Bassa natalità e scarsa partecipazione femminile al mercato del lavoro caratterizzano da anni il nostro paese, mentre in altre nazioni europee a un’alta fecondità corrisponde un’alta occupazione delle donne. Per l’Italia il problema è anche culturale.
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In Italia, la percentuale di manager e alte professionalità è più bassa rispetto ai grandi paesi europei, in particolare per le donne. Dipende dalla nostra particolare struttura produttiva, sbilanciata verso comparti che meno richiedono queste figure.
Con informazioni statistiche su quasi tutto il sistema occupazionale italiano, l’Osservatorio Inps “Lavoratori dipendenti e indipendenti” consente di valutarne l’andamento per il periodo 2014-2020. Ne emerge un quadro di sostanziale stabilità.
Nelle aziende in cui il manager è padre di una bambina, l’uguaglianza di genere migliora. Rispetto alle imprese in cui il manager ha un figlio maschio, aumentano le assunzioni di donne, così come i loro guadagni relativi.
Licenziato dal Consiglio dei ministri il disegno di legge per il Bilancio 2022-2024, il primo del governo Draghi. Ora comincia la lunga sessione parlamentare che porterà, entro la fine dell’anno, all’approvazione della legge. Che può ancora essere migliorata.
Le proposte della Gender Equality Strategy europea e del Pnrr italiano per promuovere la parità sono perlopiù positive. Ma occorre un salto culturale per comprendere che senza la partecipazione delle donne al mondo del lavoro la società non può crescere.
Per limitare il numero di incidenti sul lavoro non si può che partire dalla prevenzione e dal rafforzamento dell’attività ispettiva. A cinque anni dalla sua istituzione, occorre ripensare al ruolo dell’Ispettorato nazionale del lavoro. La crisi sanitaria ed economica ha aggravato la situazione dell’occupazione femminile. Più del tasso di disoccupazione, preoccupa il dato sull’inattività. Dove intervenire per invertire la tendenza. La liberalizzazione del mercato europeo del trasporto aereo ha favorito la crescita delle compagnie low cost ma anche alcuni operatori come Lufthansa si sono rafforzati. Al contrario di Alitalia, i cui costi sono fuori mercato.
Il trattamento fiscale riservato ad Amazon dal Lussemburgo non è considerabile aiuto di stato. È quanto ha stabilito il tribunale dell’Ue, in contrasto con la Commissione. Una sentenza non del tutto infondata. Intanto, la società di Jeff Bezos ha emesso bond per oltre 18 miliardi di dollari. E il differenziale con i titoli di stato americani è praticamente nullo. I bond aziendali saranno i nuovi beni rifugio?
Il progetto di una Superlega europea di calcio avrebbe violato il diritto della concorrenza dell’Ue. Ma rischia di farlo anche il nuovo formato della Champions League. Scenderà in campo la Commissione?
Prosegue la terza stagione de lavoce in capitolo, il podcast de lavoce.info. Ci potete ascoltare sul nostro sito o su tutte le app di podcast. Ogni venerdì un nuovo episodio. Nell’undicesimo, “La politica monetaria che verrà”, sono ospiti Angelo Baglioni e Tommaso Monacelli.
Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”.
“Il ritorno dello stato: imprese, comunità, istituzioni”. Sarà questo il tema del Festival dell’Economia 2021, in programma a Trento dal 3 al 6 giugno. Qui il programma. Cinque i Forum organizzati da lavoce.info: salute, welfare, stato imprenditore, mobilità sostenibile e infrastrutture digitali. E i nostri redattori dialogheranno con alcuni dei Ministri invitati.
Lo svantaggio lavorativo delle donne registrato in vari paesi durante la pandemia ha portato molti a parlare di “she-cession”: una recessione che, in campo lavorativo, ha colpito soprattutto le donne. Ma in Italia i numeri dicono qualcosa di diverso.
L’uguaglianza tra uomini e donne è stato un obiettivo fondamentale in Cina. Ma con la politica del figlio unico le donne sono state discriminate ancor prima di nascere. E la loro situazione continua a peggiorare. Con gravi conseguenze sociali ed economiche.
A giugno 2020 il Piano Colao inseriva “parità di genere e inclusione” fra i tre assi fondamentali per il rilancio del paese. Poco più di sei mesi dopo, la bozza del Pnrr ha già dimenticato quella lezione. E calano i fondi per superare la diseguaglianza.