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Quando la spending review frena i piani del Pnrr

Molti comuni, specie tra quelli che più ne avevano bisogno, hanno rinunciato alle opportunità di compensare i ritardi accumulati e migliorare i propri servizi offerte dal Pnrr. Il motivo è il timore di non poter far fronte alle spese di gestione dei progetti.

La spending review che colpisce il Pnrr

La legge di bilancio 2024 chiede ai comuni un contributo alla finanza pubblica, calcolato anche sulla base dei fondi Pnrr ricevuti. Dopo tante promesse, ne escono penalizzate le amministrazioni che meglio hanno utilizzato il piano di investimenti europei.

Una spending review riservata ai comuni

Come verranno suddivisi i tagli di spesa previsti dalla legge di bilancio per la pubblica amministrazione? Una bozza di decreto prevede che siano maggiori per gli enti locali che sono riusciti ad avviare progetti Pnrr. Ma è una logica che non convince.

Il Punto

Sono pesanti le conseguenze della didattica online sulle competenze degli studenti, in particolare quelli a bassa abilità. Decisamente meglio la modalità mista, con un mix di lezioni in presenza e a distanza.
Nel secondo trimestre del 2020 tutte le imprese europee hanno subito perdite rilevanti. Turismo e trasporti i settori più colpiti ovunque, mentre hanno tenuto informazione e commercio al dettaglio. Al di là delle polemiche, il bonus da 600 euro si è rivelata una misura efficace. Inevitabile che non prevedesse condizioni, vista l’eccezionalità del periodo e la difficoltà a dimostrare le perdite di reddito.
Con la campagna di promozione lanciata a marzo dal governo, sono aumentate le chiamate al numero antiviolenza e stalking. Non nelle aree in cui la violenza di genere è più accettata.
Simili sotto molti punti di vista, Italia e Spagna faticano entrambe ad avviare una seria revisione della spesa. L’Italia fa leggermente meglio, complice anche la cronica instabilità spagnola. In difficoltà internamente e quindi proiettato all’attivismo militare per recuperare popolarità, Erdogan è un alleato sempre più scomodo per la Nato e l’Occidente. Rimanendo all’estero, l’accordo per la ristrutturazione del debito rappresenta una vera e propria boccata d’ossigeno per il governo argentino. Che ora però deve risolvere i problemi endemici dell’economia.

Ultime puntate de “Le parole chiave dell’economia”, il podcast de lavoce.info in collaborazione con il Festival di Trento. Questa settimana: Nudging, con Luigi Mittone. Da lunedì: Green economy, con Marzio Galeotti e Alessandro Lanza.

Si è chiuso il concorso di idee “Un settore pubblico acceleratore di sviluppo”, rivolto a tutti gli studenti universitari e di dottorato. Le proposte che ci sono arrivate sono ora in fase di valutazione e l’idea vincitrice sarà premiata nel corso del Festival dell’Economia di Trento.

Nel momento della scomparsa della madre di Tito Boeri, Cini, la redazione si stringe con affetto attorno all’amico e collega.

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Sulla spending review l’Italia batte la Spagna di misura

Pur se con molta prudenza, l’Italia ha avviato una revisione della spesa, certificata nella legge di bilancio. L’instabilità politica lascia invece la Spagna ferma alla fase degli annunci. A frenare sui tagli sono spesso i partiti populisti al governo.

Quei debiti della Pa che pesano sull’economia

È paradossale che il governo stanzi ingenti risorse per fornire liquidità alle imprese attraverso le banche, mentre le pubbliche amministrazioni non pagano i propri debiti. Eppure, somme già stanziate in bilancio non si trasformano in pagamenti effettivi.

Lo stato di salute del servizio sanitario

La spesa sanitaria pubblica del nostro paese è al di sotto della media dei paesi Ocse e della Ue. Ma la salute dei cittadini non ne ha sofferto. L’esperienza dei piani di rientro potrebbe dunque essere un serio esempio di spending review che funziona.

Il Punto

Mentre il ministro Savona – senza dare le dimissioni – definisce il condono fiscale una forma di redistribuzione, vale la pena di continuare a studiarne i dettagli. Tra questi c’è la sanatoria di multe e bolli auto di importo sotto i mille euro che andrebbe incontro a chi non ha potuto pagare (per chi lo ha fatto: peccato!) e per alleggerire il “magazzino” della macchina tributaria. Che rimarrebbe inefficiente come prima.
Da Francoforte Mario Draghi ha parlato di ripresa europea in rallentamento che convalida l’esigenza di mantenere una politica di bassi tassi e aiuto al credito da parte della Bce. All’Italia un avvertimento: in caso di rischio di default niente salvataggi. Eventualmente c’è solo l’Omt (un piano di acquisto di titoli che metterebbe i nostri conti sotto tutela Ue). Meglio invece che si abbassino i toni e si cerchi un accordo. Del resto un nuovo studio mostra che le banche italiane sono uscite dalla Grande crisi più fragili degli altri istituti di credito dei grandi paesi europei. E fanno fatica a recuperare redditività.
Anche il governo Lega-M5s proverà ad attuare la spending review. Chissà se il tentativo avrà più successo dei precedenti che si sono incagliati contro la resistenza dei burocrati e l’assenza di volontà dei singoli ministri. Ma dagli errori passati qualcosa si può imparare per rendere l’azione più efficace. A proposito di spesa pubblica, non è un buon segnale che il piano di rilancio della pubblica amministrazione presentato dal governo sia tutto incentrato su assunzioni di personale: poliziotti, magistrati e personale amministrativo. Senza cenni a formazione, programmazione, valutazione, il rischio clientelismo è dietro l’angolo.
Le start up innovative in Italia sono oltre 7.500, per un quarto con base in Lombardia. Una ricerca ne disegna profilo, settori di sviluppo, caratteristiche, forme di finanziamento. Con qualche sorpresa. Per esempio, i fondatori non sono giovanissimi ma hanno in maggioranza esperienza da imprenditori o manager.

Spesa pubblica: la revisione è possibile*

Tante prove di spending review, ma una vera analisi e revisione della spesa non è stata ancora realizzata. Eppure, è un processo da riavviare per aumentare l’efficienza del settore pubblico. Qui alcune proposte per non ripetere gli errori del passato.

Diminuire la spesa, ma senza tagliare i servizi

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