Il numero di studenti con redditi particolarmente bassi che accedono alle agevolazioni economiche per lo studio universitario è soddisfacente. Ma resta alta la percentuale di chi non ne beneficia pur avendo i requisiti. I motivi e le possibili soluzioni.
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Il focus Anvur sull’equilibrio di genere nell’accademia italiana conferma alcuni cambiamenti positivi. Per migliorare ancora va però ampliata la riflessione, individuando le dinamiche che impediscono di raggiungere la parità, sempre a partire dai dati.
La capacità di un ateneo di richiamare studenti da altre regioni dipende dalla qualità dell’istruzione che fornisce. Ma non solo: dipende anche da altri fattori, come le opportunità di lavoro post-laurea e le condizioni economiche delle famiglie.
Nell’ultimo decennio gli iscritti all’università sono aumentati di più del 10 per cento. La crescita è da imputare in primo luogo agli atenei telematici. Le università tradizionali del Sud, invece, perdono studenti a vantaggio di quelle del Nord.
Le università telematiche potrebbero diventare un supporto nello sforzo di alzare la bassa percentuale di laureati in Italia. Oltre a monitorare la qualità della didattica, vanno sperimentate le nuove opportunità offerte dalla digitalizzazione.
L’Italia è uno dei paesi Ocse che investe meno in istruzione terziaria. Nel 2010 il sistema di finanziamento è stato riformato, introducendo criteri oggettivi nell’assegnazione dei fondi alle università. Da allora i divari regionali si sono acuiti.
Gli studenti fuori sede hanno difficoltà a trovare alloggi a condizioni accessibili, come mostrano le recenti proteste degli universitari di varie città. Per risolvere il problema sono necessarie iniziative mirate, ma anche politiche di più ampio respiro.
Per migliorare la difficile situazione delle residenze universitarie il Pnrr prevede un consistente aumento dei posti letti con finanziamenti per 960 milioni complessivi. Anche a causa di scelte discutibili, sarà difficile raggiungere l’obiettivo.
Ancora oggi, ben poche ragazze scelgono le materie scientifiche all’università. Un programma per le ultime classi delle superiori punta a promuovere l’interesse per l’informatica. E i risultati dicono che molti stereotipi si possono superare.
“Dipartimenti di eccellenza” premia la ricerca già realizzata e i progetti di sviluppo. Rispetto alla prima edizione, c’è un forte rinnovamento tra i dipartimenti ammessi alla selezione e tra i vincitori. Oltre a un leggero riequilibrio territoriale.