Durante la crisi degli ultimi anni sono cambiati i rapporti di forza nelle famiglie, dove, nell’8,5 per cento dei casi, la donna è la “breadwinner”, l’unica a portare a casa un reddito. Eppure, anche quando nella coppia la donna è la più istruita, sono rari i casi in cui il suo reddito da lavoro supera quello del partner. Uno sbocco professionale classico delle laureate rimane l’insegnamento, specie nella scuola primaria e secondaria. In tutti i paesi Ocse e ancor più in Italia. All’università, invece, le docenti sono meno della metà (il 40 per cento da noi). Segni di un mercato del lavoro ancora squilibrato per genere.
La crisi ha lasciato un profondo disagio anche tra le categorie sociali, sul ceto medio prima di tutto. All’interno del quale, a differenza del passato, i lavoratori autonomi (soprattutto artigiani e commercianti) sono ora ben più insoddisfatti degli impiegati.
Il contratto di fornitura di elettricità e gas è così opaco che il 68 per cento delle famiglie preferisce il regime di maggior tutela. Anche perché, se sceglie il mercato libero, finisce spesso per pagare di più. Quando (se) il decreto concorrenza farà passare tutti al mercato, servirà predisporre offerte a protezione dei più deboli.
Abbiamo visto come è stata mal gestita la flessibilità concessa dalla Ue sui nostri conti pubblici. Ora, per stimolare l’economia, è stata proposta un’espansione degli investimenti pubblici nei paesi con un rapporto deficit-Pil sotto il 3 per cento. Indispensabile, però, una accurata preparazione dei singoli progetti.
Brillante economista e – allo stesso tempo – impegnato nella cosa pubblica fino a prendersi la responsabilità di sindaco di una città come Piacenza, Giacomo Vaciago ci ha lasciato troppo presto – a 75 anni – quando aveva ancora molto da dirci con la sua sempre ironica competenza.
Tortuga risponde ai commenti all’articolo “Via i voucher, ma erano utili”
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