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Quando il lavoro non ferma la povertà

Il governo sembra avere una lettura semplicistica del problema povertà. Il lavoro è senza dubbio la via d’uscita principale, ma i dati ci dicono che per un numero significativo di famiglie aumentare il numero di occupati potrebbe non essere così facile.

Dove va l’occupazione*

La ripresa dell’occupazione avviata nel 2014 si è fermata a maggio 2018. Cala ancora il lavoro autonomo. Mentre fra i dipendenti si registra un buon andamento delle trasformazioni da tempo determinato a indeterminato. Ma il “decreto dignità” non c’entra.

Con i migranti la Germania ci dà una lezione

L’Italia non firmerà il Global migration compact dell’Onu. È l’ultimo esempio di una politica migratoria che porta il nostro paese a subire il fenomeno e non a gestirlo. Ben diverse le scelte della Germania, dove la priorità è l’integrazione lavorativa.

Questione meridionale, problema di tutta l’Italia

La scarsa produttività del lavoro nel Sud è dovuta anche a problemi strutturali. La strategia più efficace è dunque una politica di investimenti per migliorare capitale umano, efficienza della burocrazia e trasporti, oltre al rispetto delle regole.

La “causale” che protegge il lavoro… degli avvocati

Affidare al giudice il controllo sul “giustificato motivo” di assunzione a termine o di licenziamento equivale a burocratizzare le scelte imprenditoriali e ad aumentare l’incertezza. Più trasparente il “filtro automatico” basato sul costo di separazione.

Tre questioni intorno al decreto dignità*

Quanti lavoratori saranno interessati dalle novità previste per il tempo determinato nel decreto dignità? E con quali effetti possibili? E va anche compreso come la nuova normativa si inserisce nella storia lunga della regolazione del mercato del lavoro.

Lavoro, una “dignità” contraddittoria

Il decreto legge per ridurre la quota dei contratti a termine contiene norme che sembrano destinate solo ad aumentare il contenzioso giudiziale. E il forte incremento degli indennizzi per i licenziamenti potrebbe produrre effetti opposti a quelli voluti.

Centri per l’impiego: il primo problema è la governance

L’esperienza di altri paesi dimostra che per il successo delle politiche attive per il lavoro le risorse finanziarie da sole non bastano. È invece cruciale il “governo” dei Cpi. In Italia potrebbe essere un organismo nazionale controllato dalle regioni.

Per la sicurezza conviene garantire un lavoro ai migranti

La politica del governo sugli immigrati sembra orientata a colpire i bersagli deboli. Ma al di là degli slogan, un rapporto positivo tra immigrazione e sicurezza si costruisce solo promuovendo il lavoro dei migranti nell’economia legale del nostro paese.

L’intelligenza artificiale si sviluppa nel contesto adatto

Gli effetti del progresso tecnologico sul mercato del lavoro e sull’economia di un paese dipendono anche dalla capacità di reazione delle istituzioni. E in Italia c’è molto da cambiare per favorire una più ampia diffusione dell’intelligenza artificiale.

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