I dati sul lavoro autonomo segnalano un declino quasi ventennale. Ma negli ultimi tempi il calo sembra riguardare solo gli autonomi senza dipendenti. Questo suggerisce che sia in atto una “maturazione” del fenomeno del lavoro autonomo e una convergenza verso la media europea.
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La proposta del Governo belga di consentire la ripartizione dell’orario normale in quattro giorni è solo una parte di un pacchetto di misure che riguarderanno anche le nuove forme di organizzazione, nelle quali il tempo di lavoro non ha più rilievo.
Con informazioni statistiche su quasi tutto il sistema occupazionale italiano, l’Osservatorio Inps “Lavoratori dipendenti e indipendenti” consente di valutarne l’andamento per il periodo 2014-2020. Ne emerge un quadro di sostanziale stabilità.
La proposta di direttiva europea sul salario minimo adeguato riconosce il ruolo cruciale della contrattazione collettiva. Sotto questo profilo l’Italia è in regola. Ma restano aperte alcune questioni rilevanti, che richiedono un riordino della normativa.
La decisione di JustEat di inquadrare i propri ciclofattorini come dipendenti implica la sperimentazione di un nuovo modello di organizzazione del rapporto di lavoro. Ma servirà comunque una deroga rispetto alla disciplina generale del lavoro subordinato.
L’eccezionalità della situazione determinata dal lockdown rendeva probabili gravi perdite di reddito per autonomi e altre tipologie di lavoratori. Che però avrebbero avuto difficoltà a dimostrarle. Ecco perché il bonus da 600 euro non prevedeva condizioni.
In Italia la percentuale di lavoratori autonomi è sempre stata al di sopra della media europea. Ma negli ultimi anni il loro numero è sceso significativamente, in particolare in alcune categorie. Un fenomeno che ha riflessi economici, sociali e urbanistici.
La norma che la Camera si accinge a varare va molto al di là dell’introduzione delle protezioni essenziali per i ciclofattorini. Sostanzialmente si spinge a cancellare quasi del tutto i contratti di lavoro autonomo continuativo.
Ad agosto la disoccupazione è scesa all’11,2 per cento e l’occupazione è cresciuta, trainata da donne e giovani. Di nuovo ad aumentare sono i contratti precari, mentre l’indeterminato registra un lieve calo. Ambiguo rimane poi il ruolo giocato dal lavoro autonomo.
Il Jobs act ha abrogato la disciplina delle collaborazioni coordinate e continuative introdotta dalla riforma Fornero. Con un risultato paradossale: si riapre la strada alle forme di falso lavoro autonomo che la norma del 2012 aveva contrastato. La questione del salario minimo stabilito per legge.