Per lungo tempo l’Europa ha usufruito di una difesa collettiva spendendo poco. L’accordo al vertice Nato sul 5 per cento del Pil per la sicurezza è una vittoria politica di Trump. Ma non garantisce lo sviluppo delle capacità militari che sarebbero necessarie.

In Italia pochi studenti delle superiori conoscono strumenti e benefici del diritto allo studio universitario, in particolare l’esistenza della borsa di studio. Informarli può favorire il proseguimento degli studi, specie di chi ne ha più bisogno.

L’obiettivo del savings and investments account è far crescere la partecipazione dei risparmiatori al mercato dei capitali. Sarà decisiva la proposta della Commissione sul regime di tassazione: la no tax area del modello svedese ha conseguenze sulle entrate.

Le catene globali del valore plasmano ormai l’economia mondiale. Per questo, la guerra commerciale non ha effetti solo sulle scelte delle imprese. Un rallentamento della globalizzazione ha conseguenze di medio periodo ancora più preoccupanti.
In un’economia mondiale basata sulle catene globali del valore, l’effetto dei dazi rischia di diventare strutturale. Con gli Stati Uniti che manterranno a lungo le politiche protezionistiche, la geografia dei flussi commerciali si riconfigurerà. Esautorate le organizzazioni multilaterali, con la fiducia nell’economia Usa che scende, l’influenza della Cina è destinata ad aumentare. Preoccupati per le minacce di Donald Trump di tirarsi fuori dall’Alleanza, i paesi Nato hanno concordato di portare al 5 per cento del Pil le spese per la difesa. Per l’Italia ci saranno da trovare finanziamenti strutturali per almeno un punto e mezzo di Pil in più all’anno. La rivoluzione digitale tende a cancellare la distinzione tra lavoro subordinato e lavoro autonomo, mentre si fa strada una nuova forma, quella del “lavoro personale”. Per garantire a tutti i lavoratori tutele adeguate servono allora nuove normative e nuovi modelli contrattuali. I dati di Eurostat permettono di capire a che punto è la coesione fra territori all’interno dell’Unione europea dopo le crisi dei debiti sovrani e la pandemia. Gli stati che partivano da situazioni di svantaggio, soprattutto le regioni dell’Est Europa, hanno accelerato il passo, quelli che avevano raggiunto alti livelli di benessere lo hanno rallentato. Nel nostro paese è aumentato il numero delle aree in ritardo di sviluppo.
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È in edicola e sul web il nuovo numero di eco, dedicato alla “riscossa dell’Europa”. L’Unione europea ha le carte in regola per diventare un punto di riferimento mondiale, autonomo dai blocchi contrapposti guidati da Stati Uniti e Cina. Per svolgerlo deve però rafforzarsi e intensificare il processo di integrazione. eco, il mensile di economia diretto da Tito Boeri, vuole riprendere nella carta stampata la missione che lavoce.info svolge nel web: promuovere analisi basate sui dati, usando un linguaggio comprensibile, ma senza mai banalizzare la complessità dei problemi. Lavoce.info contribuisce regolarmente a eco con la rubrica “Grafico del mese”. Nell’uscita di questo mese si analizza l’andamento del gradimento che i cittadini europei dimostrano verso l’appartenenza alla Ue: in momenti di crisi far parte dell’Europa appare come una sicurezza.

La cifra del 5 per cento del Pil per la sicurezza decisa al vertice Nato è stata scelta per compiacere Trump. Per l’Italia significa almeno 33 miliardi in più, da trovare aumentando le tasse o tagliando le spese. Sarà il prologo di una difesa comune europea?

Crisi dei debiti sovrani e pandemia hanno influito sui divari di reddito e di benessere tra territori, in Italia come in Europa. Le direttrici sono però diverse rispetto al passato. Per esempio, da noi le aree deboli non sono più solo quelle meridionali.

La transizione digitale richiede un nuovo patto sociale, in cui le persone possano esercitare responsabilità, creatività e autonomia. Con l’affermarsi del “lavoro personale” servono forme contrattuali capaci di dare tutele e ridurre le disuguaglianze.
La popolazione italiana invecchia e mancano i medici, soprattutto quelli di famiglia. È anche per questo che sono state cambiate le regole di accesso alla facoltà di medicina: cancellato il test di ingresso, la selezione arriva dopo un semestre di prova. Non è detto che il cambiamento aumenti il numero di medici, potrebbe però incidere sulla loro qualità, forse non in meglio. Quanto costa perdere il lavoro? Una ricerca indica che dopo la riforma Fornero la perdita di salario è aumentata, mentre è scesa la probabilità di ottenere un nuovo contratto stabile. Le nuove regole si proponevano di ridurre le disuguaglianze nel mercato del lavoro, ma stando ai dati hanno finito per accrescerle. Non è sempre vero che la sicurezza dei diritti di proprietà su un bene stimola gli investimenti su quel bene. A volte accade il contrario. Per esempio, uno studio mostra che in Brasile, dopo la riforma agraria ispirata dal movimento dei contadini senza terra gli investimenti sono cresciuti di più sui terreni incolti, per i quali il diritto di proprietà è diventato più incerto.
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