Il tema dei trasporti in Italia è sempre molto caldo. Infatti, la rete di trasporti italiana, tra ferrovie, strade, autostrade e porti, spesso è sotto i riflettori a causa di scioperi, scarsa manutenzione, costi elevati e disuguaglianze territoriali. In questa serie di grafici abbiamo cercato di mettere in luce le principali criticità e peculiarità del sistema infrastrutturale nazionale, evidenziando sfide e opportunità per migliorare la mobilità nel nostro paese.
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La stragrande maggioranza dei treni è già in ritardo alla partenza. I costi economici sono altissimi e non riguardano solo i rimborsi dovuti ai passeggeri. È una questione che influisce sulle scelte quotidiane, la gestione del tempo e la qualità della vita.
La cabina di regia sulla siccità , che ha coinvolto sette ministeri, è stata molto utile per gestire l’emergenza del 2022, definendo una strategia condivisa. Ma per decidere sulle questioni più spinose c’è bisogno di un soggetto tecnico e di uno politico.
La costruzione dei trafori ferroviari di base in Svizzera è pressoché unanimemente giudicata un successo. A conti fatti però la realtà risulta meno rosea e i benefici inferiori ai costi sostenuti per le infrastrutture. Pochi miglioramenti anche per l’aria.
Nonostante la completa liberalizzazione del mercato, anche in Italia il trasporto merci su ferrovia è in declino. Per ridare slancio al settore, più dei costosi investimenti europei in infrastrutture, può essere utile il ripristino di un incentivo.
Le infrastrutture, in particolare i trasporti, svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo socioeconomico e nella competitività dei territori.
Il rapporto annuale della Camera dei deputati sulle infrastrutture strategiche e prioritarie ha analizzato l’evoluzione delle infrastrutture strategiche e prioritarie in Italia, evidenziandone le criticità , i miglioramenti in corso e i nuovi progetti che partiranno. Al 31 agosto 2023, le disponibilità finanziarie destinate al miglioramento e alla realizzazione di infrastrutture risultavano pari al 70 per cento dei costi previsti. La maggior parte delle risorse stanziate apparteneva ai fondi del Piano nazionale ripresa resilienza (Pnrr). Oltre a una relativa scarsità delle risorse, il sistema infrastrutturale italiano si confronta con altre problematiche tra cui il persistente divario tra Nord e Sud nello stato di avanzamento delle opere e l’alto numero di procedimenti iniziati e rimasti incompiuti. Emergono però segnali di miglioramento rispetto al 2022 su entrambi i fronti. Non solo: la legge di bilancio per il 2024 ha destinato ulteriori risorse al settore delle infrastrutture, riservate in primis all’avvio dei lavori di costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina.
La decisione politica di costruire il Ponte sullo Stretto ha preceduto la valutazione sulla sua convenienza o meno. I numeri dicono che si tratta di un’opera con benefici prevalentemente locali, inferiori ai costi che ricadono sui contribuenti italiani.
Tre anni fa l’analisi costi-benefici di alcune grandi opere aprì un’ampia discussione pubblica. Adesso il ministero ne ha pubblicate altre, su nuove infrastrutture. Gli elementi critici non mancano. Finora però non hanno suscitato l’interesse di nessuno.
Per ridare centralità al trasporto ferroviario regionale, va abbandonata l’idea dell’estrema capillarità . Bisogna invece migliorare l’organizzazione del servizio. Treni più veloci e più pieni significano costi di produzione più bassi e ricavi più alti.