L’Europa matrigna è l’istituzione al mondo che prende più sul serio la lotta contro i cambiamenti climatici. È anche riuscita a “disaccoppiare” crescita ed emissioni di CO2. Sono battaglie cruciali per le generazioni future che devono essere rappresentate dai prossimi parlamentari Ue. I quali, insieme alla nuova Commissione, dovranno occuparsi di un altro dei problemi centrali per il futuro dell’Unione: la gestione dei flussi di stranieri in arrivo. È il tema che negli ultimi cinque anni ha più diviso l’Europa, mentre si diffonde una preoccupante xenofobia. Vediamo un bilancio con i numeri, i successi e i fallimenti su questo fronte. E guardiamo a cosa può succedere in Turchia, paese che gioca un ruolo controverso nell’arginare i passaggi dei profughi. Il premier Erdogan ha perso le elezioni municipali. Anche perché il suo rilancio economico – mentre schiacciava l’opposizione – si è dimostrato non sostenibile. Ora i nodi vengono al pettine.
Circa 7 milioni di donne in Italia hanno subìto atti violenti da uomini nella loro vita. E in troppi casi queste azioni preludono al femminicidio. Il disegno di legge Codice rosso dei ministri Bonafede e Bongiorno cerca di creare una rete di protezione e inasprisce le pene.
La burocrazia è croce di cittadini e imprese e delizia dei politici che – fingendo di alleggerirla – la ingigantiscono sempre più. Un esempio recente è a Milano: la certificazione di idoneità statica degli edifici (Cis) può costare fino a 30 mila euro per immobile e non si capisce bene a cosa serva.
A mezzo secolo dal ’68, si fanno ancora i bilanci della contestazione di allora. Un libro recente si chiede se la liberalizzazione degli accessi universitari da ogni scuola, i piani di studio individuali e, nelle medie superiori, l’introduzione di nuovi organi collegiali abbiano prodotto esiti positivi.
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Il regolamento edilizio del comune di Milano prevede che tutti gli edifici di oltre cinquant’anni debbano dotarsi di una certificazione di idoneità statica. Costerà ai cittadini milanesi centinaia di milioni. Ma la sua utilità è tutta da dimostrare.
Per rilanciare le magre prospettive di crescita 2019 dell’Italia (ribassate a 0,2 dalla Ue) il governo Lega-M5s propone le sue costose riforme. Del reddito di cittadinanza rimane incerta la platea dei beneficiari (6,5 milioni secondo Di Maio, 2,4 le stime Inps) e la loro composizione tra grandi o piccoli nuclei familiari. E mentre arrivano le domande di prepensionamento con ricco bonus – che genererà altro debito per più di 37 miliardi – meglio ricordarsi che “quota 100” non ha alcun fondamento logico. Distorce, insieme ad altri provvedimenti varati dal secondo governo Prodi in poi, il sistema contributivo e crea varie iniquità. Come quella degli assunti a gennaio del 1996 che potranno andare in pensione a 64 anni, mentre i coetanei assunti un mese prima aspetteranno altri tre anni.
Giuseppe Sala, sindaco di Milano, rivendica per la grande città metropolitana la libertà di aumentare di 50 centesimi il prezzo del biglietto dei mezzi pubblici senza la prevista “intesa” con la regione Lombardia. Come dire che, parlando di autonomie locali, la partita non è solo stato-regioni ma anche regione-comuni.
Dalla contesa sulla Tav Torino-Lione il metodo dell’analisi costi-benefici esce male, come se fosse una tecnica per validare scelte già fatte. Invece ha criteri ben definiti per l’analisi finanziaria dei flussi di cassa e per quella economica dei progetti visti con l’occhio della comunità di riferimento.
Quando si parla di immigrati irregolari si pensa sempre a come ridurne il numero. Dimenticando che i clandestini fanno comodo a qualcuno e sono impiegati soprattutto nell’economia sommersa. Un fisco che favorisca la riemersione delle attività economiche ne limiterebbe la presenza.
Arriva da lontano la crisi del Venezuela. Dalle politiche assistenziali grazie ai soldi del petrolio. Compromesse dal crollo del prezzo del greggio. Ecco fatti e numeri della storia.
I terreni dell’Expo di Milano dovevano essere venduti realizzando una ricca plusvalenza a beneficio dei contribuenti. Non se ne è fatto nulla e, dopo ipotesi varie e fantasiose, si è deciso per il progetto di un grande centro di ricerca scientifica per la salute. Ma ne vale la spesa?
Nel fascicolo del fabbricato sono riportati dati e informazioni principali su progettazione, struttura e diverse componenti di un immobile. Chi ha provato a introdurlo non ha avuto fortuna, ma ora ci prova Milano. E forse è il momento che il governo proponga uno schema valido per tutto il paese.
Le cosiddette innovazioni disruptive consentono di diminuire i costi di transazione, imponendo nuovi comportamenti agli attori del mercato e modifiche alla regolazione. Proibire lo sviluppo delle piattaforme di scambio è velleitario e provoca un danno certo per i consumatori. Il caso Uber.
Dopo un avvio stentato, il “car sharing” sembra ormai destinato a rapida diffusione. Tanto che a Roma, così come a Firenze e in altre città, hanno pensato di fotocopiare il bando di Milano. Ma, se boom dev’essere, è opportuno che sia accompagnato da una ben maggiore attenzione alle emissioni.
Per una Stanford europea
Di Giovanni Azzone e Andrea Sironi
il 04/06/2014
in Commenti e repliche
Milano ha le carte in regola per diventare il centro di una Silicon Valley europea? Servirebbe uno sforzo congiunto di atenei, istituzioni e società civile. L’opinione dei rettori del Politecnico e della Bocconi.
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