Canada, Messico e Cina sono i primi destinatari dei dazi promessi dal presidente Usa. Ma le tariffe non daranno i risultati economici sbandierati. Perché sono soprattutto uno strumento di pressione. La reazione però potrebbe essere diversa da quella voluta.
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È probabile che l’amministrazione Trump imponga dazi anche sulle esportazioni europee negli Usa. Nello scenario peggiore la Bce potrebbe trovarsi a fronteggiare contemporaneamente il rallentamento dell’attività economica e il rialzo dell’inflazione.
I mercati finanziari americani, così come quelli delle scommesse, avevano anticipato la vittoria di Trump. Come in altre occasioni, sono rimasti inascoltati. Ma i mercati delle previsioni non sono Cassandre, sono fonti di informazioni sempre più precise.
Una delle prime iniziative del rieletto Trump sarà l’aumento dei dazi verso i prodotti di altri paesi, cinesi in primo luogo, ma anche europei. La Ue potrebbe trovarsi nella posizione più difficile, anche per la dipendenza dagli Usa per gas e petrolio.
Il secondo mandato di Trump avrà conseguenze sulle politiche del clima a livello internazionale. Molto probabilmente gli Usa usciranno dall’Accordo di Parigi e forse abbandoneranno anche l’Unfccc. L’Europa deve tornare a esercitare un ruolo di leadership.
Se a novembre Donald Trump sarà rieletto alla presidenza degli Stati Uniti, costruirà una amministrazione più coesa e “fedele”. La politica estera assumerà toni più aggressivi, ma sui dossier più scottanti non dovrebbero esserci cambiamenti eclatanti.
Il presidente Usa ha affidato a Kamala Harris il capitolo migranti. E alcune dichiarazioni della vicepresidente sono sembrate in contrasto con un effettivo mutamento di rotta rispetto agli anni di Trump. Ma diversi interventi segnalano il cambiamento.
Joe Biden ha iniziato la sua presidenza con un pacchetto di ordini esecutivi che riguardano anche le politiche migratorie. Non si limitano a cancellare le misure più odiose dell’amministrazione Trump, ma prefigurano un ambizioso disegno riformatore.
Europa e Usa hanno finora affrontato con approcci opposti il tema della libertà di espressione sulle piattaforme digitali, non senza contraddizioni interne. Ora però è il momento di trovare un linguaggio comune nei meccanismi procedurali.