Un paese fermo, che non cresce, incerto, pieno di disuguaglianze e con più immigrati irregolari da gestire. È questa l’Italia che Conte, capo del governo gialloverde, ha consegnato a Conte, capo del governo giallorosso. Ecco numeri e indicatori dei 15 mesi vissuti con Lega-M5s a dirigere lo stato.
Torniamo sulla massiccia immissione di liquidità fatta dalla Federal Reserve nei giorni scorsi per spiegare cosa sono i repo, “repurchase agreement”, perché il loro mercato è entrato in tensione al punto da determinare l’intervento della Fed e quali problemi potrebbe causare questa mossa a fine anno.
Ci sarà presto il taglio del numero dei parlamentari. Ma senza la nuova legge elettorale. Quasi tutti la vogliono proporzionale e basta. Ci vorrebbe una riforma che, nel metodo e nel merito, restituisse legittimità al sistema democratico fermando l’antipolitica degli ultimi anni.
Tra i paesi Ocse, il nostro si conferma ultimo nel livello di istruzione dei cittadini. Due le anomalie tutte italiane: primo, anche negli investimenti nell’università siamo fanalino di coda (0,9 per cento del Pil, in calo dal 2010); secondo, mancano, dopo la maturità, i titoli biennali mentre i laureati magistrali sono addirittura più dei triennali. Anche gli asili nido sono in una situazione vergognosa: troppo pochi (solo per un bambino su quattro) e molti di questi sono privati, a prezzi salati. Così tante donne con figli rinunciano a lavorare e quelle con un’occupazione rinunciano a far figli. Da qui viene la bassa natalità, ai minimi europei e in continua discesa. Soprattutto nel Mezzogiorno, dove più mancano le scuole per l’infanzia, si potrebbero sperimentare asili nel bosco. Con strutture minime e costi molto bassi, sono diffusi nel Nord Europa ma l’Italia ha già all’attivo un centinaio di esperienze. Positive.
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L’Italia è uno i paesi più attenti all’educazione pre-scolastica. Ma già a 15 anni gli apprendimenti sono sistematicamente inferiori alla media Ocse. Nell’università investiamo poco e pochi sono i laureati. Manca del tutto l’istruzione degli adulti.
Migliorare la qualità del sistema dell’istruzione è cruciale per lo sviluppo del paese. Il futuro governo dovrebbe partire da quattro punti: selezione e formazione dei docenti, progressione di carriera, tempo prolungato e lauree a indirizzo professionale.
La promessa di tante nuove assunzioni e la necessità di chiamare moltissimi supplenti: il prossimo anno scolastico si apre con un paradosso. Perché i due serbatoi di reclutamento degli insegnanti si sono esauriti. La soluzione passa per tre condizioni.
L’istruzione è la voce più rilevante nel processo di federalismo differenziato. Toglierla dalla trattativa ridimensionerebbe il nodo delle risorse finanziarie e consentirebbe di discutere delle opportunità offerte dalla devoluzione di altre materie.
L’accordo politico tra sindacati e ministero tocca temi importanti per la scuola: lavoro, retribuzioni e autonomia regionale. Ma lo fa in modo molto generico e senza considerare la qualità dell’insegnamento. E per i precari si prepara una nuova sanatoria.
L’Europa matrigna è l’istituzione al mondo che prende più sul serio la lotta contro i cambiamenti climatici. È anche riuscita a “disaccoppiare” crescita ed emissioni di CO2. Sono battaglie cruciali per le generazioni future che devono essere rappresentate dai prossimi parlamentari Ue. I quali, insieme alla nuova Commissione, dovranno occuparsi di un altro dei problemi centrali per il futuro dell’Unione: la gestione dei flussi di stranieri in arrivo. È il tema che negli ultimi cinque anni ha più diviso l’Europa, mentre si diffonde una preoccupante xenofobia. Vediamo un bilancio con i numeri, i successi e i fallimenti su questo fronte. E guardiamo a cosa può succedere in Turchia, paese che gioca un ruolo controverso nell’arginare i passaggi dei profughi. Il premier Erdogan ha perso le elezioni municipali. Anche perché il suo rilancio economico – mentre schiacciava l’opposizione – si è dimostrato non sostenibile. Ora i nodi vengono al pettine.
Circa 7 milioni di donne in Italia hanno subìto atti violenti da uomini nella loro vita. E in troppi casi queste azioni preludono al femminicidio. Il disegno di legge Codice rosso dei ministri Bonafede e Bongiorno cerca di creare una rete di protezione e inasprisce le pene.
La burocrazia è croce di cittadini e imprese e delizia dei politici che – fingendo di alleggerirla – la ingigantiscono sempre più. Un esempio recente è a Milano: la certificazione di idoneità statica degli edifici (Cis) può costare fino a 30 mila euro per immobile e non si capisce bene a cosa serva.
A mezzo secolo dal ’68, si fanno ancora i bilanci della contestazione di allora. Un libro recente si chiede se la liberalizzazione degli accessi universitari da ogni scuola, i piani di studio individuali e, nelle medie superiori, l’introduzione di nuovi organi collegiali abbiano prodotto esiti positivi.
Compiti a casa sì o no? Secondo gli studi e le indagini internazionali hanno vantaggi e svantaggi. Ma le soluzioni alternative ci sono e spetta ai responsabili delle politiche educative decidere. Certo non è un tema da affrontare con una circolare.
In Italia l’istruzione paga anche se meno che altrove. Il rendimento però non tende ad aumentare al crescere del livello di istruzione. Indicando che il mercato del lavoro italiano è incapace di premiare i livelli più elevati di qualificazione.