Crescono le disparità socio-economiche relative alla speranza di vita. Ma anche la variabilità nelle età di morte non è uguale per tutti: scende di più per le classi più agiate e in particolare per gli uomini. Per il sistema previdenziale è una nuova sfida.
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Gli effetti negativi di Quota 100 si protraggono oltre i tre anni della sua esistenza. Occorre risolvere i problemi di equità creati dalla misura e introdurre nel mercato del lavoro una flessibilità in uscita sostenibile. Approfittando anche del Recovery Plan.
È ancora presto per valutare l’operato del governo su Autostrade. Di certo sul metodo ci sarebbe già da ridire. E non è detto che i risultati premino le scelte dell’esecutivo.
Se per ora la pandemia in Italia sembra sotto controllo, è il momento di fare un bilancio delle conseguenze del Covid sulle altre patologie gravi. E di pensare a nuove soluzioni. Soluzioni necessarie anche per rimediare alla perdita in termini di capitale umano: il gap di apprendimento causato dal lockdown avrà ricadute sulle prospettive future degli studenti.
La pandemia ha messo a nudo ritardi e lacune dell’assetto amministrativo italiano. Non ne è esente l’Inps, la cui governance ha bisogno di una riforma radicale. Necessita di correttivi invece il sistema contributivo: serve un calcolo più severo dei coefficienti e l’abbandono dell’indicizzazione ai prezzi.
La presenza dello stato nell’economia è una costante nella storia italiana. Ma dobbiamo far tesoro degli errori del passato, anteponendo la logica industriale agli interessi politici.
Gli squilibri commerciali figli della crescente disuguaglianza all’interno di alcuni paesi? È la tesi di un libro di Klein e Pettis: il rimedio non sta nei dazi ma nella redistribuzione.
È online anche l’ottava puntata del podcast del Festivaleconomia, realizzato da lavoce.info in collaborazione con l’Università di Trento. Parola chiave della settimana: Agenda 2030, con Louisa Parks.
“Un settore pubblico acceleratore di sviluppo”: lavoce.info ha lanciato un concorso di idee, aperto a tutti gli studenti universitari e di dottorato. Per presentare la propria proposta c’è tempo fino al 6 settembre e l’idea vincitrice sarà premiata nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento. Tutte le info sul sito.
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Le difficoltà incontrate nel passare dalla definizione delle misure di sostegno dell’economia durante la pandemia alla loro realizzazione sono figlie di un assetto amministrativo che non persegue il benessere collettivo. E l’Inps non fa eccezione.
La crisi non aiuta i montanti contributivi, già colpiti dalla precarietà del lavoro e dal declino demo‑economico. Vanno corretti gli errori del sistema contributivo, con un calcolo più severo dei coefficienti e l’abbandono dell’indicizzazione ai prezzi.
La crisi innescata dal Covid-19 mette in discussione il nostro sistema previdenziale? Buone pensioni dipendono dal buon funzionamento dell’economia e dell’occupazione. Al debito si può ricorrere nel breve periodo, ma poi va garantita la sostenibilità.
Mentre l’Italia si blinda in un crescendo di ansia mal controllata dal governo torniamo a discutere del prezzo giusto delle mascherine contro il coronavirus. C’è chi pensa che lo stato farebbe bene a tenere basso il costo di una protezione essenziale per operatori sanitari, infetti, immunodepressi. Come fosse un farmaco salvavita. Per arginare i grandi danni economici dell’epidemia si fa appello alla Ue perché autorizzi lo sforamento dei parametri fiscali. Rimane che l’Europa non ha quelle funzioni di coordinamento sanitario che sarebbero importanti in questo momento. Intanto vediamo, con grafici e tabelle, le misure anti-contagio adottate finora nei maggiori paesi del mondo.
Quest’anno per le donne un 8 marzo davvero poco festoso, ma almeno pieno di confronti su temi importanti. Uno troppo poco trattato è quello della previdenza delle lavoratrici. Spesso non consapevoli che le loro pensioni saranno inferiori a quelle degli uomini. A causa di salari più bassi, meno anni di lavoro, spesso part time o discontinuo. Fortuna che per le vedove (e per vedovi e orfani, in numero minore) ci sono le pensioni di reversibilità e le indirette. In Italia sono un pezzo rilevante della protezione sociale per 4,4 milioni di persone. In molti casi l’unico argine al rischio di povertà.
Per il lavoratore straniero qualificato, con la Brexit non cambia nulla mentre arrivano vacche magre per chi ha basse qualifiche. Questa è la politica industriale al tempo di Boris Johnson: le imprese che basano il loro business sui bassi salari o si riconvertono o chiudono. Intanto qui da noi negli ultimi dieci anni i lavoratori autonomi sono diminuiti dell’8,5 per cento e i dipendenti cresciuti del 4,4 per cento. Al contrario di chi parlava di declino delle relazioni di lavoro subordinato a favore degli “imprenditori di sé stessi”, professionisti qualificati o fattorini con partita Iva.
Le differenze di genere sul mercato del lavoro si riflettono anche sulle pensioni, che per le donne sono più basse. È l’effetto di carriere più brevi e stipendi inferiori a quelli degli uomini. Diventa perciò essenziale una corretta informazione.
La pensione ai superstiti punta a garantire il mantenimento del tenore di vita e tutelare contro il rischio di povertà vedovi o orfani. È vero che cresce la partecipazione al mercato del lavoro delle donne, ma resta uno strumento utile di protezione sociale.
La Busta arancione con le informazioni sulla pensione futura, promessa per settembre 2019, non è mai stata spedita. Sul sito dell’Inps funziona ancora la piattaforma di simulazione, ma c’è il rischio che finisca nel cimitero dei programmi informatici.