Stati Uniti ed Europa hanno visioni diverse su diritti e interessi legati a Internet: la protezione dei dati personali ne è un esempio eclatante. Il problema della sovranità digitale non può risolversi per via contrattuale: occorre riaprire il dialogo.
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Dal 26 aprile gli studenti tornano in classe ovunque, benché non al 100 per cento. È una buona notizia perché la chiusura delle scuole ha costi alti, in particolare per i più svantaggiati. Per garantire una riapertura in sicurezza però si è fatto poco.
Anche senza emanare una legge ad hoc, opportuna ma non indispensabile, possono essere i rapporti contrattuali a sostenere la diffusione della copertura vaccinale. Perché il contratto può prevedere questa misura di protezione, là dove essa sia praticabile.
Le restrizioni alla protezione dei richiedenti asilo, il rifiuto di lasciarli transitare, la rarefazione dei canali di regolarizzazione incancreniscono i problemi, non li risolvono. E le democrazie liberali rischiano di cadere in una spirale repressiva.
Nei comuni dove c’è una più alta presenza di immigrati i reati non aumentano, però cresce la spesa in sicurezza. Che viene finanziata con risorse tolte ad altre importanti funzioni di bilancio, come la cultura, il turismo e lo sviluppo locale.
Mentre il governo invia a Bruxelles una manovra dai contorni ancora imprecisi, è giusto chiedersi se il reddito di cittadinanza all’italiana sarà uno strumento contro la povertà o di politica per il lavoro. Il rischio è quello di usare tanti soldi pubblici per consolidare il consenso elettorale in vista del voto europeo. A proposito di povertà, a Lodi l’amministrazione leghista ha di fatto escluso dalle mense scolastiche i bambini stranieri. Sarebbe invece ora che tutti gli alunni avessero diritto, nel pacchetto istruzione, a un pranzo. Universale: tutti assieme, di qualità, gratuito. Come in tanti altri paesi, avanzati e non solo.
Chi vuole la (quasi) flat tax sui redditi personali sostiene che rilanci l’economia: meno tasse, maggiore capacità di spesa e, alla fine, recupero del gettito complessivo. Ma, conti alla mano, una ricerca dice che la riemersione della base imponibile non sarebbe sufficiente. Meglio mettere in conto altre coperture.
Domenica 21 la provincia Verbano-Cusio-Ossola vota per staccarsi dal Piemonte e annettersi alla Lombardia. È il primo referendum del genere. Nel caso – improbabile – di successo potrebbero diffondersi queste spinte federaliste. Di cui non è sempre facile vedere e misurare il tornaconto.
Il decreto Salvini su immigrazione e sicurezza ridimensiona il Sistema per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), che sarà limitato solo a chi ha già protezione internazionale o ai minori soli. Tra gli effetti della misura, meno occupazione e meno reddito per gli italiani nei comuni della rete Sprar.
Un aiuto a studenti e famiglie nella scelta della scuola superiore arriva dalle classifiche degli istituti. La cui predisposizione solleva delicate questioni interpretative. Se la mobilità studentesca è limitata, la qualità misurata degli istituti spesso riflette spesso disuguaglianze di contesto sociale che complicano i confronti.
La politica del governo sugli immigrati sembra orientata a colpire i bersagli deboli. Ma al di là degli slogan, un rapporto positivo tra immigrazione e sicurezza si costruisce solo promuovendo il lavoro dei migranti nell’economia legale del nostro paese.
L’Italia è il paese dove le donne corrono il minor rischio di essere uccise. Quando l’omicidio c’è, è molto spesso un familiare a commetterlo. Più in pericolo continuano a essere le straniere. E resta da capire perché il reato diminuisce meno che altrove.
Dal 2004 a oggi, la percentuale di stranieri sul totale dei denunciati nel complesso è rimasta stabile, ma è cresciuta molto per due reati: gli scippi e le rapine agli uffici postali. Il fenomeno riguarda in particolare le grandi città del Centro-Nord e alimenta le preoccupazioni dei cittadini.
Sicurezza non fa rima con riarmo
Di Raul Caruso
il 14/03/2017
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