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Una congiuntura negativa non basta per cambiare il Pnrr

I recenti sviluppi del contesto economico internazionale hanno spinto alcuni osservatori a suggerire la modifica del Pnrr. ma l’iter sarebbe lungo e una semplice congiuntura negativa non giustifica una mossa così radicale.

Le inefficienze nella spesa dei fondi europei in quattro grafici

Sul Pnrr Italia e Germania hanno idee diverse

Come utilizzano i fondi del Pnrr Germania e Italia? Berlino ha scelto il consolidamento della finanza pubblica. Roma invece scommette su un complesso di riforme e investimenti, che dovrebbe produrre un impatto positivo e persistente sulla crescita del Pil.

La buona spesa fa il debito buono*

Alcune spese, anche se in deficit, hanno minori effetti sul debito e stimolano la crescita del Pil. Sono gli investimenti e spese correnti per formazione, cultura, difesa e welfare. Mentre interessi e incentivi alle imprese fanno aumentare il debito.

Investire in salute è un buon affare

Solo 9 miliardi alla sanità nel Piano da finanziare con il Recovery Fund. Gli altri fondi necessari andranno presi a prestito. Ma il Ssn sarà capace di generare le risorse per ripagare il debito? Servono gli investimenti giusti e un cambio di paradigma.

Se la scuola è un colabrodo, le colpe sono di tutti

Se in Italia esiste un “problema scuola”, la causa non è il Covid, bensì la scelta generalizzata di non investire sul futuro dei giovani. Ora i fondi di “Next Generation EU” e Fse+ sono una grande opportunità, ma anche lo stato deve fare la sua parte.

Il Punto

L’ultima decisione della Bce esemplifica la riluttanza delle banche centrali a controllare i tassi di cambio. Ma nella politica monetaria la cooperazione internazionale diventerà inevitabile. Intanto, nonostante i pericolosi passi indietro sull’accordo per la Brexit, Boris Johnson sembra continuare a godere del favore degli elettori britannici. Mancano rivali credibili.
Con la pronuncia della Corte europea sul caso Mediaset-Vivendi si avvia anche in Italia la convergenza tra tv e telecomunicazioni? Se sì, la questione della rete tornerebbe centrale. Quali gli effetti dei fondi europei sulla crescita nel Mezzogiorno? Scarsi in termini di produttività, mentre la spesa in infrastrutture ha dato risultati più incoraggianti. Progettazione, attuazione e valutazione: dovrebbe essere questo il ciclo alla base di ogni attività della pubblica amministrazione. Qualsiasi ipotesi di riforma deve tenerne conto.
Da soluzione di emergenza, la didattica a distanza potrebbe rivelarsi un’opportunità di rinnovamento dell’insegnamento universitario. A patto di non smaterializzare il rapporto docenti-studenti.

Ultima puntata de “Le parole chiave dell’economia”, il podcast de lavoce.info in collaborazione con il Festival di Trento. Questa settimana: Green economy, con Marzio Galeotti e Alessandro Lanza.

Si è chiuso il concorso di idee “Un settore pubblico acceleratore di sviluppo”, rivolto a tutti gli studenti universitari e di dottorato. Le proposte che ci sono arrivate sono ora in fase di valutazione e l’idea vincitrice sarà premiata nel corso del Festival dell’Economia di Trento.

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Recovery Fund: imparare dai fondi strutturali

L’esperienza con i Fondi strutturali europei può aiutarci a utilizzare nel modo migliore le risorse del Recovery Fund. Per garantire la crescita, gli investimenti dovranno tener conto di complementarietà, sistematicità, addizionalità e radicamento.

Pubblica amministrazione: la semplicità va unita alla capacità

Il governo è in procinto di varare un decreto per la semplificazione della Pa. Ma i risultati ottenuti nella gestione dei fondi europei chiamano in causa la capacità amministrativa degli enti più che il quadro legislativo o il numero di dipendenti.

Il Punto

I “rider” o ciclofattorini avranno la legge che li protegge. Anche troppo. Loro e tutti gli autonomi collaboratori continuativi saranno “lavoratori subordinati”. Dopo il voto della Camera nascerà una gabbia contrattuale senza spazio per la flessibilità. Di cui il lavoro organizzato su piattaforme digitali ha bisogno.
Mario Draghi ha governato la Bce per otto anni salvando l’euro. Spesso criticato dai tedeschi e inascoltato nei suoi appelli a procedere con riforme accompagnate da politiche di bilancio di sostegno alla crescita, oggi lascia quando anche in Germania il vento sta cambiando nella direzione che lui ha indicato.
Si chiama “decreto clima” ma sui cambiamenti climatici c’è poco. Si parla semmai di qualità dell’aria. Mentre si stanziano 255 milioni per un “buono mobilità” per chi rottama vecchie auto e motorini in cambio di abbonamenti ai mezzi pubblici o dell’acquisto di una e-bike. I problemi restano da affrontare.
Peraltro, prima di fare le leggi sarebbe bene valutarne gli effetti attesi. Invece nella finanziaria ci saranno agevolazioni a chi chiede scontrini e ricevute al ristorante o all’idraulico. Anche se alcuni studi dicono che offrire incentivi monetari potrebbe vanificare la spinta etico-morale alla base dei comportamenti anti-evasione. Mentre un’altra ricerca sull’effetto dei fondi di coesione territoriale sulle elezioni italiane mostra che politiche fiscali più espansive potrebbero aiutare contro il populismo. Riducendo i disagi e le paure indotte e ingigantite dalla tenaglia tra globalizzazione e rivoluzione tecnologica.

Il podcast de lavoce.info
Il nuovo podcast lavoce in capitolo. Parliamo di “Rilanciare la crescita” con Francesco Daveri.

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