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DALL’AUTOSTRADA AI TORNANTI

La metafora dell’auto che percorre un’autostrada e si ritrova improvvisamente su un percorso accidentato è utile per comprendere quanto accade oggi nelle economie occidentali. Perché si passa dalla stabilità alle turbolenze? E come tornare su strade più tranquille? Sembra crearsi un circolo vizioso tra maggiore incertezza e maggiore avversione al rischio da un lato e stato dell’economia dall’altro. Ma se il volano della paralisi è il circolo vizioso, la politica economica deve adoperarsi in tutti i modi per evitare che si autoalimenti. Non è quello che sta facendo l’Europa.

USCITA DI SICUREZZA DAL NUCLEARE

Dopo il recente incidente, peraltro minore, alla centrale nucleare di Marcoule in Francia, è il caso di chiedersi se i paesi nuclearisti d’Europa non debbano pianificare una rinuncia, graduale ma irreversibile, a questa fonte di energia. Magari sotto l’egida dell’Unione Europea. Il vento sembra essere cambiato in maniera stabile e paesi come la Germania, la Svizzera e l’Italia hanno già imboccato la strada delle fonti sicure, autoctone e pulite.

COME FINIRÀ LA SAGA DEI DEBITI SOVRANI

Con le ultime notizie dalla Grecia è ripartita la crisi del debito degli Stati. C’è chi pensa che l’euro sia una coperta troppo corta. Non è così: i costi del break up lo rendono una strada a senso unico. E allora bisogna mettersi con pazienza e poco alla volta a rifondare “alla tedesca” il funzionamento dell’Unione Europea, non solo quella monetaria. Dopo aver salvato la Grecia: altrimenti non ci sarà nessuna Unione da rifondare.

LA RISPOSTA AI COMMENTI

Sono grato dei commenti che mi confortano tutti nell’idea di difendere le esigenze della didattica, fatta spesso di saperi complementari. Non è affatto da escludere che ci sia un corso di laurea afferente ad un unico dipartimento omogeneo sotto il profilo disciplinare ; ma è da temere l’autoreferenzialità che porterebbe nel tempo ad eliminare le discipline esterne al dipartimento egemone.  Meglio quindi che di norma operi  una struttura interdipartimentale, magari con pesi diversi assegnati ai dipartimenti  nel consiglio di tale  struttura , scuola o facoltà che si voglia chiamare  ( e in effetti, si poteva mantenere il nome di facoltà per  evitare che la riforma appaia di facciata e che la pluralità dei nomi crei confusione nell’opinione pubblica).
Meno consenso  ha ottenuto l’altra  mia tesi a favore di  dipartimenti  grandi e omogenei  Mi è stato ricordato che talvolta l’eccellenza si trova nei piccoli dipartimenti multidisciplinari. Nessuna obiezione: mai dire mai. Ma  nuovamente la norma  deve essere all’insegna di  dipartimenti disciplinari e semmai di centri tematici pluridisciplinari. Tre  buoni motivi a favore di tale tesi:  evitare duplicazioni  nei costi fissi;  sfruttare le economie di scala e la fertilizzazione incrociata del mondo della ricerca ( che richiedono una limitata diversità e un linguaggio comune); e soprattutto, agevolare la valutazione esterna  del Dipartimento  e le conseguenze da trarne sul  piano dei finanziamenti  all’insegna del merito. Da questo punto di vista, ribadisco di credere che la valutazione della ricerca sia  relativamente più attendibile di quella della didattica; perciò  mi sta bene che il potere di chiamata sia stato spostato sui Dipartimenti. Anche qui, tutti conosciamo qualche caso dissociazione tra buon ricercatore e buon insegnate; ma nell’insieme è alta la  correlazione tra buona ricerca e buona didattica. Il tutto dipende tuttavia da due condizioni,richiamate anche in qualche commento:  la sistematica e corretta valutazione; e un adeguato finanziamento  del sistema universitario, perché nessun modello organizzativo può supplire all’assenza di risorse.

QUANDO LA TRASPARENZA AIUTA LO SVILUPPO

In tempi di crisi economica, aumenta la pressione ad usare efficacemente la spesa pubblica, inclusi gli aiuti pubblici allo sviluppo internazionale. Si punta sopratutto sulla massima trasparenza così da ridurre sprechi, corruzione e migliorare la programmazione. Si tratta di una sfida anche per le Ong. Ma comunicare e valutare la qualità degli interventi finanziati con contributi privati è un tema su cui c’è molto da costruire come dimostrano i risultati di una ricerca sull’efficacia delle Ong italiane.

DALLA SCUOLA AL LAVORO, PASSAGGIO DIFFICILE

La durata della transizione scuola-lavoro varia da paese a paese. Un confronto sul rapporto fra tasso di disoccupazione dei giovani e degli adulti mostra che i risultati migliori si registrano nei paesi anglosassoni, che hanno il mercato del lavoro più flessibile. Al loro fianco, Germania e Giappone, dove funziona bene il collegamento fra sistema di istruzione e mondo del lavoro. Con la crisi, però, la disoccupazione giovanile è aumentata ovunque. Ma i paesi ex-socialisti e quelli mediterranei hanno migliorato le loro posizioni.

