Il Governo rivede al ribasso le stime di crescita e al rialzo quelle sul deficit pubblico. Inevitabile dato il peggioramento della congiuntura internazionale. Dovrà tagliare spese e non potrà varare misure di sostegno all’economia. E non può più delegare ai politici l’autoregolamentazione. Ci vogliono subito tetti alle spese non solo del Parlamento, ma anche dei Consigli regionali.
La proposta della Commissione europea per costruire l’unione bancaria nell’Eurozonaevita di affrontare il nodo fondamentale: la Bce deve diventare prestatore di ultima istanza. Importante invece il tentativo di spezzare l’abbraccio mortale tra i governi e le banche nazionali zavorrate dai titoli di stato. Così forse riprenderà il mercato interbancario transfrontaliero e si favoriranno fusioni e acquisizioni tra istituti di diversi paesi. Ci vogliono però anche regole comuni per gestire le crisi bancarie. E la supervisione della BCE deve estendersi a tutte le banche, non solo le più grandi.
Con la pubblicazione del bando nei prossimi giorni, parte il concorso per 11.542 cattedre nella scuola italiana. Che cerca di sfoltire la giungla dei diritti acquisiti di decine di migliaia di docenti precari. Ma qual è il sistema corretto per valutare i buoni insegnanti?
Sempre peggio la disoccupazione giovanile, ormai intorno al 40 per cento. Anche perché le imprese, quando licenziano, tendono a cominciare dagli ultimi arrivati e dai contratti atipici. Meno colpiti i laureati e, in particolare, le donne.
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Marchionne dovrebbe fare bene i conti prima di imbarcarsi in tagli di capacità produttiva della Fiat. Così la casa di Torino rischia di sparire dal mercato europeo perdendosi la possibile ripresa nella seconda metà del 2013. Il contrario della strategia attuata finora: diversificare la presenza nel mondo, sfruttando le aree in crescita per tenere i conti in ordine. La scommessa è come attraversare il tunnel della crisi. Senza i benefici pubblici avuti in passato. Ma il Governo può aiutare se fa le riforme che rendono più competitivo il paese.
Continua lo spreco di capitale umano causato dai test d’ingresso alle facoltà a numero chiuso con meccanismi che escludono molti studenti più meritevoli di altri. Il sistema inaugurato quest’anno a Medicina corregge solo in minima parte questo ingente sperpero.
Il decretone Balduzzi vorrebbe riscrivere le regole di funzionamento della sanità pubblica che non sono state mai attuate o hanno mostrato limiti. In realtà è un pot-pourri di provvedimenti disparati: in parte innovativi, in parte insufficienti. Vediamo che cosa contiene.
È partito il treno del trasferimento di sovranità all’Europa della vigilanza bancaria. Per le lobby nazionali, dovrebbe essere più difficile fermarlo come hanno fatto sinora. Ecco come sarà il nuovo impianto normativo e i buchi che presenta, per esempio l’assenza di controlli europei sulle assicurazioni.
La lentezza della giustizia civile frena l’economia. Quanto potrebbero crescere di più le imprese se la durata dei processi venisse dimezzata? Uno studio cerca di rispondere.
Anche questa estate vaste aree boschive della Penisola sono state devastate da incendi. In buona parte dolosi, appiccati da criminali di vari tipi, dai mafiosi ai “reazionari rurali”. Cerchiamo di capire quanto ci costano, perché rimangono quasi tutti impuniti e come mai manca la prevenzione.
La Corte costituzionale tedesca, con la sua sentenza, fa capire che d’ora in poi non si metterà più di mezzo. L’Eurozona può andare avanti nella costruzione del Fondo salva-stati permanente, Esm. E, in parallelo, con l’unione bancaria: da inizio 2013 la Bce vigilerà su alcune banche europee e dal 2014 su tutte quelle della zona euro. Ma questa accelerazione non deve mascherare la lentezza con cui si centralizzerà la gestione delle crisi bancarie. Speriamo in un cambiamento di ritmo anche su questo fronte.
Sempre più soffocante la stretta creditizia per le piccole e medie imprese italiane. Pagano il denaro ben più delle grandi società, una asimmetria di trattamento molto più forte che nel resto dell’Eurozona. Anche a causa delle inefficienze delle nostre banche.
