L’offerta di Bper su Popolare Sondrio mostra le forti sinergie fra settore bancario e assicurativo. Come le altre operazioni conferma anche una visione tradizionale dell’attività: non è detto che risponda ancora alle esigenze di imprese e famiglie.
Scende la disuguaglianza di reddito nell’Unione europea. Tra i salari, infatti, c’è più convergenza e il miglioramento è essenzialmente legato allo sviluppo dei paesi dell’Est europeo. Tra i sistemi di welfare restano invece molte differenze.
Il problema della carenza di medici di famiglia non è tanto nei numeri. Conta di più l’orario di lavoro, il fatto che lavorano da soli e che ci sono dottori con troppi pazienti e altri che ne hanno troppo pochi. Una soluzione semplice ci sarebbe.
Continua a tenere banco la questione dei dazi imposti o minacciati dall’amministrazione Trump. Prevedere quali saranno gli effetti delle misure non è semplice. Per l’Europa, molto dipende dalle contromosse che gli stati dell’Eurozona decideranno. Nello scenario peggiore, la Bce potrebbe trovarsi ad affrontare una stagflazione, ovvero un rallentamento dell’attività economica e, contemporaneamente, un rialzo dell’inflazione. D’altra parte, la guerra commerciale comporta rischi anche per gli stessi Stati Uniti, soprattutto se la reazione dei paesi “amici” dovesse portare a nuove coalizioni commerciali che superano l’appartenenza ai tradizionali blocchi geopolitici. Al tema dei dazi è dedicata la nostra rubrica “La parola ai grafici”. Il piano per gli asili nido e le scuole dell’infanzia è un obiettivo strategico del Pnrr, con un finanziamento considerevole. Lo stato di avanzamento dei lavori desta però più di una preoccupazione. Per cercare di evitare che i ritardi diventino irreparabili servono interventi di sostegno ai comuni più piccoli e il monitoraggio costante dei singoli progetti.
Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”. Ci occupiamo questa volta delle conseguenze della guerra commerciale riaccesa da Donald Trump. Analizziamo, tra l’altro, quali sono i paesi più penalizzati, i contraccolpi sugli scambi Stati Uniti-Cina, il continuo aumento delle entrate doganali Usa, le ripercussioni sull’Unione europea, in particolare su Italia e Germania.
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È in edicola e sul web il nuovo numero di eco dedicato all’immigrazione nei suoi molteplici risvolti, nelle sue contraddizioni, denunciando problemi, errori dei governi, ma anche proponendo vie d’uscita, che permettano di gestire il fenomeno, anziché subirlo. eco, il mensile di economia diretto da Tito Boeri, vuole riprendere nella carta stampata la missione che lavoce.info svolge nel web: promuovere analisi basate sui dati, usando un linguaggio comprensibile, ma senza mai banalizzare la complessità dei problemi. Lavoce.info contribuisce regolarmente a eco con la rubrica “Grafico del mese”: nell’uscita di gennaio si sofferma sul numero di profughi accolti nei diversi paesi del mondo, mettendo in luce un significativo squilibrio tra aree vicine e lontane dalle crisi.
Il Piano per gli asili nido e le scuole dell’infanzia costituisce un investimento strategico per il Pnrr. Dell’attuazione sono incaricati i comuni. Lo stato di avanzamento dei lavori segnala difficoltà che potrebbero non essere recuperate entro giugno 2026.
Il 2 aprile, Donald Trump ha annunciato l’introduzione di nuovi dazi commerciali, con l’obiettivo – a suo dire – di contrastare il protezionismo di altri paesi e rafforzare la posizione degli Stati Uniti nel commercio globale. Questi dazi, variabili in base al livello di barriere commerciali esistenti secondo il presidente americano, colpiranno principalmente Cina, Unione Europea e altre economie chiave: mentre la Cina dovrà affrontare un nuovo dazio del 34 per cento, da sommarsi a quelli già esistenti, per l’Ue esso ammonterà al 20 per cento.
Sebbene queste misure possano portare a un aumento delle entrate doganali e proteggere la produzione nazionale, c’è il rischio che possano anche aumentare i costi per i consumatori e danneggiare gli scambi internazionali. Le implicazioni economiche potrebbero rivelarsi complesse, influenzando tanto gli Stati Uniti quanto i paesi più vulnerabili a queste politiche protezionistiche. Ne parliamo in questa serie di grafici.
Canada, Messico e Cina sono i primi destinatari dei dazi promessi dal presidente Usa. Ma le tariffe non daranno i risultati economici sbandierati. Perché sono soprattutto uno strumento di pressione. La reazione però potrebbe essere diversa da quella voluta.
È probabile che l’amministrazione Trump imponga dazi anche sulle esportazioni europee negli Usa. Nello scenario peggiore la Bce potrebbe trovarsi a fronteggiare contemporaneamente il rallentamento dell’attività economica e il rialzo dell’inflazione.
Un ordine esecutivo per rendere gli Stati Uniti la capitale mondiale della tecnologia finanziaria digitale, poi il lancio della sua criptovaluta. Il Trump 2 si è presentato così al mondo, tra deregolamentazione spinta del settore e conflitti di interesse. La posta in gioco è alta: la stabilità finanziaria degli Usa. Come promesso in campagna elettorale, tra le prime mosse del presidente Usa ci sono nuovi dazi sulle importazioni, per ora in vigore verso la Cina e rimandati per Canada e Messico: al tema è dedicata la nostra rubrica “La parola ai grafici”. L’Inps mette a disposizione dei cittadini un simulatore per il calcolo della futura pensione. L’ultimo aggiornamento dei requisiti anagrafici e contribuivisulla base dei nuovi dati demografici dell’Istat ha suscitato un vespaio, tanto da spingere l’Istituto a tornare sui suoi passi. L’incremento delle soglie di pensione legato all’aspettativa di vita è però un automatismo tecnico previsto fin dal 2009, e non dovrebbe essere subordinato a decisioni politiche. Le regole a tutela della concorrenza dell’Unione europea sono oggi sotto accusa, perché avrebbero impedito la crescita di una forte industria europea. Ma se le norme antitrust europee si piegano a obiettivi di politica industriale si minano i principi su cui si fonda il progetto di integrazione.
Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”.
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Pochi giorni dopo l’insediamento, Trump ha emesso la sua criptovaluta. Poi ha emanato un ordine esecutivo per fare degli Usa la capitale mondiale degli asset digitali. La posta in gioco è chiara: il carattere di bene pubblico della moneta.