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Un primo bilancio dell’Assegno unico universale

L’obiettivo dell’Assegno unico universale per i figli è quello di colmare le differenze tra l’Italia e gli altri paesi europei in termini di supporto alla famiglia e sostenere le nascite. I primi dati indicano che raggiunge le famiglie meno abbienti.

Gli obiettivi della misura

Nel welfare italiano la spesa per le famiglie ha sempre giocato un ruolo marginale, con ripercussioni negative su fecondità e su partecipazione femminile al mercato del lavoro. Se in Italia la spesa per famiglie si ferma all’1,1 per cento del Pil, nella media dell’Unione europea raggiunge il 2,3 per cento, con percentuali oltre il 3 in alcuni paesi scandinavi, in Germania e Lussemburgo. L’Assegno unico universale (Auu) ha l’obiettivo di colmare le differenze esistenti tra l’Italia e gli altri paesi europei in termini di supporto alla famiglia e sostenere le nascite.

Ratio e risultati della misura

Introdotto a decorrere da marzo 2022, l’Auu è previsto per i nuclei familiari con figli minorenni a carico (oppure con figli maggiorenni sotto i 21 anni di età, se studenti o disoccupati, o con figli disabili senza limiti di età), indipendentemente da altre caratteristiche famigliari o individuali. Così facendo, il legislatore ha coinvolto nel bacino di beneficiari anche i genitori che prima erano poco o per nulla tutelati, come autonomi, disoccupati di lungo periodo e lavoratori atipici. Nella propria universalità, l’Auu include anche i nuclei famigliari con redditi alti; la ratio dietro questa decisione è quella di varare una misura legata ai figli e non alle caratteristiche dei genitori, offrire un sostegno alla natalità che prescinde dalla condizione del nucleo familiare, aumentando l’efficienza del sistema e l’equità orizzontale complessiva, con costi però in termini di distribuzione delle risorse, come discusso su questo sito.

Chi ha fatto domanda per questo trasferimento monetario? La mappa in figura 2 mostra, sulla base dei dati contenuti nel rapporto annuale 2022 dell’Inps, la distribuzione regionale dei 7,8 milioni di figli per i quali è stato richiesto l’Auu al 19 maggio 2022. Gli ultimi dati disponibili a livello nazionale indicano che a giugno, termine ultimo per richiedere anche gli assegni arretrati nel 2022, erano coinvolti 9,1 milioni di figli.

Dai dati si ricava che, in termini assoluti, l’Assegno unico viene ricevuto da un numero maggiore di figli nelle regioni settentrionali (in particolare, in Lombardia), ma la situazione cambia se si guardano i numeri in percentuale dei potenziali beneficiari.

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Il rapporto Inps analizza la distribuzione del take-up dell’Auu (vale a dire la proporzione di aventi diritto che lo ottiene) per provincia, sommando al numero di richieste di ciascuna provincia anche i circa 700 mila minori appartenenti ai nuclei familiari che, a marzo 2022, percepivano il Reddito di cittadinanza e che nella maggior parte dei casi ricevono l’Assegno unico in automatico se aventi diritto. Nei primi sei mesi del 2022, hanno aderito alla misura l’81 per cento degli aventi diritto a livello nazionale, con 5,7 milioni di domande per un totale di 9,1 milioni di figli. I dati provinciali, aggiornati fino a maggio 2022, evidenziano un forte divario Nord-Sud, con le province del Nord che registrano un take-up più basso – come Como (67,38 per cento), Belluno (69,28 per cento), Savona (66,96 per cento) – e quelle del Sud che, al contrario, mostrano le percentuali più alte – Crotone (88,82 per cento), Palermo (87,87 per cento), Caltanissetta (84,84 per cento). Lasciando i minori appartenenti a nuclei percettori di Rdc al di fuori del calcolo, il divario geografico diminuisce.

La differenza di take-up per province del Nord e del Sud sembra essere spiegata da fattori socioeconomici. Secondo le analisi dell’Inps, il take-up a livello provinciale cresce all’aumentare della percentuale di contribuenti Irpef con redditi al di sotto di 10 mila euro, del tasso di disoccupazione, della percentuale di laureati o persone con titolo di studio superiore, della proporzione di bambini sotto i 5 anni e della presenza di nuclei che percepiscono il Rdc. Al contrario, il take-up diminuisce all’aumentare della percentuale di stranieri nella popolazione.

Perché il take-up dell’Auu non è pieno, ossia alcuni potenziali beneficiari non fanno domanda? È possibile che la misura non sia conosciuta da tutti i possibili beneficiari. La mancata richiesta potrebbe anche dipendere dal costo-opportunità relativo al tempo di compilazione, seppur breve, della domanda. L’importo dell’assegno varia dai 50 euro per le famiglie con Isee superiore a 40 mila euro con un figlio minorenne (25 se maggiorenne fino a 20 anni), ai 175 per gli stessi nuclei, ma con Isee inferiore a 15 mila euro (50 se il figlio ha tra 18 e 20 anni). Non è disponibile il take-up dell’Assegno unico per classi di reddito, ma il dato sul numero di figli per cui è stato riconosciuto il beneficio, differenziato per classe di Isee della famiglia (figura 3), sembra suggerire che il take-up dell’assegno possa diminuire all’aumentare del reddito. La maggior parte dei pagamenti, infatti, è andata alle famiglie meno abbienti. Il 46 per cento dei figli beneficiari appartiene a una famiglia con Isee inferiore a 15 mila euro e oltre il 70 per cento a un nucleo con Isee sotto i 30 mila euro.

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Se l’Auu deve cambiare il trend nelle nascite e sostenere le famiglie con figli, è importante che il suo take-up aumenti, ma sembra che comunque il sostegno ai nuclei meno abbienti sia già arrivato a destinazione.

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  1. Savino

    Alcuni hanno persino perso qualcosa, ma è quasi indifferente in sovrapposizione cosa si è perso e cosa si è guadagnato. E’ sempre il welfare aziendale ad essere carente. Chi comincia a lavorare, quando comincia tardi e senza le tutele necessarie, per giunta quando da parte datoriale si fanno figli e figliastri rispetto ai colleghi più anziani che le tutele e gli avanzamenti li hanno (grazie alla prepotenza dei sindacati), non riuscirà mai a programmare bene il proprio futuro, a metter su famiglia in modo decoroso, a poter comprare casa senza soffrire. Ai più anziani suggerisco di seguire l’invito di Erri De Luca di astenersi dal votare alle prossime elezioni, perchè si decide un futuro che non gli appartiene.

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