Cosa pensano gli adolescenti italiani dell’immigrazione? Gli atteggiamenti ostili non sembrano influenzati da situazioni o esperienze personali negative. Derivano dal contesto, dalla scarsa informazione e dal dibattito pubblico spesso stereotipato.
Autore: Irene Solmone Pagina 1 di 4
Dottoranda in Economics presso l’Università Bocconi, interessata a genere, immigrazione e economia dello sviluppo. È stata Research assistant e podcast anchor per lavoce.info, research assistant per il Centro Studi Luca d’Agliano, e project manager all’Università Bicocca.
La maggioranza della popolazione immigrata è costituita da donne. Pur con un livello di istruzione in media superiore, hanno una probabilità di occupazione molto più bassa degli immigrati uomini e delle native. E quando lavorano hanno salari più bassi.
I cittadini ucraini scappano dalla guerra. L’Unione europea è pronta ad accoglierli? La risposta alla crisi dei profughi afgani fa sorgere qualche dubbio. L’Europa deve investire di più nell’accoglienza e in politiche di asilo comuni.
Aumentano gli arrivi di migranti nel Regno Unito attraverso il canale della Manica. Molto spesso si tratta di persone che hanno diritto alla protezione internazionale. Il problema è che, nel post Brexit, la crisi di Calais assume un forte valore simbolico.
La crisi del Covid-19 ha portato a un aumento generalizzato dei prezzi, in particolare di quelli alimentari, in tutto il mondo. Non è però la sola causa della crescita di malnutrizione e denutrizione. Eppure, alcune soluzioni sono state indicate.
Il premio Nobel per la pace 2021 è stato assegnato a due giornalisti indipendenti. Il riconoscimento arriva in un periodo particolarmente difficile per la libertà di stampa, in tutto il mondo. Anche la pandemia è utile per limitare il ruolo della stampa.
Nel 1995 con la Dichiarazione di Pechino, la comunità internazionale si è impegnata al raggiungimento di una società senza discriminazioni contro le donne. Ora sembra arrivato il momento delle azioni concrete per realizzare una società più uguale.
La Corte dei conti europea ha pubblicato un rapporto sull’uguaglianza di genere nel bilancio e nei programmi di spesa della Ue. I risultati sono insufficienti. Si tratta ora di dimostrare che la parità di genere conta nei fatti e non solo nei programmi.