La maggioranza della popolazione immigrata è costituita da donne. Pur con un livello di istruzione in media superiore, hanno una probabilità di occupazione molto più bassa degli immigrati uomini e delle native. E quando lavorano hanno salari più bassi.
Tag: occupazione Pagina 4 di 15
La scarsa partecipazione femminile al mercato del lavoro è uno degli elementi alla base della bassa crescita del Mezzogiorno. La Calabria rappresenta una delle regioni più problematiche. Mancanza di servizi alle famiglie e minore livello d’istruzione sono tra gli ostacoli a uno sviluppo duraturo e diffuso.
È opinione diffusa che le infrastrutture di trasporto favoriscano lo sviluppo delle aree servite. Ma spesso le opere portano a una semplice ricollocazione dell’attività economica. Sembra confermarlo anche il caso della Salerno-Reggio Calabria.
L’attuazione del Pnrr dovrebbe comportare un innalzamento dei tassi di occupazione di donne e giovani. Ma l’esplicita indicazione di quote riservate rischia di essere vanificata da linee guida che ammettono deroghe con motivazioni molto generiche.
La relazione del Gruppo di lavoro sugli interventi e le misure di contrasto alla povertà lavorativa in Italia traccia un quadro del fenomeno, indicando il numero dei lavoratori più a rischio. All’analisi affianca un pacchetto di proposte di riforma.
L’automazione dei processi produttivi cambia il mercato del lavoro. Offre anche opportunità. Ma le competenze necessarie a svolgere le nuove professioni sono diverse da quelle dei lavoratori attuali. E i giovani rispondono iscrivendosi all’università.
Entra in vigore il decreto flussi, che permette l’ingresso in Italia di più di 60mila lavoratori extra-Ue. La procedura, lunga e complicata, riguarda un numero di lavoratori superiore rispetto agli anni scorsi, ma in buona parte ancora stagionali.
Per comprendere il fenomeno delle cosiddette grandi dimissioni occorre avere un identikit più preciso di quali lavoratori hanno lasciato volontariamente il posto di lavoro nel 2021. Dall’analisi dei dati delle comunicazioni obbligatorie emergono novità.
Visto da vicino, il lavoro su piattaforma si discosta dalla narrazione di un processo produttivo capace di creare una libera economia della condivisione. Semmai si caratterizza come un modello di produzione controllato e che genera precarietà.
Il recupero cooperativo da parte dei lavoratori di aziende in crisi salvaguarda l’occupazione, produce coesione sociale e reddito. Anche per lo stato si rivela un ottimo affare, come dimostra un bilancio tra investimenti statali e ritorni fiscali.