Per le pensioni, la legge di bilancio conferma le norme in vigore, passando da Quota 100 a Quota 102. Presto però andranno ridefiniti i criteri che regolano l’uscita dal lavoro. I dati suggeriscono che non si verificherà una fuga verso il pensionamento.
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La riforma del catasto mira ad assegnare agli immobili un valore patrimoniale in linea con i valori di mercato, con l’introduzione di meccanismi di adeguamento periodico. Non tutti sono d’accordo. Ecco chi ha interesse a mantenere le cose come stanno.
Il numero di vaccinati in terapia intensiva dimostra l’inutilità del vaccino? Non è così. Ed è evidente se si prende in considerazione il dato corretto: la percentuale dei ricoverati sull’intera popolazione dei vaccinati rispetto ai non vaccinati.
Il governo ha deciso di destinare 8 miliardi per anticipare un modulo della riforma fiscale. Le due proposte in campo si concentrano sull’Irpef. Entrambe razionalizzano almeno in parte il sistema. Sarebbe invece meglio posticipare l’intervento sull’Irap.
Disoccupazione diffusa e imprese che non trovano lavoratori. È un fenomeno che in Italia si manifesta da tempo, forse determinato in parte da un salto di qualità dell’industria, che ora cerca competenze più alte. Uno sguardo ai dati definitivi per il terzo trimestre, usciti il 14 dicembre.
Diminuite poco anche nel periodo più critico della pandemia, quest’anno le rimesse degli immigrati verso il paese di origine dovrebbero tornare a crescere. Sono somme che andrebbero canalizzate verso programmi di sviluppo, gestiti dalle diaspore.
Ridurre al minimo il ruolo dello stato e lasciar fare al mercato: è il credo dei liberisti. Ma i fallimenti del mercato esistono e lo stato li deve correggere. Per l’Italia il problema non è la “dimensione” dello stato, quanto il modo in cui interviene.
Le imprese italiane ottengono dallo stato meno agevolazioni di quanto erogato nella maggior parte degli altri paesi europei. Però una percentuale elevata di beneficiari dichiara che gli aiuti non hanno inciso sui loro piani di investimento e assunzioni.
Esiste uno squilibrio territoriale tra i beneficiari del reddito di cittadinanza. Ma il rimedio non è alzare la soglia di accesso per chi vive al Centro-Nord, perché non considera la diversa disponibilità di beni pubblici. La risposta è semmai un’altra.
Il diritto a scegliere invocato dai no-vax ha un prezzo. Compromette il diritto di tutti ad avere un sistema sanitario funzionante. Soprattutto, rischia di riaprire la crisi delle terapie intensive, quelle che fanno la differenza tra vivere e morire.