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Sull’evasione Iva l’Italia mantiene il suo triste primato

Il rapporto della Commissione europea sul Vat gap permette di fare un confronto sul grado di evasione dell’imposta nei diversi stati. L’Italia non incassa circa un quarto dell’Iva dovuta. I miglioramenti ancora troppo deboli, per cause ben note.

Il Punto

Il Fondo monetario internazionale rivede al ribasso le stime di crescita dell’economia mondiale. Ecco perché è più che mai necessario accelerare sulle misure di rilancio dei consumi. Un’opportunità nel breve periodo potrebbe venire dal taglio delle aliquote Iva, che non penalizzerebbe troppo le casse dello stato. A patto che sia temporaneo. La Germania ha già scelto di farlo: una misura efficace che agisce direttamente sulle aspettative dei consumatori. E che andrebbe bene anche per l’Italia. Sul fronte europeo, intanto, qualcosa si muove con le Tltro di terza generazione: la Bce finanzierà le banche a tassi negativi, per sostenere i prestiti alle imprese. Non senza rischi.
Torna attuale la discussione sulla banda ultralarga: con la rivoluzione copernicana del 5G, diventa auspicabile lo scorporo della rete Tim. Ma resta il problema della proprietà.
Alcuni spunti interessanti ma anche molte proposte che in passato non hanno funzionato: sul turismo il piano Colao non convince. Urge spingere sulle reti d’impresa.

Continuano le puntate del podcast del Festivaleconomia, realizzato da lavoce.info in collaborazione con l’Università di Trento. Parola chiave della settimana: Salute, con Gilberto Turati. Da lunedì Catene globali del valore, con Chiara Tomasi.

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Dall’Iva una spinta ai consumi per far partire la ripresa

La Germania ha scelto un taglio temporaneo dell’Iva per stimolare la domanda aggregata. È una misura efficace e non convenzionale perché agisce direttamente sulle aspettative dei consumatori, senza il tramite di banche e imprese. È adatta anche all’Italia.

Taglio dell’Iva, gli errori da evitare

Un intervento temporaneo sulle aliquote Iva potrebbe contribuire a sostenere i consumi nel breve periodo, senza penalizzare troppo le casse dello stato. Non va però trasformato in una misura permanente. Ed è meglio evitare annunci a cui non seguono fatti.

Crolla il consumo di carburanti e le casse dello stato piangono

Il blocco delle attività causato dal Covid-19 ha fermato quasi del tutto il trasporto di persone e merci. Per lo stato significa perdere buona parte dei circa 25 miliardi di entrate da accise sui carburanti. E c’è poi da aggiungere la perdita sull’Iva.

Regolarizzare il lavoro nero fa bene al fisco*

La regolarizzazione dei lavoratori stranieri può contribuire ad aumentare le entrate tributarie, Iva compresa. Ma i benefici maggiori si avrebbero se il provvedimento riguardasse tutti i settori e comprendesse anche gli italiani che lavorano in nero.

Cosa si rischia con “più Iva e meno Irpef”

Si torna a parlare di una revisione complessiva del sistema fiscale che modifichi il ruolo di imposte dirette e indirette. Ma sembra difficile arrivare a un diverso mix fiscale, che permetta di sostenere la crescita senza penalizzare troppo l’equità.

Il Punto

Il Parlamento vuole per le imprese obblighi più stretti di comunicazione sui divari di genere nelle retribuzioni. Molti però i dettagli da mettere a punto su dimensione minima delle aziende, informazioni richieste, pubblicità dei dati, sanzioni per inadempienze. Per evitare di produrre nuove norme dai buoni propositi, ma inefficaci.
Nella storia infinita del confronto su una “improrogabile” riforma del sistema fiscale, torna fuori con il consenso del Fmi il “più Iva, meno Irpef”. La Banca d’Italia ha pragmaticamente formulato tre ipotesi. Con controindicazioni. La prima delle quali è che l’Iva è già al 22 per cento. Iniquità anche in campo previdenziale: 25 anni dopo l’introduzione del sistema contributivo, la gradualità di attuazione della riforma ha consentito di guadagnarci a chi si è pensionato nel frattempo. Specie se (relativamente) più giovane, donna, con un reddito basso, con pensione di anzianità anziché di vecchiaia.
Sabato 8 febbraio gli irlandesi votano per una nuova Camera dei rappresentanti che a sua volta eleggerà una parte del Senato, che ha poteri consultivi. Una architettura bicamerale da cui possono arrivare suggerimenti per le nostre riforme.
In Italia l’economia batte la fiacca da lungo tempo perché non cresce la produttività del lavoro, che dipende soprattutto dalla capacità innovativa delle imprese e dal sostegno pubblico a quelle più dinamiche. Un e-book cerca di spiegare il ristagno del paese. Sullo sfondo, il divario tra le due Italie, del Nord e del Sud con le diverse letture che ne vengono date. Il vantaggio del minor costo della vita al Sud è almeno in parte controbilanciato dalla cattiva qualità dei servizi e dalla scarsa partecipazione femminile al mercato del lavoro.

Il Punto

Con il crollo delle borse cinesi di Shanghai e Shenzhen l’epidemia di coronavirus è arrivata sui mercati asiatici e – per ora un po’ meno – sul resto del mondo. Gli effetti sull’economia saranno peggiori di quelli causati dalla Sars, perché la Cina è oggi otto volte più grande che nel 2003. Sempre di Pechino si parla quando si discute della tecnologia 5G – una rivoluzione che espande le funzioni di interconnessione tra infrastrutture e servizi. Con tanti problemi aperti, prima di tutto quello strategico sulla proprietà dei dati accumulati e sulle loro modalità di utilizzo.
Molti credono che con il calcolo contributivo si possa andare in pensione anche prima del previsto con un sacrificio dell’assegno mensile a zero costi per lo stato. Non è così: i conti basati sulla vita residua attesa da pensionato sono sempre in ritardo rispetto all’effettiva aspettativa di vita, in continua crescita.
I politici fanno a gara a tutelare i risparmiatori nei crac bancari. Mentre nessuno si cura dei piccoli azionisti di Atlantia, controllata dai Benetton, né delle esigenze di chi (tutti noi) ha interesse a un buon funzionamento della società Autostrade di cui Atlantia è proprietaria.
Di norma la migrazione lacera tante famiglie che – se si ritrovano – lo fanno solo dopo un po’ di tempo. La ricongiunzione – con i problemi che si porta dietro, per esempio l’inserimento scolastico dei figli – è un passaggio delicato che va aiutato. Senza dimenticarci che, anche se la loro ricchezza media è un quinto di quella delle famiglie italiane, gli immigrati investono qui, comprando casa, facendosi il mutuo, finanziando le loro aziende, a volte acquistando titoli a rischio. Rimanendo esposti a una elevata fragilità finanziaria.

Pagheremo più o meno tasse nel 2020?

Il peso delle imposte sul Pil rimane all’incirca lo stesso del 2019, molto meno quindi di quanto avremmo pagato senza la manovra. Ma sarà diversa la composizione del prelievo. Con effetti su famiglie e imprese che si potranno valutare solo col testo definitivo.

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