Nella vicenda Unicredit-Commerzbank-Banco Bpm il governo tedesco e quello italiano cercano di condizionare l’esito di operazioni di mercato. Dovrebbero invece completare l’unione bancaria, creando un ambiente favorevole alle concentrazioni cross-border.
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Dopo il voto europeo si riapriranno le trattative per completare l’Unione bancaria e per rilanciare l’Unione dei mercati dei capitali, che saranno lunghe e difficili. Il governo italiano parte da una posizione di isolamento, a causa del veto sul Mes.
La Bce continua a mantenere una politica monetaria restrittiva. Ma ancheun eventuale calo dei tassi non risolverà i gravi problemi dell’economia europea senza passi avanti nella realizzazione dell’Unione monetaria e dell’Unione del mercato dei capitali.
Con il no del Parlamento alla ratifica delle modifiche al Mes, l’Italia resta isolata in Europa e il nostro sistema bancario privo di un’assicurazione. La via d’uscita potrebbe essere una proposta sul vero punto critico del Meccanismo: la sua governance.
Di ratifica del Mes si riparlerà fra quattro mesi. Ma come funziona il Meccanismo europeo di stabilità? Sono reali i problemi di governance? Il tentativo di inserire la partita in un dossier più ampio potrebbe non essere vantaggioso per il nostro paese.
Le idee dei partiti sulla sanità appaiono più una collezione di interventi che non il disegno di una revisione organica del Ssn. Manca poi il raccordo con la riforma prevista dal Pnrr. Nei programmi si ritrovano temi comuni e proposte di bandiera.
L’assegno unico per i figli entrerà in vigore da marzo 2022. È un’ottima notizia, ma non mancano le criticità, a partire dalla riduzione delle risorse per le famiglie più deboli. L’offerta del fondo Kkr su Tim riapre i giochi nel mondo delle telecomunicazioni, alla vigilia dell’arrivo dei fondi Pnrr. Non è solo un’operazione tra due società private, avrà riflessi su interessi cruciali del nostro paese. Sulla bocca di tutti durante le prime ondate della pandemia, il Mes è ora scomparso dal dibattito e dai media. Eppure, quelle risorse potrebbero essere ancora utili alla nostra sanità. Negli Stati Uniti molte aziende faticano a trovare lavoratori. Se la pandemia non è sotto controllo, neanche salari più alti, benefit e abbassamento dei requisiti di ingresso risolveranno il problema. Il Ddl concorrenza introduce il divieto di abuso di dipendenza economica, ma per le piattaforme digitali non si tratta di una condanna a priori. Di norme di questo tipo dovrebbero però occuparsi le istituzioni comunitarie. Le ingenti risorse che arrivano dall’Europa sono un’occasione unica per l’Italia. Purché una politica divisa su tutto non blocchi il processo di riforma avviato dal governo.
È online il primo episodio de L’anno che verrà, il nuovo podcast de lavoce.info che racconta i temi più importanti tra quelli trattati dalla legge di bilancio in discussione. Questa settimana, abbiamo parlato di pensioni con Elsa Fornero. Potete ascoltarlo sul nostro sito e sulle principali app di podcast.
Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”.
Save the date! Convegno annuale de lavoce
Giovedì 16 dicembre dalle 17 alle 19.30 si svolgerà, in presenza e in diretta Zoom, il convegno annuale de lavoce: si parlerà di vaccini e delle sfide del Pnrr. A breve tutti i dettagli.
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Prima se ne è parlato fin troppo, ora del Mes non parla più nessuno. Invece sarebbe utile riprendere la discussione. Perché i problemi del nostro sistema sanitario sono ancora da risolvere e risparmiare risorse è sempre una necessità.
Aumentano le risorse per la sanità nella bozza di legge di bilancio presentata dal governo. Ma alcuni nodi restano irrisolti, a partire dalla dotazione di personale e dal ruolo da affidare alle regioni. Notevoli anche gli stanziamenti previsti dal Pnrr per il turismo, uno dei settori più colpiti dalla pandemia. Sembra mancare però una strategia di insieme, indirizzata verso obiettivi green e digitali.
Le regole fiscali fissate a Maastricht vanno senz’altro riviste alla luce del mutato contesto europeo. Ma modificare solo il parametro del debito dal 60 al 100%, come proposto da alcuni, non basta. Tra pochi giorni dovrebbe concludersi la travagliata vicenda della direttiva Ue sui servizi audiovisivi. La legge che la recepisce impone però obblighi molto rigidi che rischiano di penalizzare il settore.
Torniamo sulla vicenda Inpgi-Inps, sintomatica delle lacune dell’attuale sistema di pluralismo previdenziale. Numerosi i punti critici da affrontare, inclusa la modalità di revisione delle prestazioni.
Quello dell’aumento delle dimissioni è un fenomeno rilevante, trasversale e tutt’altro che episodico. Sintomo di una riattivazione della mobilità ma anche di tensioni crescenti tra domanda e offerta. Negli Usa molti di coloro che si sono dimessi negli ultimi mesi sembrano alla ricerca di impieghi con salari più alti e maggiore flessibilità. Le stesse motivazioni che muovono anche i lavoratori italiani? Aumenta intanto il risparmio delle famiglie. Un fenomeno legato alle preoccupazioni derivanti dalla pandemia che coinvolge i giovani ma anche i loro genitori. Come stimolare una ripresa dei consumi?
Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”. Le emissioni hanno effetti tangibili sull’aumento della temperatura e sul rischio di eventi meteorologici estremi. Ma quali sono i paesi che inquinano di più e quali quelli più esposti al rischio? Nel nostro slideshow alcuni tra i dati più interessanti del Climate Change Performance Index.
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Una riforma delle regole fiscali europee è auspicabile, perché molto è cambiato dai tempi di Maastricht. Ma solo modificare il parametro del debito dal 60 al 100 per cento non è sufficiente. Il problema potrebbe ripresentarsi in futuro.