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Il Punto

I grandi paesi Ue sembrano decisi a infliggere una web tax alle società di internet accusate di sfuggire i loro oneri fiscali. Quando però si passa ai dettagli tecnico-giuridici si scopre che due delle ipotesi in discussione sono molto deboli e solo una è più realistica. Meglio sarebbe che l’Ocse facesse sentire la sua voce.
Con le partecipazioni in Tim e Mediaset, Bolloré vuole fare della sua Vivendi la maggiore conglomerata dei media del Sud Europa. Lo rivelano le operazioni fatte attraverso Canal plus, apparentemente in competizione con Mediaset. Ma se questa non sarà della partita, il gruppo transalpino rischia solo di aumentare le sue già ingenti perdite.
Tra i servizi pubblici locali, la gestione dei rifiuti urbani è l’unica rimasta orfana di un regolatore nazionale. La legge Madia conferisce questa funzione all’Autorità per l’energia. Ma si rischia di non attuarla entro fine legislatura. Così il settore rimarrebbe esposto alle incursioni della politica, agli abusi delle imprese, all’inefficienza.
In un concentrato di burocrazia, l’ordinanza del commissario per la ricostruzione post-terremoto, Vasco Errani, mira a regolare il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte per tornare alla vita normale. Richiedendo istanze in forma scritta, in tempi perentori, inviate in via telematica anche da borghi sperduti dell’Appennino.
Nel confronto sul sistema di voto le liste elettorali sembrano essere elementi essenziali. In realtà possono anche non esistere senza pregiudicare la piena democrazia. Se però si sceglie di utilizzarle, non è ammissibile farlo per limitare la scelta dei cittadini. Come con le liste bloccate. Che la Corte costituzionale ora ammette.

Quando si fa politica con la cronaca nera

I telegiornali Mediaset danno più spazio dei telegiornali Rai alle notizie di cronaca nera. Lo fanno soprattutto quando è il centrosinistra a governare. E nel 2009 una vera e propria campagna di informazione ha aperto la strada al pacchetto sicurezza.

La lunga estate calda dei giganti della rete

Finora è stato tutto molto semplice: tanto più si diffonde internet, tanto più i colossi della rete si rafforzano e gli affari aumentano per tutti. Ora, però, il paradigma inizia a cambiare e tra le grandi società la competizione diventa diretta.

Calcio in tv: perché tutti vogliono la Champions

Sky e Mediaset hanno presentato offerte importanti per ottenere i diritti della Champions League. Perché il calcio continua a essere uno dei contenuti che differenziano una emittente dai suoi concorrenti. E perché l’Uefa applica la vendita per prodotto.

Se Bolloré vuole pigliar tutto

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L’infografica mette in evidenza le partecipazioni di Vivendi in Mediaset e in Tim. Il gruppo di Bolloré ha rastrellato il 28,8 per cento nel capitale della società del Biscione (29,9 per cento dei diritti di voto per effetto delle azioni proprie della società) ed è dunque a un passo dalla soglia dell’Opa obbligatoria. Ma non si arriverà a questa operazione se l’Agcom – autorità per le telecomunicazioni – la riterrà giuridicamente impraticabile. Già ora, infatti, Vivendi sembra occupare una posizione dominante nel mercato delle telecomunicazioni e dei media in Italia secondo le regole del Sic, il Sistema integrato delle comunicazioni creato dalla legge Gasparri. L’Agcom ha tempo fino al 21 aprile per ufficializzare queste conclusioni e indicare le strade percorribili per sciogliere il nodo tra queste società se arriverà alla conclusione che non è ammesso dalla legge.

Mediaset-Vivendi: quando il gioco si fa duro

Prima un accordo per lo scambio di azioni, poi la rottura, oggi la scalata di Vivendi al capitale di Mediaset. I passaggi di questa travagliata vicenda alla luce delle trasformazioni in corso nel mercato della televisione. Con nuovi modelli di business, nuove tecnologie e nuovi protagonisti.

Vivendi-Mediaset alla sfida della convergenza

L’accordo Vivendi-Mediaset conferma che i contenuti audiovisivi sono il fattore chiave per lo sviluppo delle reti a banda larga e ultra larga. Se la sfida si gioca sulla produzione dei contenuti e sulla loro distribuzione online, gli operatori europei studiano le strategie per rispondere a Netflix.

Il Punto

I dettagli del rapporto annuale sull’attività di supervisione della Bce mostrano che finora tale impegno si è concentrato sui rischi di credito alla clientela e molto meno su quelli associati al trading. Se davvero fosse così, la vigilanza unica finirebbe per favorire le banche tedesche e francesi rispetto a quelle italiane.
Il matrimonio Vivendi-Mediaset è un altro tassello dell’inarrestabile processo di consolidamento e convergenza in atto tra gruppi di tlc, internet company e operatori tv. Al centro, i contenuti audiovisivi per lo sviluppo delle reti a banda larga e ultra-larga. Parola d’ordine: tutti contro Netflix.
Mentre al Brennero e su altri confini si alzano vergognose barriere, la Ue con il Migration compact cerca di spostare fuori dalle proprie frontiere controlli e concessione dei permessi per i profughi. Puntando sugli aiuti allo sviluppo. Che rischiano di finanziare governi autoritari e non fermano i flussi migratori.
Si è stabilizzato il prezzo del petrolio. Da un alto, i consumi di greggio sono in ripresa duratura. Ma dall’altro l’abbondanza di scorte, il ritorno dell’Iran sul mercato e l’aumento della produzione russa rimandano la sua risalita almeno a inizio 2018.
A breve il Brasile deciderà sull’impeachment (messa in stato d’accusa) della presidente Dilma Rousseff. Il rischio concreto è che il paese cada dalla padella di una guida malferma nella brace della fine delle riforme sociali e dell’aggravarsi della peggiore recessione degli ultimi 25 anni.
Il voto nell’urna è segreto ma chi non va ai seggi lascia traccia della sua decisione. Il che lo espone a ritorsioni o discriminazioni. Per questo l’invito del premier all’astensione nel referendum no-triv è stato visto da molti come una scorrettezza. Meglio sarebbe abolire il quorum. E fare referendum utili.

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Cronache digitali: le torri di Rai way

Rai, Antitrust, Consob: tutti hanno dichiarato impraticabile l’Opas di Mediaset su Rai way. Perché allora imbarcarsi in un’operazione costosa e – a ben vedere – controproducente? Si può ancora pensare a una raffinata strategia da scacchista o è semplicemente un fiasco?

Il coraggio di perdere il controllo

Da RaiWay ad A2a qualcosa si muove nel panorama delle proprietà pubbliche nazionali e locali. Forse servirebbe un po’ di coraggio anche per Fs e Poste, senza illudersi sui tempi. E senza inventarsi riforme della governance delle imprese che consentono di mantenere il controllo anche vendendo.

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