La Commissione prova di nuovo a definire un quadro di regole comunitarie su asilo e ingressi non autorizzati. Ma per cercare di ottenere l’approvazione dei governi europei sovranisti, il pacchetto allontana la Ue dalla carta dei suoi valori fondamentali.
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Gli Stati Uniti hanno varato un pacchetto fiscale di proporzioni inusitate rivolto in primo luogo all’economia verde. Potrebbe avere ripercussioni pesanti per l’industria europea, come dimostrano le reazioni preoccupate di Commissione e singoli stati.
Gli ingenti acquisti di gas naturale per gli stoccaggi, un autunno mite e una forte riduzione dei consumi di energia hanno permesso ai paesi Ue di vivere l’inverno senza razionamenti. Non è detto che nel 2024 le condizioni siano altrettanto favorevoli.
La Commissione europea ha presentato la proposta di riforma delle regole fiscali. Sono differenziate e chiedono ai paesi ad alto debito di presentare un piano pluriennale di rientro. Danno più rilievo alla crescita. Ma resta il problema del rispetto delle norme.
Il primo Codice europeo contro la disinformazione del 2018 aveva come nozione fondante la metafora di internet quale nuovo mercato delle idee, importata dagli Stati Uniti. Trasportata in un sistema valoriale diverso, non poteva che fallire.
Entro la fine di gennaio, la Commissione europea dovrà adottare l’atto complementare delegato sulla tassonomia, che fornirà agli investitori una classificazione delle fonti di energia considerate sostenibili. È il momento delle scelte per gas e nucleare.
La moda è una delle industrie più inquinanti. L’Italia ha scelto di anticipare di tre anni l’obbligo di raccolta differenziata del tessile, al 1° gennaio 2022. Ma né i gestori della raccolta né le aziende manifatturiere sembrano pronte al cambiamento.
Prima se ne è parlato fin troppo, ora del Mes non parla più nessuno. Invece sarebbe utile riprendere la discussione. Perché i problemi del nostro sistema sanitario sono ancora da risolvere e risparmiare risorse è sempre una necessità.
Una riforma delle regole fiscali europee è auspicabile, perché molto è cambiato dai tempi di Maastricht. Ma solo modificare il parametro del debito dal 60 al 100 per cento non è sufficiente. Il problema potrebbe ripresentarsi in futuro.
La Ue esclude il finanziamento alla costruzione di barriere fisiche contro i migranti. Resta però la debolezza della sua politica migratoria. Si dovrebbero invece creare canali di immigrazione legale in Europa per ragioni umanitarie, ma anche economiche.