L’Italia è cresciuta ben poco negli ultimi venti anni. Tra le tante cause, è rimasta in secondo piano la questione di come gli imprenditori italiani selezionano e gestiscono le risorse umane. La meritocrazia latita, nel settore pubblico e in quello privato. Inutile intervenire solo sulla scuola.
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Gli italiani sanno poco di economia e finanza. Lo dimostrano studi e indagini. E se non si organizzano corsi curriculari di educazione finanziaria nelle scuole, l’ignoranza continuerà a regnare, privando i cittadini di conoscenze fondamentali. Perché investire nell’insegnamento della matematica.
Laurearsi conviene: trovare un lavoro è più semplice e gli stipendi dei laureati sono più alti di quelli dei diplomati. Ma anche il corso di laurea è importante e in pochi optano per indirizzi scientifici. Scelte più consapevoli migliorando le competenze degli studenti. Effetti sulla diseguaglianza.
Il livello di istruzione degli immigrati gioca un ruolo cruciale per la loro integrazione perché influenza probabilità di occupazione e redditi. Il divario tra gli studenti italiani e stranieri è spesso dovuto alle diverse condizioni socio-economiche. La risposta delle politiche di lungo periodo.
In matematica i ragazzi dell’Asia Orientale ottengono risultati nettamente migliori rispetto ai coetanei di varie parti del mondo. È un successo esportabile in altri paesi? Introdurre in un contesto diverso metodi validi altrove è sempre difficile. Ma ciò non vuol dire che non si debba provare.
Sulla “Buona scuola” sono ancora tante le questioni da risolvere. Troppo presto per fare un bilancio, ma c’è il rischio che le scuole si trovino intrappolate in un processo molto complesso. E che le procedure sottraggano risorse all’obiettivo di innalzare la qualità dell’apprendimento degli studenti.
Le immatricolazioni negli atenei italiani sono in calo. Non è una buona notizia per un paese che ha già un basso numero di laureati. Il fenomeno ha varie cause e non è uniforme in tutte le zone del paese. Ma ha riflessi rilevanti sul bacino di domanda delle università. E sul loro finanziamento.
Permangono nel nostro sistema di istruzione marcate differenze sociali. Mentre restiamo indietro rispetto ai paesi più avanzati in termini di competenze e studi completati. Sono necessarie azioni più forti e continue. E un nuovo patto sociale che ridia dignità e valore alla scuola.
Dopo il primato economico, i paesi Ocse iniziano a perdere anche quello formativo. Le economie emergenti li stanno sorpassando per numero di giovani laureati. E se continua così, da bacino di lavoro non specializzato a basso costo potrebbero presto diventare attori chiave in settori strategici.
I test Invalsi mostrano che la legge Gelmini ha avuto effetti negativi sugli apprendimenti dei bambini della primaria. Ma l’assunzione di nuovi docenti senza alcun controllo sulla loro qualità, come prevede la “buona scuola” del Governo Renzi, riuscirà a migliorare il sistema scolastico italiano?