Anche se il conflitto in Medio Oriente non si espanderà, i mercati finanziari continueranno a risentire delle tensioni internazionali. Le economie dei paesi europei saranno le più colpite. L’allargamento dello spread segnala i rischi che l’Italia corre.
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È davvero lungo il viaggio delle donne verso la parità. Se oggi comprendiamo meglio il nesso tra lavoro, istruzione, famiglia e le ragioni alla base del gender gap tra uomini e donne nel mercato del lavoro è grazie al lavoro di ricerca di Claudia Goldin.
La politica migratoria italiana sembra procedere su due binari paralleli: da un lato i tentativi di fermare gli sbarchi, dall’altro, le richieste di manodopera delle imprese. Una visione unitaria sarebbe utile anche per abbandonare la logica emergenziale.
La mafia non conosce la produttività delle singole imprese e quindi non modula le richieste di pizzo, che finisce per pesare di più sulle aziende più piccole. Si tratta di un ostacolo allo sviluppo economico e agli investimenti in qualità e innovazione.
Le sfide della transizione ecologica chiamano sempre più in causa il ruolo delle imprese, le strategie di investimento e il necessario cambiamento della cultura competitiva. Alcuni dati aiutano a orientarsi negli scenari del prossimo futuro.
Qual è il futuro della televisione nell’era digitale? Avrà ancora un ruolo? E il servizio pubblico? A queste domande cerca di rispondere il libro “La televisione del futuro”. Quattro le prospettive di analisi: tecnologica, economica, sociale e di policy.
Un nuovo orientamento giurisprudenziale vede la magistratura assumersi il compito di determinare direttamente la giusta retribuzione. Evidenzia l’urgenza di istituire per legge uno standard minimo universale, che tenga conto delle differenze del costo della vita.
Secondo le stime, in Italia circa un lavoratore su tre è membro di un sindacato. In calo rispetto al passato, il dato è tra i più alti in Europa. Ma uno studio suggerisce che gli iscritti potrebbero essere meno, pur considerando le organizzazioni di base.
Dopo la pubblicazione della Nadef, si è acceso un aspro dibattito sulle risorse da destinare alla sanità. Ma nessuno parla della vera questione: come riformare il sistema sanitario nazionale. È su questo tema che si dovrebbero chiedere risposte al governo.
Non sarà il bonus di 80 euro una tantum a risolvere il problema del caro-benzina. Perché così non si affronta la questione della regolamentazione del mercato italiano della distribuzione di carburanti, che andrebbe aperto a una effettiva concorrenza.