Come sarà il sistema di valutazione della qualità della scuola? Il regolamento è stato approvato dal Governo e ha davanti ancora un lungo iter. Una scheda per capire cosa contiene. E cosa manca.
Che fine ha fatto l’Autorità dei trasporti? È stata istituita in gennaio dal decreto “Cresci Italia” per regolare il settore e portarvi più concorrenza, ne sono stati designati i componenti, ma da allora cavilli legislativi e veti incrociati della politica ne hanno bloccato la realizzazione. Vediamo di ricostruire il deragliamento di questo progetto.
Saranno illimitati ma temporanei gli acquisti di titoli di stato da parte della Bce. Si concentreranno infatti sui titoli destinati a scadere entro tre anni. È un modo di garantirsi di essere rimborsati prima di altri creditori che potrebbe avere effetti perversi sulla gestione del debito incoraggiando emissioni a breve, quelle che rendono maggiormente vulnerabile un paese a una crisi di credibilità. Vero che l’Italia non dovrebbe ricorrere agli interventi della Bce, ma, come mostra il grafico, sta diventando sempre meno costoso finanziarsi a breve che a lungo termine e le pressioni politiche per tagliare la spesa per interessi sono molto forti.
Che cosa vuol dire unione bancaria europea? Quale la differenza tra l’attuale Efsf e il futuro Esm, creati per dare stabilità? Quali altri tasselli mancano? Cerchiamo di capirlo.
Riparte a Milano l’Area C, dopo una sospensione inaspettatamente ordinata a fine luglio dal Consiglio di stato. Che ha avuto come effetto l’ingresso libero delle auto nel centro città. L’episodio permette di meglio valutare gli effetti di questa regolazione del traffico. Potrebbe averlo ridotto in centro fino al 30 per cento.
Nell’agenda di Monti non c’è una riforma dell’immigrazione. Peccato perché ci sono cose molto importanti da affrontare: dai meccanismi d’ingresso all’integrazione, dalla tutela dei minori ai diritti civili.
Marco Arnone -scomparso pochi giorni fa- ci ha lasciato in eredità un esempio di impegno civile e contributi da studioso su temi su cui si gioca il futuro dell’Italia: i costi della giustizia, l’economia della corruzione, la tutela della trasparenza, la riduzione delle disuguaglianze.
È una svolta quella sancita dalla Banca centrale europea. Per la prima volta c’è un’istituzione sovranazionale europea che interviene a sostegno dell’euro. Ma meglio evitare eccessivi ottimismi sull’uscita dalla crisi, anche perché ci si muove sul filo del rasoio. Infatti la Bce si limita a ributtare la palla nel campo degli stati membri: “agirò solo se avrete prima agito voi”. E i governi faranno di tutto per non dover sottostare a procedure molto pesanti. Altro che memorandum leggero! Quindi alla fine la Bce potrebbe essere chiamata a intervenire solo quando il paese non è più in grado di fare alcun aggiustamento strutturale e sono necessari piani d’acquisto di titoli ingenti.
Si apre il tavolo con le parti sociali con totale mancanza di idee. Eppure si potrebbero ridurre le tasse sul lavoro sfoltendo la giungla di sussidi alle imprese. Vediamo come, pubblicando anche il Rapporto al presidente del Consiglio su questo tema.
Il capo della vigilanza della Bank of England propone di abbandonare le regole di Basilea sulla supervisione bancaria. È vero che sono complesse, alcune esageratamente prudenziali, ma hanno bisogno di essere sfoltite e corrette, piuttosto che mandate in soffitta.
Per la prima volta, in estate, abbiamo visto una piccola guerra dei prezzi dei carburanti al distributore. Innescata dagli sconti dell’Eni e dalla campagna Fiat-Ip. Bene. Eni e Fiat, però, sono anche i leader nel metano. Perché non scommettere sul suo impiego nell’auto? I vantaggi sarebbero molteplici.
Instabile e incerta la regolamentazione dei servizi pubblici locali. È stata oggetto di un referendum l’anno scorso (per l’acqua), di interventi del Governo Monti, di una recente sentenza della Corte costituzionale. Occorre mettere ordine tra istanze diverse, spesso conflittuali, tenendo conto dei princìpi europei.
