I risultati 2016 delle prove Invalsi nella scuola primaria e secondaria mostrano le solite differenze territoriali. Ma non alle elementari, dove i punteggi sono sostanzialmente omogenei. Dai dati sembra emergere una diversa modalità di aggregazione degli alunni per scuole e classi fra Nord e Sud.
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Un esame di maturità rinnovato e test Invalsi per gli studenti delle scuole superiori. Il ministero dell’Istruzione vuole rendere le valutazioni finali più omogenee in tutta Italia. Ecco cosa cambia.
Il governo ha stanziato fondi per consentire l’apertura straordinaria delle scuole che si trovano in contesti disagiati. Sembra una buona idea, anche alla luce di quanto indicano alcune ricerche sui risultati degli studenti con background svantaggiati. Restano da risolvere importanti questioni.
Le iscrizioni agli istituti professionali di enogastronomia e ospitalità alberghiera sono aumentate negli ultimi anni. In concomitanza con il successo del format MasterChef. Come la televisione influenza le scelte degli adolescenti e i percorsi scolastici che alternano formazione teorica e pratica.
In matematica i ragazzi dell’Asia Orientale ottengono risultati nettamente migliori rispetto ai coetanei di varie parti del mondo. È un successo esportabile in altri paesi? Introdurre in un contesto diverso metodi validi altrove è sempre difficile. Ma ciò non vuol dire che non si debba provare.
Per poter verificare meriti e demeriti dei vari sistemi di organizzazione didattica, classi di livello comprese, gli studenti dovrebbero essere assegnati in modo casuale all’uno o all’altro. Ma ciò significherebbe ignorare legittime preferenze individuali. Progetti pilota per superare le difficoltà.
Finiti gli esami di maturità, torna la querelle sui 100 “facili” al Sud. Ma davvero gli studenti delle regioni meridionali sono valutati con più generosità dai loro insegnanti? Le differenze esistono e confermano che solo un test standardizzato nazionale può evitare valutazioni troppo soggettive.
Le differenze di maturità fanno sì che i bambini più giovani nella propria fascia d’età partano svantaggiati, a scuola e nello sport. Se poi sono percepite come differenze di abilità, lo svantaggio si protrae. Lo confermano i dati sui calciatori di serie A. Riflettori sulle categorie giovanili.
Il Financial Times passa nelle mani del gruppo Nikkei, giapponese e globale. Ma l’operazione non è una minaccia alla libertà dell’informazione economica. La nuova proprietà non ha interesse a cambiare la gestione di un giornale che ha prestigio e macina utili. Anche perché con un Ft addomesticato verrebbero fuori nuovi e affamati cani da guardia dell’informazione.
La riforma della scuola approvata dal Parlamento prevede l’assunzione in ruolo di molti insegnanti precari. Quanti esattamente? Dal vortice di cifre si può stimare un totale – in tre fasi – di quasi 103 mila neo-docenti. Con un numero complessivo di aspiranti non lontano da 800mila persone, molte delle quali saranno forse precarie per sempre.
Nei lavori delle commissioni che da un anno stanno predisponendo la riforma del pubblico impiego, si è parlato di pesare il voto di laurea nei concorsi statali. L’emendamento è poi scomparso perché ne era uscita una proposta pasticciata. Sprecata l’occasione di aggiungere un elemento di ragionevole meritocrazia.
Tsipras ottiene il sì del Parlamento di Atene agli amari bocconi di tagli di bilancio e riforme a lungo osteggiate. Intanto sono alle porte le scadenze dei debiti di agosto (5 miliardi), mentre le prospettive dell’economia greca per il 2016 si fanno ancora più fosche. Urge un nuovo programma di aiuti.
Appena nate, le dieci città metropolitane (che hanno sostituito altrettante province) si trovano già a fare i conti con l’assenza di risorse, cioè con l’impossibilità di svolgere il ruolo loro assegnato per legge. Per reperire i fondi, c’è un’alternativa: nuove tasse locali, per esempio sui diritti d’imbarco aeroportuali e portuali.
Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici de lavoce avrà come titolo “La politica economica ai tempi della crisi”. Si terrà la mattina di mercoledì 30 settembre – con inizio alle ore 9 – all’Università Cattolica di Milano. SAVE THE DATE, dunque, vi aspettiamo!
Diversi studi indicano che le assenze degli insegnanti influiscono negativamente sui risultati ottenuti dagli studenti. E i dati mostrano che anche in Italia il fenomeno è rilevante, soprattutto in alcune aree. Nelle regioni dove i docenti chiedono più permessi, l’abbandono scolastico è più alto.