I sondaggi sono uno strumento di marketing molto efficace per le aziende. Più difficili quelli sulle intenzioni di voto. Perché fotografano le opinioni degli elettori in un momento diverso da quello della consultazione. E in un quadro politico che muta rapidamente. Costi e qualità delle ricerche.
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Al di là dei problemi che rendono difficile la rilevazione, al sondaggista può capitare di cadere nella trappola dell’opinione dominante. Dubita così dei numeri che ha raccolto e, occhieggiando i risultati dei colleghi, attenua le tendenze che ne emergono. Che poi a urne aperte si rivelano corrette.
I sondaggi non hanno “previsto” il boom del M5S alle ultime elezioni perché era difficile inquadrarlo in uno scenario, proprio per i suoi elementi di peculiarità e novità. Ma probabilmente anche perché gli elettori dell’area di centrosinistra erano riluttanti a dichiarare l’intenzione di votarlo.
Non appaiono così sbagliate le previsioni dei sondaggi nelle ultime elezioni italiane se le si interpeta nella loro accezione corretta, ovvero indicare una tendenza degli elettori. Fin da metà gennaio molti elementi erano chiari, a cominciare dalla forte ascesa dell’M5S. Instant poll e cellulari.
Non fosse stato per pioggia e neve che imperversavano in buona parte d’Italia, il M5S avrebbe potuto raggiungere il 27,9 per cento dei voti nelle prime elezioni politiche svoltesi d’inverno. Ecco perché il movimento di Grillo è il più danneggiato dal maltempo, che invece ha avvantaggiato Pd e Pdl.
Con Monti abbiamo affrontato l’emergenza economica. Adesso dobbiamo affrontare quella politica. Dopotutto il declino dell’economia italiana è legato al fallimento di un’intera classe dirigente. E’ possibile cominciare a farlo anche con questo Parlamento.
Politica energetica e sostenibilità ambientale sono temi strategici per il futuro. Nei programmi elettorali si trovano tanti auspici, ma poche descrizioni della maniera in cui si vogliono perseguire gli obiettivi. Soprattutto mancano indicazioni sulla copertura finanziaria degli interventi.
Dalle piattaforme elettorali per le imprese, soprattutto quelle piccole e medie, si ricava l’impressione di impegni generici, a volte semplici slogan. Anche quando le proposte sono più puntuali, come quelle del Partito democratico, non è facile capirne le potenzialità e i tempi per l’attuazione.
La vicenda Monte dei Paschi non è dovuta a carenza di controlli, ma alla governance del nostro sistema bancario. È un caso di cattiva gestione, con precise responsabilità del management. Il nodo resta la struttura proprietaria del sistema bancario. Ma nei programmi elettorali non una parola per affrontarlo.
Come migliorare la qualità del processo legislativo e del sistema politico e informativo italiani? Si potrebbe partire dalla certificazione dei programmi elettorali dei partiti e dall’istituzione di un Consiglio di consiglieri economici del premier. Utile anche uno statistitco nelle redazioni.