L’accordo in seno all’Eurogruppo per 540 miliardi di euro non pare sufficiente a salvare l’Europa dalla grande crisi economica. È importante che la Bce intervenga ancora. Puntando su una monetizzazione del debito dei paesi europei, attraverso acquisti permanenti di titoli pubblici.
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Oggi parliamo di come gli italiani affrontano il coprifuoco e per quanto tempo ancora pensano che durerà.
E anche di quali scenari si prospettano per le banche dopo che la Bce ha chiesto loro di non distribuire dividendi per assicurare un maggiore flusso di credito.
Piace a molti europei (ma non a tutti) la proposta di coronabond per finanziare le spese aggiuntive da coronavirus. Potrebbero essere l’inizio di un’unione fiscale nella Ue senza creazione di nuovo debito dei singoli stati. Se no, ci sarà il Mes e l’intervento della Bei, con pro, contro e ostacoli di attuazione.
Buona parte del paese è passata allo smart working e ne scopre i vantaggi, da conservare anche in futuro. Il turismo ha immediatamente sentito il contraccolpo dell’epidemia. Cominciamo a contare i danni.
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Continuano le puntate de lavoce in capitolo, il podcast de lavoce.info. Ci potete ascoltare ogni mercoledì su tutte le app per i podcast e su questo sito. Questa settimana: “Coronavirus: l’Europa al bivio” con Angelo Baglioni.
Nel momento della scomparsa del padre di Massimo Bordignon, la redazione si stringe attorno all’amico e collega.
I coronabond andrebbero introdotti non perché la pandemia sia uno shock simmetrico, ma per creare una unione fiscale in Europa. Difficile però che si realizzino. E tra ricorso al Mes e nuovo debito italiano non è per niente ovvio che cosa sia preferibile.
In Europa si continua a rimpallare una decisione sulla risposta comune alla crisi creata dal coronavirus. Ma quali sono le diverse opzioni? Dai corona-bond al prestito del Mes fino a un intervento della Bei i vantaggi e svantaggi delle diverse soluzioni.
La Bce vara un piano straordinario da 750 miliardi. Funzionerà? Dipende dalla composizione degli acquisti di titoli di stato: dovrebbe andare incontro ai paesi con debiti più alti. Ma la vera svolta sarebbe svincolare il programma Omt dall’accesso al Mes.
La Commissione europea annuncia un primo piano per affrontare la crisi da coronavirus: è insufficiente. La mancanza di una capacità fiscale comune e di un coordinamento efficace della politica fiscale è il tallone d’Achille della Unione monetaria.
Inizio frizzante del 2020 sui mercati. Prima la paura, con petrolio e oro su e borse giù, ora – pare – di nuovo il sereno. Per vari motivi che oggi appaiono solidi, più di tutti la prospettiva della fine della guerra dei dazi Usa-Cina. Intanto da noi, c’è chi guarda indietro e parla di reintrodurre l’articolo 18. Del resto anche il 2019 si era chiuso con le polemiche sul Mes, Meccanismo europeo di stabilità, erroneamente individuato come simbolo di rinuncia alla nostra sovranità. Dimenticando che invece può servire a salvare gli stati dalle crisi.
Nuovo anno, vecchi divari strutturali. C’è una differenza di 24 punti (20 per gli uomini, 29 per le donne) tra l’occupazione nel Nord e nel Sud Italia. Più di tutti nella Ue. Con gap anche più grandi per precarietà, part-time involontario e qualificazione professionale.
Da dieci anni anni cala la spesa per università e ricerca e non si vede un’inversione di tendenza, tanto che il responsabile del Miur Fioramonti si è dimesso pochi giorni fa. In attesa di ciò che farà il nuovo ministro, si studiano i fattori che permettono ai sistemi universitari di ottenere i risultati migliori.
Sotto la lente della Corte di giustizia Ue Uber e Aibnb, due tra le piattaforme digitali più frequentate e più discusse, per i profili di concorrenza con taxi, hotel e intermediari immobiliari. La prima ne è uscita con le ossa rotte, la seconda invece ha spuntato una sentenza favorevole. Vale la pena capire perché.
Nel recente periodo festivo abbiamo continuato ad aggiornare il sito de lavoce.info con articoli su: fondi strutturali europei, scuola e lavoro, sistemi elettorali, energie alternative, violenza di genere.
Il podcast de lavoce.info
Hai ascoltato lavoce in capitolo, il podcast de lavoce.info? Qui puoi trovare la prima stagione, in cui abbiamo parlato di istituzioni politiche, quota 100, scuola, idee per la crescita, regole fiscali europee, tasse, euro e molti altri temi.
Il Meccanismo europeo di stabilità permette di erogare prestiti a paesi che non riescono a trovare fondi sul mercato. Rende dunque poco probabile il ripetersi della crisi dei debiti sovrani e delle banche che abbiamo vissuto nel 2010-2012.
La politica ha strumentalizzato la discussione sul Fondo salva-stati. Uno degli argomenti contro la riforma è che servirà a salvare le banche tedesche. È così? Qualche calcolo su quanto l’Italia ha contribuito agli aiuti finiti alle banche francesi e tedesche durante il salvataggio della Grecia.
Il Meccanismo europeo di stabilità viene descritto dalla Lega come uno strumento che ha sempre espropriato gli italiani a vantaggio delle banche tedesche e francesi. Per 60 miliardi, dice il deputato del Carroccio Claudio Borghi. Con un po’ di calcoli si vede invece che i miliardi sono meno di tre. Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le (erronee) dichiarazioni al riguardo di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.
È bassissimo – lo dicono i test Ocse-Pisa – l’apprendimento nelle scuole italiane, con enormi differenze tra Nord e Sud. Per rimediare si può ridefinire il sistema dell’obbligo, con cinque anni di elementari e cinque di medie. E poi un triennio di superiori focalizzato su percorsi specifici e con classi organizzate per materie. Per eliminare i divari tra indirizzi scolastici, territori e generi, c’è anche da imparare dalle politiche mirate fatte da altri (Estonia, Singapore, Germania) sulla qualità degli insegnanti.
Con l’acquisto di Gedi (Repubblica, Stampa e altri media) la famiglia Agnelli – attraverso Exor – torna a investire nel difficile settore dei giornali. Dov’era rimasta solo con il 43 per cento dell’Economist: quota di maggioranza ma non di controllo perché l’indipendenza del settimanale è tutelata rispetto agli azionisti. Chissà se Exor applicherà le stesse garanzie anche alle testate di Gedi.
Nei prossimi anni il mondo avrà bisogno di sempre più energia, +1 per cento l’anno. Rinnovabili e gas copriranno buona parte della nuova domanda. Ma non basterà: carbone e petrolio continueranno a crescere e inquinare. I paesi con piani ambientali dovranno rafforzarli. Nella speranza che gli Usa tornino sui loro passi. Le borse vanno avanti a scossoni a seconda degli annunci di Donald Trump su imminenti accordi o nuove guerre commerciali Usa-Cina. Certo i due decreti a favore del movimento democratico di Hong Kong complicano le relazioni bilaterali.
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Il nuovo podcast lavoce in capitolo. Parliamo di “Favorire l’immigrazione legale”, con Paolo Pinotti.