Ecco perché conviene sia alla Grecia sia al resto dei paesi euro arrivare a un accordo.
Dopo un anno di governo Renzi, tiriamo qualche somma. Proseguiamo il completamento dell’Orologio delle riforme, il nostro monitor dell’avanzamento dei vari provvedimenti. E verifichiamo a che punto è la rottamazione, l’idea del premier di mandare a casa i “mandarini” a capo dei ministeri. Su 118 posizioni che abbiamo censito, dai capi di gabinetto in giù, quattro quinti ricoprivano gli stessi o analoghi ruoli col precedente governo.
Mentre la Lega Nord di Salvini vuole darsi un profilo nazionale, in Lombardia si farà un referendum voluto dal governatore Maroni per chiedere ai cittadini se vogliono la regione un pochino più autonoma. Inutile e costoso. Anche con l’appoggio dei 5 Stelle.
La possibilità che l’Isis utilizzi gli sbarchi sulle nostre coste per fini terroristici è drammatizzata da una campagna mediatica ansiogena. Eppure qualcosa è cambiato da quando l’operazione Triton ha rimpiazzato la Mare nostrum. Bene ragionare pragmaticamente sulle possibili soluzioni a un grave problema.
Al via i primi decreti legislativi in attuazione della delega del Jobs act. Uno di questi regolamenta il lavoro a tempo indeterminato garantendo tutele crescenti con l’anzianità. La bozza che entra in Consiglio dei ministri è però incentrata sui licenziamenti.
Si fa presto a dire che il sistema pensionistico è diventato contributivo. In realtà la Gestione separata Inps non rispetta questo criterio su almeno tre punti. Generando sfiducia nei cittadini.
Ci sono capi azienda che guadagnano 80 volte di più dei loro impiegati. E ci sono amministratori indipendenti e sindaci di società che percepiscono compensi molto contenuti. Troppo modesti per remunerare un lavoro ben fatto e con responsabilità delicate.
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Con la proroga della delega fiscale si allunga di sei mesi il tempo richiesto dal governo per migliorare i tanti aspetti del fisco italiano che non funzionano. Uno di questi è la giustizia tributaria, amministrata da magistrati part time e mal pagati nei primi due gradi di giudizio e da giudici ben pagati ma sommersi da montagne di procedimenti in Cassazione. Non è così che si attraggono gli investimenti esteri.
Se mai ce ne fosse stato bisogno, la crisi greca ha messo completamente a nudo la fragilità dell’euro e della Bce. Ridando fiato a nazionalismi e localismi. Responsabilità di una classe dirigente europea miope che non dà all’Unione sovranità e legittimazione. Un nuovo articolo che si aggiunge al nostro Dossier Grecia.
Proseguiamo il completamento dell’Orologio delle riforme con una nuova voce: il Jobs act.
Sappiamo dai giornali i nomi della “lista Falciani”, quelli con il conto in Svizzera alla banca Hsbc. Sulla loro utilizzabilità per il fisco si scontrano due esigenze: il diritto individuale alla riservatezza (violato dall’acquisizione illecita dei dati) con il diritto-dovere degli stati di combattere l’evasione fiscale. E così commissioni tributarie provinciali e tribunali si dividono.
Prostituzione confinata nelle zone a luci rosse o no? Al sindaco Marino l’idea piace ma l’opinione pubblica è divisa. Esaminiamo pro e contro di questa soluzione. Obiettivo: arginare degrado urbano e degrado umano.
Crescono le maxi-truffe alle assicurazioni. Il governo dovrebbe rendere le norme sul risarcimento dei sinistri più efficienti e meno discrezionali. Le compagnie, però, dovrebbero fornire più dati sul loro operato, diventare trasparenti e competitive. Altrimenti alla fine il conto continuano a pagarlo gli assicurati onesti.
Mentre infuria lo scontro tra governo e banche popolari, che mal digeriscono il progetto di riforma della loro governance, riproponiamo “Banche popolari, la fine di un’era.
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Le recenti vicende greche e alcune decisioni della Bce hanno riacceso i dubbi sul futuro dell’euro, ma anche sull’esistenza di un’unica banca centrale in Europa. I governi europei sapranno arginare le spinte nazionalistiche e ridare vigore alla costruzione europea?
Nell’ultimo scorcio del 2014 l’Europa ha rafforzato la crescita, spinta dal petrolio e dal cambio. Non tutti in Europa veramente: Germania e Spagna corrono, Francia e Italia stagnano. In Italia urge che la politica aiuti la crescita a cominciare dalla rapida approvazione della delega fiscale.
