MARTEDì 10 GIUGNO 2025

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Nove grafici sui dazi statunitensi

Il 2 aprile, Donald Trump ha annunciato l’introduzione di nuovi dazi commerciali, con l’obiettivo – a suo dire – di contrastare il protezionismo di altri paesi e rafforzare la posizione degli Stati Uniti nel commercio globale. Questi dazi, variabili in base al livello di barriere commerciali esistenti secondo il presidente americano, colpiranno principalmente Cina, Unione Europea e altre economie chiave: mentre la Cina dovrà affrontare un nuovo dazio del 34 per cento, da sommarsi a quelli già esistenti, per l’Ue esso ammonterà al 20 per cento.

Sebbene queste misure possano portare a un aumento delle entrate doganali e proteggere la produzione nazionale, c’è il rischio che possano anche aumentare i costi per i consumatori e danneggiare gli scambi internazionali. Le implicazioni economiche potrebbero rivelarsi complesse, influenzando tanto gli Stati Uniti quanto i paesi più vulnerabili a queste politiche protezionistiche. Ne parliamo in questa serie di grafici.

Nella strategia dei dazi la fine non è sempre nota

Canada, Messico e Cina sono i primi destinatari dei dazi promessi dal presidente Usa. Ma le tariffe non daranno i risultati economici sbandierati. Perché sono soprattutto uno strumento di pressione. La reazione però potrebbe essere diversa da quella voluta.

L’economia europea nella guerra dei dazi

È probabile che l’amministrazione Trump imponga dazi anche sulle esportazioni europee negli Usa. Nello scenario peggiore la Bce potrebbe trovarsi a fronteggiare contemporaneamente il rallentamento dell’attività economica e il rialzo dell’inflazione.

Il Punto

Un ordine esecutivo per rendere gli Stati Uniti la capitale mondiale della tecnologia finanziaria digitale, poi il lancio della sua criptovaluta. Il Trump 2 si è presentato così al mondo, tra deregolamentazione spinta del settore e conflitti di interesse. La posta in gioco è alta: la stabilità finanziaria degli Usa. Come promesso in campagna elettorale, tra le prime mosse del presidente Usa ci sono nuovi dazi sulle importazioni, per ora in vigore verso la Cina e rimandati per Canada e Messico: al tema è dedicata la nostra rubrica “La parola ai grafici”. L’Inps mette a disposizione dei cittadini un simulatore per il calcolo della futura pensione. L’ultimo aggiornamento dei requisiti anagrafici e contribuivisulla base dei nuovi dati demografici dell’Istat ha suscitato un vespaio, tanto da spingere l’Istituto a tornare sui suoi passi. L’incremento delle soglie di pensione legato all’aspettativa di vita è però un automatismo tecnico previsto fin dal 2009, e non dovrebbe essere subordinato a decisioni politiche. Le regole a tutela della concorrenza dell’Unione europea sono oggi sotto accusa, perché avrebbero impedito la crescita di una forte industria europea. Ma se le norme antitrust europee si piegano a obiettivi di politica industriale si minano i principi su cui si fonda il progetto di integrazione.

Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”.

Ringraziamo i lettori che nel periodo delle festività hanno inviato una donazione al nostro sito. Lavoce non ospita pubblicità e i nostri contenuti sono aperti a tutti. Per svolgere il nostro lavoro nel modo migliore possibile, abbiamo quindi bisogno del supporto dei lettori: sostienici con una donazione, anche piccola!

È in edicola e sul web il nuovo numero di eco dedicato all’immigrazione nei suoi molteplici risvolti, nelle sue contraddizioni, denunciando problemi, errori dei governi, ma anche proponendo vie d’uscita, che permettano di gestire il fenomeno, anziché subirlo. eco, il mensile di economia diretto da Tito Boeri, vuole riprendere nella carta stampata la missione che lavoce.info svolge nel web: promuovere analisi basate sui dati, usando un linguaggio comprensibile, ma senza mai banalizzare la complessità dei problemi. Lavoce.info contribuisce regolarmente a eco con la rubrica “Grafico del mese”: nell’uscita di gennaio si sofferma sul numero di profughi accolti nei diversi paesi del mondo, mettendo in luce un significativo squilibrio tra aree vicine e lontane dalle crisi.

L’America di Trump, capitale delle criptovalute

Pochi giorni dopo l’insediamento, Trump ha emesso la sua criptovaluta. Poi ha emanato un ordine esecutivo per fare degli Usa la capitale mondiale degli asset digitali. La posta in gioco è chiara: il carattere di bene pubblico della moneta.

Requisiti di pensionamento: se all’Inps serve un avvocato difensore

L’Inps aveva aggiornato i requisiti di pensionamento sulla base dei nuovi dati demografici dell’Istat. Ne sono nate polemiche che hanno indotto l’Istituto a ritirare la correzione. Ma è un errore: si tratta di un dato tecnico e non politico.

L’antitrust è un camaleonte

La tutela della concorrenza si adatta ai cambiamenti geopolitici, economici e sociali. Oggi alla disciplina tradizionale si affiancano nuove regole, come quelle sui mercati digitali. Ma in Europa non possono diventare uno strumento di politica industriale.

Il Punto

Il nuovo Codice della strada prevede pene molto più severe per chi guida sotto l’influenza dell’alcol. Per evitare guai, non sono pochi i cittadini che nei primi mesi di applicazione hanno rinunciato a frequentare ristoranti, bar e locali. Perché in Italia mancano le alternative all’uso dell’auto privata: pochi bus, pochi taxi e tanti ostacoli per le piattaforme tipo Uber. Il declino di Alitalia è iniziato quando non è più riuscita a rinnovare ed espandere la flotta degli aerei. A quel punto, l’azionista pubblico avrebbe dovuto fare un passo indietro e favorire l’aggregazione con altre compagnie. Dopo molti tentativi falliti, ora è arrivata l’integrazione di Ita con Lufthansa, con le buone prospettive industriali che un grande gruppo garantisce. Il Pnrr vede nella formazione obbligatoria nella pubblica amministrazione la chiave per modernizzare il settore pubblico e migliorare i servizi. Per raggiungere l’obiettivo è però necessario un più stretto coordinamento tra obiettivi formativi, responsabilità dei dirigenti e monitoraggio dei risultati.

Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”.

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Alitalia: una storia di successo finita male*

Dopo il successo negli anni Sessanta, per Alitalia è iniziato il declino. Quando non è più stata in grado di finanziarne lo sviluppo, la proprietà pubblica avrebbe dovuto rinunciare al controllo e favorire l’integrazione industriale con altri vettori.

Con Lufthansa, Ita può decollare*

Essere entrata a far parte di un grande gruppo garantisce a Ita importanti vantaggi. A partire dalla flotta, con aerei più moderni e capienti, che consumano e inquinano di meno. Fa ben sperare anche il fatto che l’ad sia un uomo del settore.

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