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Quest’anno la festa dei lavoratori si festeggia con 900 mila occupati in meno in Italia rispetto all’inizio della pandemia. I problemi, però, non sono iniziati con il Covid e hanno radici più profonde. A partire dalle debolezze strutturali del mercato del lavoro.
Produttività, reddito e occupazione ristagnano in Italia da tempo. Per avvicinarci alle economie europee dovremmo realizzare riforme complessive e non limitarci a quella del fisco, che però è la meno costosa. Lo confermano i risultati di una simulazione.
La nuova classificazione di occupati e disoccupati adottata dall’Istat cambia almeno in parte i numeri sul mercato del lavoro durante la pandemia. L’indicatore più affidabile rimane comunque quello delle ore lavorate, che permette un’analisi più precisa.
I dati Istat sulla povertà assoluta indicano un netto peggioramento della situazione nel 2020. I più colpiti sono gli stessi che avevano subito le crisi precedenti: famiglie con figli, lavoratori, stranieri. Preoccupa l’aumento della povertà fra i giovani.
La crisi colpisce duramente il turismo, l’intrattenimento e lo sport. E il blocco dei licenziamenti non tutela chi ha un contratto a termine, più di un terzo dei lavoratori in questi comparti. Quali sono le loro prospettive di ricollocazione?
Attraverso la piattaforma Moo i navigator hanno effettuato una capillare ricognizione dei fabbisogni occupazionali in Italia, con numeri di gran lunga più bassi di quelli dell’indagine Excelsior. E la risposta non è solo investire nella riqualificazione.
Con la fusione di Fca e Psa, il baricentro dell’azienda torna in Europa. Ecco perché la nascita di Stellantis, attesa nei prossimi anni da scelte strategiche cruciali, non è una cattiva notizia per i marchi italiani. Tante le questioni sollevate dalla vicenda GameStop: i delicati rapporti tra social, finanza e diritto societario pongono problemi inediti, di fronte ai quali gli strumenti giuridici tradizionali non bastano più.
Due i miliardi assegnati dal Pnrr agli investimenti nella filiera dell’idrogeno “verde”. Una scelta netta, che esclude incentivi per altre varianti a basso impatto sulle quali l’Italia potrebbe invece puntare. Situazione critica anche in materia di acqua e rifiuti: nel primo caso le risorse stanziate per il servizio idrico sono insufficienti, nel secondo ci si limita a enunciare principi generali senza una strategia di lungo periodo. Un’altra lacuna del Piano riguarda il cammino verso la parità di genere: poco più di sei mesi fa il team di Colao l’aveva inserita tra i tre assi fondamentali per il rilancio del paese, ora i fondi latitano.
Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”.
Donne, giovani e lavoratori autonomi o con contratti a termine i più colpiti dalla recessione: il nostro slideshow sull’andamento dell’occupazione nel 2020.