I Neet in Italia sono tanti e tra di loro ci sono soprattutto giovani disoccupati di lungo periodo e scoraggiati. Coinvolgere queste persone nelle politiche attive non è però facile. In Germania ci sono riusciti con un programma ben definito.
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L’Italia ha un tasso di abbandono scolastico più alto della media Ue. Tra i motivi, percorsi scolastici e professionali che, anche se terminati, garantiscono minori vantaggi sul lavoro rispetto al resto d’Europa.
La pandemia ha cambiato molte cose, in Italia e nel mondo. Nel nostro paese ha spazzato via il clima ostile che ostacolava lo sviluppo del lavoro agile. Ora si tratta di vedere se lo smart working si rivelerà un fenomeno passeggero o diventerà una forma stabile di organizzazione del lavoro. Per quanto riguarda la scuola, alle conseguenze negative messe in luce dai primi studi sugli apprendimenti e il benessere degli studenti fa da contraltare la nota positiva della crescita degli investimenti nella formazione degli insegnanti. Con le risorse del Pnrr, il governo interviene sulla questione Neet, attraverso un piano che sembra finalmente offrire soluzioni efficaci. Intanto, dobbiamo fare i conti con i rincari dei prezzi dell’energia in una crisi che appare diversa da quelle del passato per la molteplicità delle questioni e degli attori coinvolti. La bolletta energetica è uno dei fattori principali dell’aumento dell’inflazione: chi chiede ristori per famiglie e imprese dimentica però che anche questi interventi hanno costi, oggi o nel futuro. Il trasporto ferroviario regionale non deve puntare sull’estrema capillarità del servizio, ma su una sua migliore organizzazione in termini di tratte, frequenza e velocità.
Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”.
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Sono più di 3 milioni i Neet in Italia. Il governo ha ora adottato un Piano per ridurre il problema dell’inattività dei giovani. Stanzia fondi più generosi, punta sul capitale umano e definisce ruolo e competenze di chi dovrà fornire i servizi.
Garanzia giovani e reddito di cittadinanza stentano a essere efficaci nel migliorare le prospettive occupazionali dei giovani in Italia. La Francia ha scelto un modello diverso dal nostro. Può essere d’esempio per ridisegnare le due misure.
L’ipotesi di aiutare i giovani ad acquistare la prima casa è certamente lodevole. Ma forse non è una priorità in una economia dove la mobilità, professionale e familiare, è un valore. E dove gli intermediari finanziari offrono già soluzioni interessanti.
Quest’anno la festa dei lavoratori si festeggia con 900 mila occupati in meno in Italia rispetto all’inizio della pandemia. I problemi, però, non sono iniziati con il Covid e hanno radici più profonde. A partire dalle debolezze strutturali del mercato del lavoro.
Il Piano di ripresa e resilienza deve essere presentato alla Commissione europea entro aprile. Il governo Draghi dovrebbe rimettere mano a quanto previsto per le politiche giovanili nella bozza precedente. Perché il poco che c’è è mal distribuito.
Garanzia giovani non ha dato grandi risultati nel nostro paese. Perché alle politiche attive del lavoro, fondate su un investimento in capitale umano reale, si preferiscono quelle passive, che incoraggiano l’assunzione di forza lavoro a basso costo.
Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca alle affermazioni di Silvio Berlusconi su povertà, disoccupazione e Neet. Vuoi inviarci una segnalazione? Clicca qui.