Il 28 luglio i venezuelani votano per eleggere il presidente. Gli undici anni di regime autoritario di Maduro hanno avuto gravi ripercussioni sull’economia del paese e sulla tutela dei diritti umani. Ma non è detto che sia arrivata l’ora del cambiamento.
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Joe Biden si è ritirato dalla corsa presidenziale. La decisione arriva dopo il disastroso esito del dibattito con Trump. Le prossime settimane saranno cruciali per ridefinire la campagna elettorale e il destino del partito. Insieme al futuro degli Usa.
I parlamenti eletti con sistema proporzionale favoriscono il moltiplicarsi di partiti. Invece, in Francia l’uninominale a doppio turno ha permesso di evitare una maggioranza Rassemblement National. Ma ora far nascere un governo non sarà semplice.
La transizione cinese verso un nuovo modello di crescita è segnata dall’incoerenza tra obiettivi economici e fiscali. Il governo non affronta il problema centrale della debolezza della domanda interna, cosicché la crescita dipende ancora dall’export.
Per combattere la povertà nell’Africa sub-sahariana è indispensabile la crescita del settore agricolo. Il potenziale è enorme, per territori agricoli ancora poco e male coltivati. I paesi dell’area lo sanno e propongono piani di sviluppo ambiziosi.
In una guerra sempre più di logoramento, l’economia ucraina mantiene per il momento una fragile stabilità grazie agli aiuti internazionali. Ma sconfiggere economicamente la Federazione Russa è difficile, dato il suo enorme patrimonio di risorse naturali.
Le misure protezionistiche verso la Cina producono una riconfigurazione degli scambi, che coinvolge il Vietnam. Il rischio è che non si riduca la dipendenza dell’Occidente da Pechino, né si fermi il rapido avanzamento tecnologico dell’economia cinese.
Mentre la sconfitta dei conservatori va oltre le previsioni, Kier Starmer diventa il nuovo primo ministro della Gran Bretagna, con una solida maggioranza alla camera dei Comuni. Le relazioni future con l’Unione europea rimangono però un’incognita.
Sono dazi compensativi quelli imposti dall’Unione europea ai veicoli elettrici prodotti in Cina. Ma la speranza che Pechino possa diventare un partner commerciale stabile e affidabile è un’illusione che mette a rischio la sicurezza industriale dell’Europa.
Le due coalizioni che potrebbero vincere le elezioni francesi hanno programmi economici populisti, in una situazione difficile dei conti pubblici. È il motivo che ha portato alla caduta delle borse europee dopo lo scioglimento anticipato del parlamento.