FIAT-CHRYSLER E ALTRE FUSIONI

Marchionne lancia la Fiat in una nuova avventura, la globalizzazione della struttura manageriale, che precede la prossima fusione con la Chrysler. L’esperienza dell’industria automobilistica suggerisce di dedicare molta attenzione all’integrazione tra diverse culture aziendali, per costruire sinergie a partire dalla diversità senza imporre la visione del più forte. Cosa che non riuscì all’Olivetti 50 anni fa quando ottenne il controllo della Underwood, all’epoca la maggiore acquisizione di una società americana da parte di una multinazionale straniera.

QUANDO LE IDEE DELLA DIASPORA AIUTANO LA CRESCITA

Scienziati legati da una forte prossimità sociale hanno una maggiore probabilità di scambiare idee e conoscenza, anche se separati geograficamente, rispetto a colleghi debolmente connessi, per quanto fisicamente prossimi. Possiamo dunque sperare che le idee dei cervelli che hanno lasciato l’Italia arrivino anche nel nostro paese e diano un contributo alla ripresa? Accademia e industria sono comunque comunità distinte e una certa prossimità spaziale è necessaria per sopperire alla distanza sociale. L’industria italiana, poi, assume sempre meno personale scientifico.

CNEL: FARLO DIVENTARE DAVVERO UTILE

Contenuto nella manovra di agosto, il taglio di consiglieri e risorse del Cnel potrebbe favorire una utile riforma dell’organismo, previsto dalla Costituzione, sottraendolo all’immagine di ente inutile. Tra le modifiche di prassi, si dovrebbe arrivare a un innalzamento della quota di consiglieri donne e a una maggiore trasparenza dei criteri con cui le parti sociali designano i propri candidati. La presenza di riconosciute personalità tecniche e scientifiche contribuirebbe poi a migliorare la qualità, l’incisività e l’autorevolezza dei lavori del Consiglio.

LA CORTE TEDESCA CHIUDE AGLI EUROBOND

Non sono costituzionalista, ma mi permetterò comunque di dissentire su un punto chiave: la mia lettura è che la Corte di Karlsruhe ritiene che gli eurobond (nell’accezione di Tremonti/Bruegel) non siano compatibili con i principi democratici. Basta leggere bene i due paragrafi riportati qui sotto:

“3 a) Il Bundestag tedesco non può trasmettere la sua responsabilità di bilancio mediante deleghe fiscali indeterminate ad altri attori. In particolare, non ha la facoltà, senza un’approvazione costitutiva, neanche attraverso una legge, di consegnarsi a meccanismi che possono portare ad aggravamenti non trasparenti del bilancio pubblico, a causa del proprio statuto o dell’effetto congiunto di misure singole.
b) Non possono essere stipulati meccanismi duraturi internazionali che riguardino il trasferimento di responsabilità di decisioni sovrane di altri stati, soprattutto se sono collegate a conseguenze difficilmente quantificabili. Ogni aiuto solidale con carattere di spesa di grande entità sia a livello internazionale che comunitario deve essere approvato singolarmente dal Bundestag”.

[3 a) Der Deutsche Bundestag darf seine Budgetverantwortung nicht durch unbestimmte haushaltspolitische Ermächtigungen auf andere Akteure übertragen. Insbesondere darf er sich, auch durch Gesetz, keinen finanzwirksamen Mechanismen ausliefern, die – sei es aufgrund ihrer Gesamtkonzeption, sei es aufgrund einer Gesamtwürdigung der Einzelmaßnahmen – zu nicht überschaubaren haushaltsbedeutsamen Belastungen ohne vorherige konstitutive Zustimmung führen können.
b) Es dürfen keine dauerhaften völkervertragsrechtlichen Mechanismen begründet werden, die auf eine Haftungsübernahme für Willensentscheidungen anderer Staaten hinauslaufen, vor allem wenn sie mit schwer kalkulierbaren Folgewirkungen verbunden sind. Jede ausgabenwirksame solidarische Hilfsmaßnahme des Bundes größeren Umfangs im internationalen oder unionalen Bereich muss vom Bundestag im Einzelnen bewilligt werden.]

Una volta che gli stati membri hanno emesso il 40-60 per cento del loro Pil in eurobond, il destino fiscale della Germania non sarebbe più nelle mani del Bundestag perché la Germania avrebbe dato garanzie per un ammontare molto
superiore al 100 per cento del proprio Pil (per lÂ’Estonia sarebbe ancora peggio…). Un altro aspetto importante della sentenza é che dice esplicitamente che il Smp della Bce non solleva problemi giuridici.
Insomma, questa sentenza cementa lo status quo, chiude la strada per gli eurobond.

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