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Categoria: Povertà Pagina 25 di 32

SENZA TETTO, MA NON SENZA SPERANZA

Il 14 gennaio è stato effettuato a Milano il primo censimento dei senzatetto. La ricerca è stata realizzata grazie alla borsa di studio in ricordo di Riccardo Faini che due anni fa ci lasciava. A lui sono anche dedicati i Dossier Grazie Riccardo, Ricordando Riccardo e Riccardo, un anno dopo. Sono stati censiti quattromila adulti che dormono in strada, nei dormitori o in baraccopoli, campi nomadi ed edifici dismessi. E’ una popolazione estremamente variegata, ma con caratteristiche demografiche, di capitale umano, di partecipazione al mercato del lavoro che aprono alla possibilità di politiche di reinserimento e non solo di mera assistenza.

CREDITO FAMILIARE: ISTRUZIONI PER L’USO *

A fine novembre il governo ha presentato due nuovi strumenti di sostegno ai redditi delle famiglie: la social card e un bonus una tantum di importo variabile. Considerando l’inconsistenza delle politiche anti-povertà delle due passate legislature, si spera che queste misure costituiscano il primo passo sperimentale di un percorso di riforma del welfare. Restano però provvedimenti che per l’esiguità dell’importo e per l imprecisione del disegno tecnico, rifletterono più il desiderio di cogliere un successo di immagine che l’intenzione di alleviare significativamente le condizioni dei poveri.

REDDITO MINIMO ALLA FRANCESE

L’estate prossima entrerà in vigore in Francia il Revenu de Solidarité Active, un nuovo sussidio pubblico ideato per semplificare la giungla delle misure di sostegno, lottare in modo efficace contro la povertà ed evitare fenomeni di disincentivazione al lavoro. Anche in Italia da tempo circolano proposte di reddito minimo garantito. La riforma francese può essere un esempio anche per noi? Due i problemi: i costi per le esangui casse statali e l’imponente tasso di lavoro sommerso e di evasione fiscale, che potrebbero mettere in dubbio l’efficacia di un simile strumento.

SI FA PRESTO A DIRE BONUS

Social card e bonus sembrano ben centrati a favore delle famiglie più povere. Le due misure consentono di ridurre la disuguaglianza in modo apprezzabile: l’indice di Gini del reddito disponibile familiare equivalente passa da 30,99 a 30,59. Ed è il Sud a trarne maggior beneficio. Il bonus appare però come una inutile e temporanea duplicazione dell’assegno al nucleo familiare. Mentre la social card da sola non può essere una adeguata forma di contrasto alle povertà più gravi. La risposta migliore resta il reddito minimo di inserimento.

L’ETÀ RENDE INIQUA LA CARD

La social card è attribuita non solo in base a criteri di reddito e patrimonio, ma anche di età. E le stime dicono che sono gli anziani a dominare la platea dei beneficiari. Ma non è solo in questa fascia che si trovano le situazioni di disagio. L’incidenza della povertà è altrettanto grave, se non maggiore, tra le famiglie con un solo genitore o con molti figli. Perché è il numero, non l’età dei bambini a esporre i nuclei familiari al rischio povertà. Così il requisito finisce per escludere dalla misura la maggior parte delle famiglie con redditi nulli o molto bassi.

PERCHE’ E’ AUMENTATA LA DISUGUAGLIANZA DEI REDDITI

La disuguaglianza dei redditi è cresciuta molto più velocemente della disuguaglianza dei consumi. Le famiglie reagiscono in modo diverso a variazioni permanenti o temporanee dei redditi. Perché cercano di mantenere un livello di consumo stabile nel corso del tempo, mentre risparmio e indebitamento attutiscono le variazioni del reddito da un mese all’altro o da un anno all’altro. La diversa dinamica della disuguaglianza dipende dalla maggiore flessibilità del mercato del lavoro piuttosto che dallo sviluppo dei mercati finanziari.

UNA RETE PER TUTTI

La crisi dei mercati finanziari si trasferisce all’economia reale. Tra qualche mese inizieranno le vere e proprie riduzioni di personale e i primi a essere colpiti saranno i circa quattro milioni e mezzo di lavoratori precari. Per questo l’Italia ha urgente bisogno di introdurre un sussidio unico di disoccupazione, a cui si acceda indipendentemente dal tipo di contratto con cui si è stati assunti. Dove trovare le risorse? Sufficiente utilizzare i fondi destinati in via sperimentale alla detassazione degli straordinari, un provvedimento che diminuisce l’occupazione.

FAMIGLIE A DISAGIO IN ITALIA*

In Europa, governi conservatori e progressisti hanno fatto proprio l’obiettivo di dare una risposta al disagio sociale delle famiglie. Non in Italia. Eppure, le disparità di reddito tra ricchi e poveri sono maggiori da noi che nella media dei paesi Ocse, le diseguaglianze nella distribuzione del reddito sono aumentate nel tempo e il rischio povertà è al 14 per cento per le famiglie con figli. Il costo dello status quo per la crescita economica futura potrebbe essere ben più salato di quello di riforme ambiziose, soprattutto se ben concepite.

UN’ASSICURAZIONE CONTRO LA FAME

L’aumento di prezzo degli alimentari colpisce la povera gente, ma allo stesso tempo aiuta gli agricoltori poveri. La volatilità dei prezzi, in compenso, danneggia gli uni e gli altri. Forse è arrivato il momento di cambiare e di creare servizi finanziari internazionali destinati ai popoli più poveri. I governi potrebbero, ad esempio, creare assicurazioni per garantire le popolazioni contro le impennate dei prezzi, con trasferimenti ad alcuni, quando i prezzi sono alti, e ad altri, quando sono bassi. Non sono soluzioni nè
semplici nè chiare. Ma qualcosa va fatto.

UNA CASA PER I NÉNÉ

La vera emergenza abitativa riguarda oggi le famiglie con reddito medio-basso, quelle che non sono né abbastanza povere per avere una casa popolare, né abbastanza ricche per pagare un affitto sul libero mercato o accendere un mutuo. Il fabbisogno per questa fascia di popolazione arriva a quasi quattro milioni di abitazioni. Un grande programma pubblico-privato di social housing è condizione necessaria, ma non sufficiente per la soluzione del problema. Che passa per lo sgonfiamento della bolla immobiliare e la crescita economica.

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