Cala in Italia la natalità delle imprese. Le start up sono più che in passato società di capitali, anche grazie all’istituzione della Srl semplificata. Ma sono più piccole, con bilanci traballanti e solo raramente si trasformano da microimprese da una manciata di addetti a Pmi.
La riforma fiscale serve anche a togliere alibi agli evasori. C’è chi nasconde i soldi in Svizzera e c’è chi paga le tasse. Per l’80 per cento si tratta di redditi sotto 30 mila euro. Chi non può o non riesce a nascondersi all’erario soffre un’iniqua pressione fiscale al 47,8 per cento dell’imponibile.
Lo ha stabilito la Consulta: la tassa sui profitti delle imprese energetiche -la Robin tax introdotta da Giulio Tremonti nel 2008 – non è costituzionale. Ecco le motivazioni della sentenza (ora corrette ora bizzarre) e le sue implicazioni.
Con inflazione a due cifre, Pil giù del 7 per cento, corruzione endemica e salatissime spese belliche, l’Ucraina ha più bisogno di aiuti finanziari che di armi. Almeno 15 miliardi di dollari per i prossimi anni oltre ai 17,5 già previsti. Tanti soldi. Ben spesi se si riesce a non abbandonare al suo destino uno stato europeo.
Uber, l’app che i tassisti milanesi contestano con modi incivili, è un’innovazione tecnologica che mette a disposizione di tutti servizi di trasporto a costi molto ridotti. Cambiando le regole per chi opera da anni in attività protette. E creando grattacapi ai regolatori.
Daniele Fano commenta gli interventi di Massimo Bordignon, “Il vuoto lasciato dal federalismo”, e di Francesco Giubileo, “Politiche attive del lavoro tra stato e regioni”
Patrik Vesan commenta l’articolo di Chiara Saraceno “La povertà continua a non essere in agenda”. Con una breve replica dell’autrice
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Due recenti interventi su La Voce hanno affrontato le incognite del futuro rapporto Stato-Regioni: Massimo Bordignon sul piano generale, Francesco Giubileo con riferimento all’attuazione del Jobs Act e alla creazione di una Agenzia Nazionale del Lavoro.
È un passo avanti la riforma degli ammortizzatori sociali, perché li estende dai lavoratori dipendenti anche ai parasubordinati che perdono il posto. Esclude però le categorie più deboli: chi ha avuto rapporti di lavoro molto frammentati o non regolari. Rischiamo uno spreco di risorse e siamo lontani da un sostegno universale.
Si gioca sul precipizio dell’uscita della Grecia dall’euro la partita tra il governo Tsipras da una parte e dall’altra la Ue e i singoli stati membri. Cancellare il debito di Atene è un boccone indigesto per la Germania ma anche per i governi di Spagna e Italia pressati da opposizioni pronte alle barricate. Chi finora ha scongiurato il peggio è la Bce di Mario Draghi. Insieme a un nuovo articolo, un Dossier sulla crisi ellenica.
Expo = impennata del turismo? Così prevede il premier Renzi. Speriamo gli diano ragione i numeri, che ora sono a livello di Turchia e Tailandia. Come mostra il nostro grafico. Proseguiamo il completamento dell’Orologio delle riforme con una nuova voce: la scuola, di cui si è ricominciato a parlare.
In nome della libertà di espressione, Anonymous ha oscurato centinaia di siti internet, account Facebook e Twitter di fiancheggiatori e reclutatori dell’Isis. I governi occidentali, spesso vittime degli attacchi di questo gruppo di hacker, se lo ritrovano alleato nella lotta al terrorismo. Con quali pro e contro?
È una scelta impopolare la mancata proroga degli sfratti ma ha il pregio di riportare fiducia nella legge e sanare anni di ingiustizie nei confronti dei proprietari di case. E forse stimolare gli investimenti nell’edilizia.
Ancora nebbia sull’applicabilità del nuovo schema di tutele del Jobs act ai dipendenti pubblici. Il suo testo non li include e non li esclude esplicitamente. Bene chiarirlo nella legge, evitando così libere interpretazioni.
Giova alla carriera delle donne rimandare la nascita del primo figlio. Con il rischio, però, di ritrovarsi meno fertili quando decidono di diventare madri. Una buona politica per la famiglia può molto aiutare a conciliare il percorso professionale con la maternità.
