di fatto allungato ulteriormente l’orizzonte della politica degli acquisti e dei bassi tassi d’interesse. Come leggere le parole del presidente Jerome Powell.
Terminata l’emergenza, il deficit dovrebbe trasformarsi in surplus e il debito accumulato dovrebbe rientrare rapidamente. Ma non sempre accade. Servono una politica monetaria coraggiosa, piani di rientro credibili ma soprattutto una spesa che stimoli la crescita.
Gli effetti del coronavirus sull’economia mondiale saranno seri. A uno shock dal lato dell’offerta si può aggiungere una crisi della domanda dovuta all’incertezza. Il problema delle banche centrali è evitare il congelamento del mercato del credito.
Alla guida della Fed negli anni Ottanta, Paul Volcker ha sconfitto l’inflazione. Il suo pensiero e azione erano infatti retti dalla ricerca del bene comune. Proprio quei valori che oggi la politica, non solo americana, mette sempre più in discussione.
Nelle elezioni del Regno Unito Boris Johnson ha stravinto e presto i britannici lasceranno la Ue. Con conseguenze negative per tutti, prima di tutto per loro. L’Unione Europea deve voltare pagina per rilanciarsi. È ciò che sta già cercando di fare la presidente della Commissione von der Leyen con il Green New Deal che vuole rendere l’Europa il primo continente “climate neutral” entro 30 anni. Ma per attuare la sua rivoluzione su clima, ambiente ed energia dovrà superare i veti dei paesi sovranisti. Alla conferenza Onu sul clima che si sta concludendo a Madrid, si è parlato anche di migrazioni forzate per cause ambientali. Oltre 17 milioni di persone si spostano, per lo più all’interno dello stesso paese per varie cause, dalla desertificazione ai piani di risanamento urbano. Un fenomeno da capire bene per limitarne i danni.
Presidente della Fed sotto Carter e Reagan, Paul Volcker – scomparso in questi giorni – è il banchiere centrale della vittoria sull’inflazione negli anni ’80. Nemico della finanza che prendendosi troppi rischi senza pagarne il prezzo ha causato la crisi del 2008, predicava la divisione tra la banca tradizionale e il trading.
Non saranno i monopattini elettrici a salvare l’aria che respiriamo in città, ma potranno dare un aiuto all’ingorgo del traffico e dei parcheggi urbani e alla mobilità su brevi percorsi. Nella finanziaria si comincia a dare una prima regolamentazione (poi toccherà ai comuni). Però, chissà perché, decisamente restrittiva.
Ma davvero noi italiani abbiamo l’evasione fiscale nel Dna mentre altri europei sono naturalmente virtuosi? Una ricerca basata sul confronto con i danesi dice di no. Anche questi ultimi, se hanno la possibilità, non pagano le tasse e noi le pagheremmo se fossimo sottoposti alle stesse condizioni dei danesi.
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Il nuovo podcast lavoce in capitolo. Parliamo di “Migliorare la scuola italiana”, con Daniele Checchi.
La Fed è intervenuta per calmare le tensioni sul mercato dei repurchase agreement. Non è un nuovo 2008. Ma se la soluzione tampone non sarà resa strutturale, il collo di bottiglia di fine anno potrebbe richiedere nuovi interventi, per importi più alti.