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Reddito e voto: le preferenze di Milano e Roma zona per zona *

Le scelte elettorali dei cittadini dipendono da molti fattori e non solo dall’appartenenza a un ceto sociale. Ma il reddito ha comunque un ruolo importante. Ecco cosa dicono i risultati dei partiti alle Regionali nelle diverse zone di Roma e Milano.

I risultati delle Regionali a Milano e Roma

Alle ultime elezioni regionali il centrodestra ha vinto a mani basse in Lombardia (55 per cento) e Lazio (54 per cento), ma le cose sono andate diversamente a Milano e Roma. Nel capoluogo meneghino il candidato del centrosinistra Pier Francesco Majorino (sostenuto anche dal M5s) ha addirittura battuto Attilio Fontana per 47 per cento a 38 per cento, mentre nella capitale – dove centrosinistra e M5s correvano separati, la somma dei voti di Alessio D’Amato e Donatella Bianchi supera di 6 punti percentuali quelli raccolti dal vincitore Francesco Rocca.

L’elettorato nelle due principali metropoli italiane è eterogeneamente distribuito sul territorio rispetto a diverse caratteristiche, tra cui il reddito.

I redditi Irpef per l’anno 2019 (i dati più recenti e consolidati, tenuto conto della particolarità del 2020) disaggregati per codice di avviamento postale (cap) mostrano tendenze ben delineate.

A Milano, la distribuzione della popolazione per censo è assai netta: i redditi più alti si trovano al centro (I municipio), dove superano in media i 100 mila euro a Brera-Castello, nonché a City Life nell’area ex-Fiera (quartiere Portello del municipio 8); quelli più bassi a Quarto Oggiaro e Roserio (meno di 20 mila euro).

A Roma, invece, i redditi medi più alti si registrano ai Parioli (quasi 70 mila euro) e nelle zone del centro del I e II municipio, mentre i redditi più bassi si trovano in periferia, nel V e VI municipio.

Quale partito per quale reddito

L’orientamento politico è influenzato da molte variabili, alcune anche di natura contingente, e le scelte elettorali non sono basate solo sull’appartenenza a un ceto sociale. Però, ogni politica economica o sociale proposta da uno schieramento, finisce per avvantaggiare inevitabilmente una fascia di popolazione più o meno ricca, esercitando su di essa una influenza.

L’interpolazione tra i redditi medi delle dichiarazioni Irpef per zona comunale (cap) e il risultato elettorale evidenzia la struttura reddituale degli elettori delle liste presenti alle consultazioni regionali.

A Milano, la lista Azione-Italia Viva raccoglie una percentuale di consensi direttamente proporzionale ai redditi medi delle diverse zone, mentre per il Movimento 5 stelle e la Lega il rapporto è di tipo inverso (al crescere del reddito diminuiscono i voti). Per il Partito democratico (il più votato in città), Fratelli d’Italia e Forza Italia la distribuzione degli elettori è alquanto indipendente dal livello di reddito.

Anche a Roma, dove Fratelli d’Italia ha raccolto un terzo dei voti, si conferma lo stesso andamento discordante per Azione-Italia Viva e Movimento 5 stelle, con Lega e Fratelli d’Italia che mostrano una tendenza leggermente decrescente, mentre per Partito democratico e Forza Italia si conferma l’assenza di relazione tra consensi e livello di reddito.

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Per indagare la relazione tra preferenze elettorali e livello di reddito si può, poi, considerare come valore medio “caratteristico” dell’elettore, la media dei redditi di una zona cittadina (cap) pesata per il numero di voti raccolti da ciascuna lista.

Con un reddito medio Irpef di circa 35.600 euro per contribuente milanese nel 2019, gli elettori di Azione-Italia Viva hanno un reddito caratteristico che sfiora i 44 mila euro, seguiti da quelli della lista collegata per Letizia Moratti presidente che superano i 40 mila euro. Con poco più di 32 mila euro gli elettori del Movimento 5 stelle sono quelli a minor reddito e poco più in alto si trovano Unione Popolare e Lega. Il Partito democratico ha un reddito caratteristico che eccede, seppure di poco, quello di Fratelli d’Italia e Forza Italia.

Altrettanto evidente appare la situazione a Roma, dove il reddito medio Irpef nel 2019 era di 27.800 euro per contribuente. Gli elettori di Azione-Italia Viva hanno un reddito caratteristico ben superiore agli altri e quello dei pentastellati è il più basso, vicino a quello della Lega e delle due liste di sinistra, ma lontano dal polo progressista con il quale erano alleati. Il reddito caratteristico delle liste di centro è sistematicamente superiore a quelle di centrodestra e centrosinistra (fatta eccezione per la lista civica per Rocca presidente).

Sia a Milano che a Roma, la media pesata dei redditi caratteristici delle diverse liste è risultata superiore al reddito medio cittadino e ciò rappresenta un segnale che il forte astensionismo registrato nella consultazione elettorale abbia interessato in misura maggiore i ceti meno abbienti.

La sostanziale sovrapposizione dei risultati ottenuti incrociando la distribuzione dei voti e dei redditi medi sui territori di Roma e Milano si presta ad alcune riflessioni, anche in prospettiva di riassetti dell’offerta politica e di possibili alleanze.

Il centrodestra, al momento la forza politica dominante, rappresenta nelle due principali città italiane il ceto medio, con la Lega che va ad attingere maggiormente nelle zone a basso reddito.

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Il centrosinistra, essenzialmente il Partito democratico, a Roma trova maggiori consensi nell’elettorato a medio-alto reddito e soffre di più nelle periferie, mentre a Milano prevale leggermente nelle zone a minor reddito. L’elettore di centro sinistra ha un reddito caratteristico più alto della media cittadina.

Il cosiddetto Terzo Polo, rappresentato da Azione e Italia Viva ha il suo bacino elettorale nel centro storico e nelle zone più ricche delle città.

I più poveri si rivolgono principalmente al Movimento 5 Stelle e alle liste di sinistra (oltre che alla Lega), ma hanno una maggiore propensione all’astensione.   

* L’articolo riflette solo l’opinione dell’autore e non impegna in alcun modo l’Istituto di appartenenza

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  1. franzo

    Molta fatica e troppi dati per scoprire che il PD è il partito delle ZTL, il duo Calenda-Renzi fa il pieno solo tra le elite e i 5S pescano tra i più poveri, come tutta la desta (a parte FI). Sarebbe stato utile presentare i risultati di regressioni non parametriche per vedere dove sono i picchi ed i minimi dei diversi partiti a seconda del reddito (dichiarato).

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