Che storia c’è dietro i quasi 2 mila miliardi di debito pubblico italiano? Cinquant’anni di governi spreconi con poche eccezioni. Ripercorriamoli passo a passo.
Ilva di Taranto e carbone del Sulcis: due vicende drammatiche ma due storie molto diverse in termini di numeri, di mercato dei prodotti, di effetti sull’ambiente, di esiti possibili. Entrambe rendono evidente la necessità di riconversioni industriali e territoriali, comune a molti altri luoghi produttivi del paese. Mentre si apre il nuovo confronto con le parti sociali bene ricordare che una buona politica industriale è quella che sa immaginare l’Italia fra dieci o vent’anni.
Davvero la povertà in Italia è rimasta ferma nell’ultimo decennio all’11 per cento come recitano i comunicati dell’Istat? In realtà, al netto dell’inflazione il numero di quelli che vivono con reddito inferiore alla soglia di povertà definita prima della recessione è aumentato di più di un milione. Anche i dati dell’Inps sulle ore di Cassa integrazione autorizzate vanno letti in controluce. Ecco perché.
Troppo investimento nel mattone rende finanziariamente fragili le famiglie italiane, soprattutto i pensionati che hanno messo tutti i loro risparmi nella loro casa e in quella dei figli. Perché hanno quasi sempre un mutuo da pagare e la ricchezza immobiliare non è liquida. Così, in questo momento di crisi, hanno difficoltà a far fronte ai debiti e alle spese impreviste.
Niente tasse sulle bevande zuccherate. La proposta del ministro Balduzzi non ha avuto seguito. Bene perchè era improvvisata: non ne era stato stimato l’impatto. Sul piano dei principi generali, aveva un fondamento nei costi imposti alla collettività da chi non sa badare alla propria salute.
La redazione de lavoce.info è vicina nel dolore alla famiglia di Marco Arnone, nostro affezionato collaboratore, scomparso prematuramente. Oltre alla passione civile e professionale, ci lascia ammirati il coraggio con il quale Marco ha affrontato la malattia.
Il “decretone” sulla sanità in discussione in questi giorni in Consiglio dei Ministri contiene un variegato insieme di proposte, di portata più o meno rilevante, con le quali il ministro intende “promuovere lo sviluppo del Paese attraverso un più alto livello di tutela della salute”.
I partiti si stanno accordando su una nuova legge elettorale se possibile ancora più complessa di quella attuale. Serve a lasciare loro le mani libere per il dopo elezioni. Rischia di consegnarci un Parlamento molto frammentato e rafforza le oligarchie. Con la doppia crisi di sfiducia (i mercati verso l’Italia e gli italiani rispetto alla politica), stanno giocando col fuoco. Vediamo cosa si può fare per migliorare l’accordo. Altrimenti meglio andare al voto con le regole attuali e prevedere una fase costituente prolungando il governo tecnico.
Le ricette per la crescita del Governo sono condivisibili ma troppo generiche e manca un’identificazione delle priorità. Bene concentrarsi sulle riforme strutturali che eliminino quei vincoli che rendono l’Italia un paese poco competitivo.
La riforma Fornero introduce per legge obblighi di attivazione dei disoccupati per stimolarli alla ricerca di un impiego. Ma si dimentica che oggi c’è un problema di domanda di lavoro e non precisa chi dovrebbe fare questi interventi. Non si sa neanche chi gestirà servizi pubblici per l’impiego dopo i tagli alle province della spending review.
La riforma dell’Isee approda in Parlamento. Molte le innovazioni. Migliorerà l’efficacia distributiva del welfare italiano, ma qualche dubbio rimane.
La ricerca sperimentale è utile per valutare le politiche di contrasto dell’evasione fiscale e così migliorarne l’efficacia? L’esempio cinese e quello inglese sembrano indicare di sì.
Secondo quanto riportato dal Sole-24-Ore del 29 agosto, il Presidente del Monte dei Paschi di Siena Alessandro Profumo avrebbe dichiarato, a proposito della precedente gestione della banca, che “l’errore più grave non è stato l’acquisto di Antonveneta … quanto l’aver messo in portafoglio 27 miliardi di Btp: una scelta che, a oggi, è costata 5 miliardi di capitale alla banca. Senza quel fardello non avremmo avuto bisogno di aiuti pubblici”.