La svolta verde, annunciata dalla Bce, fa parte di una tendenza in atto a livello internazionale, con alcune iniziative già in corso. Potrebbe cambiare per sempre il modo di gestire le riserve delle banche centrali e di fare politica monetaria.
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La Cop25 di Madrid non passerà certo alla storia. È stata solo una conferenza-ponte verso la Cop26 dell’anno prossimo. Lì i paesi dovranno svelare le loro vere intenzioni sui piani di riduzione delle emissioni, parti integranti dell’Accordo di Parigi.
Greta Thunberg è stata nominata “Personaggio del 2019” da Time. Si tratta della persona più giovane ad aver mai ottenuto il riconoscimento. Del resto, per questa emblematica figura, non è l’unico premio dell’anno e forse nemmeno il più importante.
Con una comunicazione all’Europarlamento e al Consiglio europeo Von der Leyen ha lanciato un ambizioso piano che dovrebbe portare l’Unione a diventare il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050.
Si parla molto di migrazioni forzate per cause ambientali. Ma se spinte dai disastri ambientali, le persone si spostano verso altre regioni del proprio paese. Per affrontarle in modo efficace, ambiente e asilo sono questioni che vanno tenute distinte.
La prestigiosa rivista Lancet pubblica ogni anno un rapporto sulla relazione tra riscaldamento globale e salute. Ne esce un quadro drammatico. Ma la mole di dati lì contenuta può essere uno strumento utile per spingere cittadini e governi ad agire.
Il World Energy Outlook descrive alcuni scenari sull’evoluzione del consumo di energia da qui al 2040. Gli fa eco l’Emissions Gap Report. Per entrambi solo perseguendo obiettivi ambiziosi si può limitare l’aumento della temperatura a livelli accettabili.
La Commissione von der Leyen dovrà governare i profondi mutamenti che interessano la società europea. Oltre a politica monetaria e migrazioni, la sua azione dovrà affrontare temi come cambiamento climatico, digitalizzazione e sostenibilità alimentare.
I costi dei danni causati da fenomeni naturali sempre più estremi aumentano vertiginosamente. E lo fanno proprio nei paesi che un tempo erano considerati meno esposti: Europa e Stati Uniti. Anche in Italia è tempo di pensare a politiche di adattamento.