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L’ITALIA SALVATA DAI SUOI RISPARMIATORI

Per spezzare il circolo vizioso determinato dagli alti tassi di intesse sul debito pubblico, occorre fare affidamento sui risparmiatori italiani. Come hanno già fatto negli anni Novanta, dovrebbero acquistare fino a tre quarti dei titoli di Stato. In questo modo l’Italia potrebbe sopportare anche un lungo periodo di alti tassi. Alla Bce il compito di garantire la stabilità del sistema bancario. L’Italia non dovrebbe avere nessun problema di rispettare la nuova regola del deficit aggiustato per il ciclo al di sotto dello 0,5 per cento del Pil.

POCHI RISPARMI SENZA LE PROVINCE

Se la manovra “salva Italia” non ha potuto cancellare le province, le depotenzia a tal punto da rivelarsi il primo passo decisivo verso la loro definitiva soppressione, anche con una certa “disinvoltura” costituzionale.

LA GRANDE RECESSIONE E I REDDITI FAMILIARI*

 La grande recessione seguita alla crisi finanziaria del 2007-2008 è stata la prima forte contrazione economica su scala globale dalla seconda guerra mondiale. L’impatto di breve periodo sui redditi familiari medi, sulla disuguaglianza della loro distribuzione e sui tassi di povertà relativi è stato diverso, ma complessivamente contenuto, tenuto conto della caduta dell’attività produttiva. Rispetto alla grande depressione degli anni Trenta, si è imparato come affrontare le conseguenze sociali di una grave crisi. Meno chiara, tuttavia, la prospettiva di più lungo periodo.

UN BUON INTERVENTO SULLA REGOLAZIONE DEI SETTORI

Almeno due settori risultano interessati dal decreto Monti. Sono due settori che da tempo attendevano un intervento di questo genere: il settore idrico e quello dei trasporti. E si tratta di buone notizie, per fortuna a costo zero per il paese, il che è una notizia ancora migliore.

PREGI E DIFETTI DELL’IMU

Un terzo della manovra del governo si fonda sull’imposizione immobiliare, attraverso l’introduzione dell’Imu. Il provvedimento ha diversi pregi: torna la tassazione sulla prima casa, aumenta il gettito con una tassa che non incide sulla crescita e ridà ai comuni una potente leva di fiscalità. Più discutibili la compartecipazione dello Stato a un tributo locale, l’inasprimento sulle locazioni e la mancata soluzione delle iniquità del sistema delle rendite catastali. E in generale, si va forse verso un nuovo modello di federalismo fiscale con più autonomia e meno solidarietà?

PUÃ’ FUNZIONARE UN’EUROPA SPEZZATA IN DUE?

 Quella che è stata vista come la spaccatura dell’Unione Europea, potrebbe in realtà essere l’unico vero risultato del vertice di ieri: sancire una integrazione a due velocità tra paesi all’interno e all’esterno della zona euro. Ma siamo ancora lontani da una vera unione fiscale nell’area, perché manca un percorso definito che dia legittimità democratica alle istituzioni che dovrebbero guidarla. Deludente anche la Bce, in cui prevale la rigidità della Bundesbank.

OLTRE IL BEAUTY CONTEST DELLE FREQUENZE

L’idea di regalare frequenze televisive non piace a nessuno. Tanto più se il valore potrebbe arrivare a 16 miliardi per i 40 canali dedicati alla Tv e a circa 2,4 miliardi per le sei frequenze assegnate con un “concorso di bellezza”. E ancora di più se la gara è destinata solo gli operatori televisivi italiani verticalmente integrati e viola i principi di neutralità del servizio e della tecnologia. Si potrebbe invece concepire l’asta in modo che non danneggi nessuno, comprese le emittenti locali. Oltre a far entrare nelle casse dello Stato almeno un miliardo di euro.

FRAU MERKEL E GLI INTERESSI TEDESCHI

 Nei dodici anni di vita dell’euro, la Germania ha guadagnato competitività in termini di prezzi al consumo e di costi unitari del lavoro rispetto agli altri paesi dell’area. L’enorme crescita dei differenziali dei tassi d’interesse tra i paesi dell’Eurozona ha accresciuto il costo del debito pubblico e privato dei paesi deboli e ridotto quello della Germania. Ecco perché i tedeschi sono così contrari agli Eurobond e a un ruolo diverso della Bce. Finché i costi economici e politici della rottura dell’intera costruzione europea non verranno valutati eccessivi.

PENSIONI, UN BUON INIZIO. MA C’È ALTRO DA FARE

 Per quanto ancora avvolti nelle nebbie dell’informazione incompleta, i provvedimenti strutturali in materia previdenziale presentati dal governo appaiono come una buona partenza per un generale riordino di cui si sentiva davvero il bisogno. Il blocco temporaneo dell’indicizzazione dovrebbe essere riassorbito in un ulteriore provvedimento strutturale riguardante l’istituzione di un meccanismo di indicizzazione autenticamente contributivo.

INTOCCABILI EVASORI

La lotta all’evasione fiscale sembrava essere un punto centrale del programma del nuovo governo. Invece, dalle misure varate emerge continuità con il recente passato. Perché si continua a ritenere che il fenomeno si combatte con gli accertamenti, non con la deterrenza e la promozione sistematica dell’adempimento spontaneo. Si è rinunciato alla creazione di una rete di informazioni, generalizzata e onnicomprensiva, per conoscere la situazione patrimoniale complessiva di ciascun contribuente.

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