La decarbonizzazione dell’industria europea è uno dei punti centrali del rapporto Draghi. Perché così si abbassa il costo dell’energia. Ma occorre anche dare sostegno ai settori che trainano l’innovazione, dalle tecnologie pulite ai veicoli elettrici.
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Se la nuova Commissione abbandonerà il Green Deal saranno traditi gli obiettivi ambientali. Ma sarà un danno anche per la parte più innovativa dell’industria dell’auto, già avviata verso l’abbandono dei carburanti fossili. Perché l’Italia ha un ruolo.
I primi dati del 2024 segnano un calo delle immatricolazioni di auto elettriche a batteria in Europa. Sempre più spazio guadagna invece il mercato dell’usato, per lo più alimentato a benzina e diesel. Come raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione?
Le comunità energetiche rinnovabili sono cruciali per la decarbonizzazione, decentralizzazione e digitalizzazione del settore energia. Il loro profilo fiscale, però, non è ancora del tutto definito. Una risposta dell’Agenzia delle entrate aiuta a orientarsi.
All’Italia servono nuovi impianti di energia rinnovabile. Per la loro realizzazione non c’è solo l’ostacolo di regole incerte e contraddittorie. Mancano altre condizioni essenziali, come l’aumento della capacità di stoccaggio e l’ammodernamento della rete.
Con l’aumento dei prezzi delle materie prime e la guerra in Ucraina, dal mondo politico e imprenditoriale sono arrivate richieste di rivedere il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Non è una buona idea, proprio perché il Pnrr mette a disposizione risorse per superare criticità strutturali del nostro paese e sostenere la crescita. Sul reddito di cittadinanza sono piovute molte critiche, basate spesso su luoghi comuni più che su dati concreti. Il Rapporto Inapp mostra che il Rdc è effettivamente percepito da famiglie povere e neanche da tutte quelle che potrebbero averne diritto. La misura va rivista, ma per includere chi oggi è penalizzato dal suo disegno. Nei rincari dei carburanti, è quello del gasolio a preoccupare di più, anche perché in Italia lo utilizzano la quasi totalità dei veicoli commerciali e 17 milioni di auto. La guerra in Ucraina, con il possibile blocco delle importazioni dalla Russia, peggiora infatti una situazione già grave per il calo delle scorte nel dopo-pandemia. Come sostituire il gas e il petrolio russi? Diversificare le fonti di approvvigionamento, come sta facendo il governo, è certo utile. Meglio ancora è attuare una strategia integrata di decarbonizzazione del sistema elettrico, come d’altra parte prevedono le politiche europee sul clima. Il documento di programmazione sull’assistenza sanitaria territoriale ha molti pregi e qualche limite: su alcuni temi ha un approccio che guarda al passato e può portare a una frattura nei rapporti ospedale-territorio.
Lavoce in 30 minuti è un’iniziativa che si articola in una serie di incontri in diretta con redattori e collaboratori per discutere dei principali temi di attualità economica. I video degli incontri tenuti finora con Gianmarco Ottaviano su globalizzazione e sanzioni contro la Russia, con Michele Polo sulla dipendenza europea dal gas russo e con Alessia Amighini su interessi e ruolo della Cina nella guerra in Ucraina sono disponibili qui, qui e qui.
Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”. Questa settimana abbiamo preparato una serie di grafici sulle dichiarazioni dei redditi degli italiani nel 2020.
Come di consueto, durante il periodo pasquale, lavoce interrompe l’invio della newsletter, che riprenderà venerdì 22 aprile. La redazione augura buona Pasqua ai lettori.
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L’Italia può rinunciare al gas russo, ma deve attuare una strategia integrata di decarbonizzazione del sistema elettrico, seguendo le politiche climatiche europee. Localizzazione degli investimenti e stoccaggio di elettricità sono i fattori cruciali.
Manca l’auspicata liberalizzazione delle concessioni balneari ma nel ddl concorrenza sono molte le misure previste, tutte nel comparto dei servizi, dove è forte il ruolo di intermediazione dell’operatore pubblico.
Un accordo sulla revisione delle regole di bilancio europee è ancora lontano. Nel frattempo, però, si può agire a livello di singoli stati per incentivare la riduzione dello stock di debito. Il recente G20 di Roma ha di fatto confermato ed esteso l’accordo già raggiunto in sede Ocse per una più equa tassazione delle multinazionali. Ora si tratta di passare dalle parole ai fatti.
Gran parte dei fondi del Pnrr andrà a beneficio dei settori industriali tradizionali, con l’obiettivo di incentivarne la transizione digitale e verde. Il rischio però è di un ingorgo di investimenti nelle costruzioni. Pnrr che potrebbe non avere un grande peso, almeno nel breve periodo, nel raggiungimento dei target di decarbonizzazione, anche in quei paesi, come Italia e Spagna, che vi dedicano le risorse più cospicue. Crescono in proporzione al Pil i rifiuti speciali. Che sempre più spesso vengono recuperati, anche se la riduzione del numero di impianti e i crescenti divari territoriali richiedono soluzioni urgenti.
Dopo il caso berlinese – con la vittoria del referendum sull’esproprio di parte del patrimonio residenziale privato – e quello svedese, anche i Paesi Bassi si trovano a fare i conti con il caro-casa. La situazione.
Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”. Molti stati membri continuano ad avere difficoltà ad assorbire i fondi Ue. Questo e altri temi sollevati dalla relazione annuale della Corte dei Conti europea nel nostro slideshow.
Save the date! Convegno annuale de lavoce.info
Giovedì 16 dicembre dalle 17 alle 19.30 si svolgerà, in presenza e in diretta Zoom, il convegno annuale de lavoce.info: si parlerà di vaccini e delle sfide del Pnrr. A breve tutti i dettagli.
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L’ultimo bando del Gestore dei servizi energetici per destinare incentivi alle centrali elettriche green è andato quasi deserto. Colpa delle procedure, ancora troppo lunghe e complesse, e dei molti ostacoli istituzionali che scoraggiano gli investitori.
Il cambiamento climatico va affrontato. Ma i governi hanno difficoltà a trovare stime affidabili su cui costruire le politiche. Ora dall’America si propone un nuovo approccio, concentrato sul breve termine. Il suo vantaggio principale è la flessibilità.