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IL RIGORE CHE MANCA

Il Patto per l’euro, concordato al Consiglio europeo, contiene una lista di obiettivi auspicabili, ma nessuna indicazione su come realizzarli. In compenso sono state decise condizioni più blande per la Grecia. È una storia che si ripete da qualche tempo: prima l’Europa, e la Germania in particolare, fa la voce grossa con i paesi non virtuosi, poi ai primi segni di nervosismo dei mercati, cede. Andrà ancora peggio dopo il 2013, quando entrerà in azione l’Esm (European stability mechanism). Ai politici europei non resta che sperare che la situazione migliori, per evitare futuri incidenti.

UN PATTO PER L’EURO E UNA SPERANZA PER L’EUROPA

Approvato venerdì scorso dai governi dell’Unione monetaria, il Patto per l’euro utilizza il metodo della co-operazione intergovernativa, con l’obiettivo di rafforzare la convergenza tra le economie dei paesi membri. Un salto più deciso verso il coordinamento e l’integrazione delle politiche economiche in Europa sarebbe auspicabile, ma non è attualmente realistico: dobbiamo quindi accontentarci di questo e sperare che funzioni. Deludenti le conclusioni del vertice sulla gestione del debito pubblico: qui manca ancora un disegno chiaro e lungimirante.

UN MECCANISMO ANTI-CRISI PER L’EURO *

Il Patto di stabilità e crescita stabilisce che nessun paese membro possa avere un deficit superiore al 3 per cento del Pil, né possa avere un debito pubblico superiore al 60 per cento del Pil. Si tratta però di regole mai applicate seriamente. E la crisi ha fatto il resto. Ricorrere agli Eurobond sarebbe un nuovo grosso sbaglio. Meglio invece un nuovo meccanismo anti-crisi a tre fasi: il Meccanismo europeo di stabilità.

ENERGIE RINNOVABILI ABBANDONATE ALL’INCERTEZZA

Il decreto legislativo sulle energie rinnovabili ha avuto un iter caratterizzato da conflitti e polemiche tra gli operatori del settore e il legislatore. Oggetto di scontro sono state le parti riguardanti gli incentivi alle rinnovabili, elemento di crescita dello scontro la norma sul fotovoltaico, introdotta in una seconda versione del decreto. Una storia che si ripete e destinata a continuare nei prossimi mesi se il Governo non farà chiarezza.

SULLA LINEA NAPOLI-BARI CORRE LA PERDITA

Lo studio di fattibilità per il raddoppio della linea ferroviaria Napoli-Bari è stato realizzato da Rfi. Riguarda la fattibilità socioeconomica perché si assume che non vi siano ritorni finanziari di sorta e che sia lo Stato a pagare tutto. L’opera risulta fattibile, con un beneficio netto per la collettività di 683 milioni di euro. Ma se si rifanno i calcoli seguendo prassi e indicazioni internazionali si arriva a una perdita netta di benessere sociale. Ancora più inquietanti le previsioni di traffico fatte da Rfi, dove probabilmente si confonde l’offerta possibile con la domanda.

REVISIONE DEL PIL, EFFETTO TROMPE-L’OEIL

L’Istat ha pubblicato il dato del Pil 2010: +1,2 per cento rispetto al 2009. Nelle stime preliminari del Pil,  pubblicate il 15 febbraio, l’Istat registrava una crescita del 1,1 per cento rispetto al 2009, anno in cui il  Pil italiano era sceso del 5,0 per cento sul 2008.
Si tratta di una revisione al rialzo di uno 0,1 per cento? Non proprio. L’Istat ha semplicemente rivisto il dato dell’anno precedente. Il Pil del 2009 è sceso, sul  2008 non del 5 per cento, ma del 5,2 per cento.  Lo stesso livello di Pil del 2010 si applica dunque a un più basso livello del Pil 2009. Per questo la crescita risulta maggiore.
Ricordiamo che in tempi di grandi crisi è fondamentale tenere come riferimento i livelli a cui eravamo prima della recessione: il nostro Pil è ancora dello 5,2 per cento più basso rispetto al primo trimestre 2008.

DALLA CEDOLARE VANTAGGI SOLO PER I PROPRIETARI

Il decreto legislativo sul federalismo fiscale municipale approvato con voto di fiducia è molto diverso dal testo originale. Anche nella parte che riguarda la cedolare secca sugli affitti. Intanto, non diventerà più un tributo proprio dei comuni. Poi, il nuovo regime di tassazione rende inefficace il ricorso alla leva fiscale quale strumento di contenimento dei canoni. Ad avvantaggiarsene sono unicamente i proprietari delle abitazioni. Soprattutto quelli che affittavano a canone di libero mercato e collocati negli scaglioni di reddito più elevati.

 

SORTEGGIO NON FA RIMA CON MERITO

Le nuove norme per i concorsi per professore associato e ordinario prevedono che i commissari esterni siano sorteggiati e non più eletti dai colleghi. Cambia qualcosa per i candidati? Gli interni continuano a godere di un consistente vantaggio sugli esterni. Ma, almeno per Economia, se la qualità dei commissari è al di sopra della media, si presta maggiore attenzione al merito. Le candidate sono in linea generale discriminate, a meno che non ci siano donne in commissione. L’introduzione di quote di genere nella composizione delle commissioni potrebbe rivelarsi utile.

PROJECT BOND: MANEGGIARE CON CAUTELA

La Commissione europea vuole rivitalizzare i project bonds, titoli emessi sul mercato per finanziare grandi progetti infrastrutturali. Ciò avverrebbe trasferendo buona parte del rischio finanziario sui bilanci dell’Unione e della Bei, attraverso la concessione di garanzie e di prestiti subordinati. Pur animata da buone intenzioni, la proposta non chiarisce alcuni punti. A partire dalla scelta dei progetti da finanziare. L’esperienza insegna che è forte il rischio di usare denaro pubblico per sostenere investimenti di scarsa utilità collettiva e di alto impatto ambientale.

SE LE QUOTE ROSA DIVENTANO MIMOSE

L’8 marzo di ogni anno ci si interroga sulla condizione femminile. Una soluzione per ridurre il divario tra i sessi nel mondo del lavoro è utilizzare le quote. Le prevede ad esempio un disegno di legge che impone di riservare alle donne il 30 per cento dei posti nei consigli di amministrazione delle società quotate entro il 2015. Nel breve periodo, il rischio è quello di cooptare donne non preparate che potrebbero finire per confermare eventuali stereotipi negativi. Né va scartata del tutto l’ipotesi che le quote siano come le mimose: l’omaggio di un solo giorno.

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