L’adozione di innovazioni tecnologiche da parte delle imprese riduce l’insicurezza sul lavoro percepita dai lavoratori, perché è colta come un segnale di salute dell’azienda. Nell’effetto rassicurante, la formazione professionale ha un ruolo cruciale.
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L’Italia si è impegnata, nell’ambito del Pnrr, ad adeguare le misure per l’occupazione agli standard europei e a renderle uniformi sul territorio. Le prime scadenze sono alle porte. Ma le amministrazioni non sembrano percepire l’urgenza del cambiamento.
Perché l’apprendistato di primo livello non si diffonde in Italia come in Germania? Neanche gli incentivi economici sono bastati. I problemi sono infatti legati alla sua organizzazione complessiva e alla sua collocazione nel sistema d’istruzione italiano.
L’Employment Outlook 2020 dell’Ocse esamina la riduzione degli occupati in professioni che richiedono competenze di medio livello negli ultimi 25 anni. Un fenomeno che si può combattere con la formazione professionale.
Il presidente uscente della Bce Mario Draghi garantisce tassi invariati o più bassi fino a metà 2020 e allude a un nuovo Qe senza fare date. L’annuncio non basta ai mercati e lo spread, dopo un calo iniziale, torna sopra 200. L’Eurozona è salva, ma se l’inflazione è ancora lontana dal 2 per cento vuol dire che la crisi non è finita.
Le insufficienze di apprendimento emerse dai dati Invalsi portano in evidenza il problema del reclutamento degli insegnanti. Mancano quelli con i requisiti giusti per entrare in ruolo e così a settembre arriverà il solito esercito di 200 mila supplenti. Poi il ministro Bussetti regolarizzerà migliaia di precari. E addio qualità. La carenza di competenze è un guaio anche tra gli adulti italiani tra i quali solo uno su cinque ha seguito attività di formazione. Ci sarebbero i fondi interprofessionali. Che potrebbero essere gestiti meglio.
Sono una giungla le regole di indennizzo in caso di cessazione anticipata di concessioni autostradali e aeroportuali. È necessario un criterio univoco che eviti ingiustificati arricchimenti sia del concessionario sia del concedente. E bisogna resistere alla tentazione giustizialista dell’indennizzo zero in caso di decadenza.
Finora minori delle attese le adesioni a quota 100. Forse gli interessati hanno confrontato l’importo del trattamento a regime con quello previsto dall’anticipo di pensione. Eppure tra i nati nel 1957 e prima c’è convenienza ad aderire. E potrebbe pesare sui conti pubblici.
Convegno annuale de lavoce.info il 16 settembre a Milano. Save the date!
“Abolire davvero la povertà” è il titolo del convegno annuale de lavoce.info che si svolgerà nel pomeriggio di lunedì 16 settembre all’Università Bocconi di Milano con speaker di eccezione. Sarà un’occasione per vederci di persona, dopo tante interazioni digitali! Presto comunicheremo il programma. La prima parte dell’incontro è riservata ai nostri collaboratori e sostenitori più affezionati (quelli che ci hanno finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni). Chi vuole è ancora in tempo per fare una donazione.
Servono le politiche attive del lavoro? Nel breve periodo i tirocini in azienda sono più utili della formazione professionale in aula. Proprio perché la lentezza della transizione scuola-lavoro deriva dalla mancanza di competenze lavorative dei giovani.
Sono in molti a chiedere a scuola e università percorsi di studio più professionalizzanti. Ma il progressivo accorciamento del ciclo di vita di tecnologie e conoscenza rende presto obsolete competenze così costruite. Gli interessi di aziende e lavoratori e la soluzione della formazione continua.