Le conclusioni della Cop28 possono apparire deludenti. Ma riuscire a far convergere 197 paesi su ambizioni condivise in un contesto geopolitico teso come quello attuale era tutt’altro che scontato. E c’è più attenzione alla finanza per il clima.
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Arrivano molti spunti di riflessione dalla Cop28 di Dubai: sul ruolo dei paesi produttori di fonti fossili e su quello dei paesi consumatori; sulla volontà di crescita dei paesi in via di sviluppo e sulle speranze legate alle tecnologie, di oggi e di domani.
Se la Cop26 sia stata un successo o un insuccesso dipende dalla prospettiva con cui la si giudica. Alcuni risultati importanti ci sono stati, anche se si tratta di annunci. Ma questa è la natura stessa delle Cop. Le decisioni concrete vanno prese altrove.
In vista della Cop 26 di Glasgow si moltiplicano gli appelli per interventi decisi contro il cambiamento climatico. Proprio per questo non è il momento di concedere sussidi alle fonti fossili, anche quando sono temporanei e motivati da buone intenzioni.
Il combustibile da rifiuti avrebbe le carte in regola per essere un sostituto “pulito” delle fonti fossili e una risposta all’eccessivo ricorso alle discariche. Potrebbe anche ridurre la dipendenza energetica del nostro paese. Eppure è poco utilizzato.
Sulle trivelle regna la confusione. Ma si può favorire la produzione di combustibili fossili, pur cercando di ridurne l’utilizzo. E a giudicare dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima sembra proprio questo l’orientamento del governo Conte.