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Fonte: UNWTO, World Tourism Barometer – December 2014. Anno di riferimento 2013
Al convegno L’Expo delle Idee il presidente del Consiglio ha usato parole di ottimismo “Il 2015 sarà un anno felix” e ha poi aggiunto “Con Expo torniamo a correre”. Di correre il settore turistico dell’Italia ha un gran bisogno. Abbiamo 50 luoghi che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio Generale dell’Umanità – ben più di Francia e Spagna – ma le visite e gli introiti turistici dell’Italia sono al livello di Turchia e Tailandia, ben al di sotto di Francia e Spagna.
Con la crisi economica e gli interventi del governo Renzi in materia istituzionale e tributaria, il modello di federalismo fiscale disegnato dalla riforma del Titolo V della Costituzione ha perso pezzi e coerenza. Ma non ce n’è ancora uno alternativo. È urgente metterci mano.
La Bce ha deciso che le banche greche non potranno più chiederle fondi dando in garanzia titoli del debito pubblico del loro paese. Un provvedimento tecnico ma anche un segnale politico: se Atene e Bruxelles non arrivano a un accordo, non sarà Draghi a togliere le castagne dal fuoco all’area euro. Il ministro delle finanze ellenico Varoufakis propone all’Europa di convertire il debito verso i creditori sovrani in derivati indicizzati alla crescita del Pil greco. La proposta presenta pochi vantaggi e molte difficoltà di attuazione. A cominciare dal fatto che manca di un piano credibile per la crescita.
Siamo (quasi) in deflazione, come mostra il grafico. Un buon affare per chi ha un lavoro, perché il potere d’acquisto del suo salario è aumentato. Per gli altri (e forse per l’Italia), un rischio da brivido.
L’intenzione del governo di privatizzare (parzialmente) Ferrovie dello stato mettendo sul mercato il 40 per cento della holding si scontra con la logica del mercato. La società infatti è proprietaria della rete dei binari, asset costosissimo e poco redditizio per gli investitori. Che è bene rimanga pubblico. Ecco perché e come.
Sotto la pressione degli investitori internazionali, il governo fa una parziale marcia indietro sul voto maggiorato o plurimo. Rimane che un troppo elevato premio di fedeltà agli azionisti di lungo corso per dare stabilità all’impresa rende inamovibili i soci di maggioranza (a partire dalle fondazioni bancarie). Un meccanismo controverso da ripensare.
La giunta per le immunità ha “assolto” il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli per gli insulti razzisti rivolti all’ex-ministra Cécile Kyenge. Crediamo che la giunta abbia commesso un grave errore, interpretando in maniera del tutto impropria il principio della libertà di espressione. Riteniamo che la battaglia politica ancor prima dei rapporti quotidiani tra persone debba mantenersi all’interno di regole civili. La redazione de lavoce.info esprime solidarietà all’on. Kyenge.
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L’inflazione di gennaio è scesa a -0,6 per cento su base annua. Si parla dunque di deflazione.
Il dato è determinato dal crollo dei prezzi dei beni energetici (-9,1 per cento) che contano per il 9 per cento del paniere dei prezzi al consumo. I prezzi dei beni non energetici sono invece saliti dello 0,1 per cento, quelli dei servizi dello 0,5 per cento.
Per ora la discesa progressiva dell’inflazione verso (o sotto) lo zero si è tradotta in un aumento del potere d’acquisto dei salari, cresciuti dell’1,1 per cento nel 2014 (il netto tra +1,3 dei salari nominali e del +0,2 per cento dell’inflazione). L’aumento del potere d’acquisto dei salari del 2014 è una novità: il dato era stato di +0,2 nel 2013, -1,5 nel 2012 e -1,1 nel 2011. Per chi ha un lavoro l’inflazione zero non e’ poi tanto male.
Jobs act, verso nuovi ammortizzatori sociali
Di Patrik Vesan
il 13/02/2015
in Commenti e repliche
A partire dal primo maggio 2015 la Nuova assicurazione sociale per l’occupazione (Naspi) prenderà il posto sia dell’Aspi, sia della mini-Aspi. L’innovazione principale riguarda l’abbattimento dei requisiti contributivi e di anzianità assicurativa, che vengono portati rispettivamente a 30 giornate di lavoro effettive nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione e a 13 settimane di contributi versati negli ultimi quattro anni.
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