Un buon utilizzo dell’IA a scuola non può prescindere dalla formazione degli insegnanti. Per ora i dati ci dicono che le giuste competenze le hanno in pochi, così come pochi la utilizzano e ancora meno la considerano effettivamente utile.
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In Italia la formazione non formale è sottovalutata. Andrebbe invece valorizzata perché in un periodo di grandi trasformazioni acquistano sempre più importanza le competenze delle persone, indipendentemente da dove o come siano state acquisite.
A fine anno scade il termine per il raggiungimento di tre obiettivi associati alla riforma delle politiche attive finanziata dal Pnrr. La carenza di dati certi e il continuo cambiamento delle regole rendono molto difficile valutarne andamento e risultati.
Un insegnante italiano guadagna, in media, molto meno di un lavoratore laureato. Il divario non è però uguale per tutti. Chi ha una laurea umanistica ha uno stipendio più alto degli ex colleghi di università . Per i laureati Stem accade il contrario.
È positivo che il Supporto per la formazione e il lavoro si rivolga al singolo individuo. Mentre la piattaforma Siil rende interoperabili i dati di tutte le politiche attive. Più problematico costruire percorsi di formazione adeguati al contesto economico.
Il Governo punta a soluzioni semplici per risolvere i problemi della formazione dei medici. Per garantire più qualità , però, bisogna agire in maniera strutturale su tutto il percorso educativo. Ecco una panoramica delle principali criticità .
Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta analizziamo il programma di Azione e +Europa. Davvero esistono ancora tirocini extracurriculari non pagati?
Il Dl n. 36 regola il meccanismo di immissione in ruolo degli insegnanti. Mette al centro la formazione iniziale e stabilisce una chiara distinzione fra il momento dell’abilitazione e quello dell’assunzione. Ma non definisce un vero percorso di carriera.
Il Programma Gol è un progetto ambizioso che dovrebbe coinvolgere oltre 3 milioni di persone. Il suo successo dipenderà dalla capacità di agire su tre piani: comunicazione, orientamento e formazione a distanza. Ma il personale ha le competenze adatte?
Per garantire una rapida ripresa dell’economia sono cruciali le politiche attive del lavoro, in particolare nella formazione dei lavoratori. Ma in Italia si investe poco in questo campo. E anche dal punto di vista organizzativo le lacune sono tante.