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Il Punto

Il tema dell’immigrazione sembra scomparso dalle preoccupazioni degli italiani, ed è gestito fuori dai toni mediatici anche nell’agenda governativa. Eppure il governo Monti ha appena varato una sanatoria estiva e non intende riformare la Bossi-Fini, una legge anacronistica.
L’invecchiamento della popolazione italiana fa sì che gli anziani controllino una parte sempre più ampia della ricchezza (soprattutto immobiliare) che viene trasmessa sempre più tardi alle generazioni future. Ne consegue che i genitori controllano sempre meno le fonti per finanziare l’istruzione avanzata dei figli.
L’ultimo Earth summit dell’Onu si è concluso senza affrontare un tema cruciale: la contraccezione come metodo di pianificazione famigliare. Con severe implicazioni, per gravidanze indesiderate e diffusione del virus Hiv, soprattutto per i paesi del terzo mondo ma anche per le fasce più esposte, in primo luogo i giovani, dei paesi avanzati.
Come prevedere l’andamento del mercato immobiliare? Con Google, le cui sempre più ampie applicazioni consentono di migliorare la stima della domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni.
Il medagliere delle Olimpiadi di Londra ci lascia due indicazioni di massima: la nazione ospitante ottiene sempre risultati migliori delle previsioni e la percentuale di vittorie delle nazioni sviluppate continua a diminuire. Tra i Brics, l’India rimane la pecora nera nel medagliere olimpico.

Il Punto

Terzo trimestre di fila di forte calo del Pil e mercato del lavoro che continua a peggiorare. Come mostra il grafico, siamo tornati al punto più basso della Grande recessione. Un’ulteriore accelerazione del consolidamento fiscale imposta dalla Germania sarebbe esiziale. Per questo l’Italia deve evitare il commissariamento prefigurato dalla Bce. Invece ci vorrebbe maggiore coordinamento della politica fiscale a livello europeo con un’autorità in grado di dialogare con la Bce.
Rating di legalità per le imprese che vogliono lavorare per le amministrazioni pubbliche. Dando loro una corsia preferenziale che incentivi i comportamenti virtuosi. Ora lo ha istituito la legge. Rimangono però molti dubbi d’interpretazione delle norme.
Mentre Fondazione Mps è costretta al cambio di governance, le fondazioni bancarie rischiano di cessare di svolgere un ruolo di sostegno al terzo settore proprio nel momento in cui ci sarebbe maggior bisogno. In un nuovo Dossier abbiamo raccolto gli interventi sul tema pubblicati su lavoce.info e su altri giornali.
Cresce il business del calcio a livello internazionale, ma non in Italia. Le nostre grandi società dovrebbero puntare sulle attività produttive (stadio, sponsorship, merchandising, diritti tv) e invece mostrano un’attenzione smodata per le operazioni di mercato dei calciatori per ridurre un folle monte ingaggi. Puntano a minimizzare i costi e non ad aumentare i ricavi come sarebbe possibile.

Pil, al punto più basso

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Il Pil (destagionalizzato, senza effetti di calendario e al netto dell’inflazione) è sceso dello 0,7 per cento nel secondo trimestre 2012 rispetto al trimestre precedente. E’ la quarta diminuzione trimestrale consecutiva, e la terza dello stesso ordine di grandezza in termini percentuali. E’ un segno che la recessione, iniziata nel terzo trimestre 2011, continua purtroppo a mordere con identica intensità. Rispetto al secondo trimestre 2011 (l’ultimo trimestre di crescita positiva), il Pil del secondo trimestre 2012 è diminuito del 2,5 per cento.

Bagni Potemkin

In questo clima agostano diviso tra calura e fibrillazioni dello spread per un giorno il tema delle liberalizzazioni è ricomparso sulle pagine dei giornali. Nella forma un po’ bizzarra di due ore di serrata degli ombrelloni negli stabilimenti balneari italiani.

Il Punto

Approvato un decreto-manovra. Rimanendo in attesa di una spending review, vediamo perché è fondamentale tagliare la spesa pubblica in Italia, anche alla luce del dibattitto sulle politiche per uscire dalla crisi.
Mario Draghi non l’ha detto, ma l’ha fatto capire: la Bce che presiede dovrà diventare prestatore di ultima istanza. Lo hanno inteso chiaramente i mercati finanziari reagendo positivamente al suo impegno di difendere l’euro “facendo tutto il necessario”. Ora però dovrà dimostrare di stare facendo sul serio, a partire dal board di giovedi. Gli squilibri nelle bilance dei pagamenti nell’area dell’euro sono uno dei fattori alla base della crisi. Il riequilibrio richiederebbe nell’immediato svalutazioni fiscali nei paesi del contagio, vale a dire il recupero di competitività sui mercati internazionali attraverso la leva fiscale: aumentare l’Iva (pagata sulle importazioni) e possibilmente ridurre le tasse sul lavoro (dunque i prezzi delle esportazioni).
I dati sul mercato del lavoro sono già di per sè molto brutti. Nessun bisogno di aggravarli mal interpretando i numeri sulle assunzioni a tempo indeterminato.
Sta andando verso il collasso il trasporto pubblico locale in Italia. Perché quando si liberalizza un settore in strutturale perdita economica è indispensabile adottare anche provvedimenti di politica economicache rendano possibile la ristrutturazione e il miglioramento degli indici di produttività.

Il Punto

Le dichiarazioni del presidente della Bce Mario Draghi segnano una svolta nella comunicazione dellla BCE perchè annunciano che ci sarà il garante richiesto dai mercati. Un anno fa la Bce interveniva quasi senza dirlo, oggi riaffermando il suo ruolo nel contenere gli spread potrebbe anche non rendere necessari acquisti massicci di titoli dei paesi periferici.
A Londra e alla Gran Bretagna conviene ospitare le Olimpiadi? Nell’immediato si prevede una crescita del Pil al massimo dello 0,4 percento. A medio-lungo termine effetti positivi irrilevanti. Nessuno si augura un fallimento, ma la previsione di David Cameron -per il prossimo quadriennio un’iniezione di 25 miliardi di euro- appare quanto mai azzardata. Meno imprudente invece la previsione del Coni sulle medaglie azzurre. Vediamo perché.
Anche nella recessione del 1992-93 la spesa sanitaria fu decurtata, ma senza andare a scapito dei servizi offerti ai cittadini. Servirà però anche questa volta la collaborazione di tutti per evitare che i tagli imposti dalla spending review vadano a detrimento dei servizi ai cittadini.
Favorire una maggiore capitalizzazione delle imprese farebbe bene anche alle banche. Conti alla mano, riducendo l’indebitamento delle aziende e rendendole più stabili, gli istituti di credito risparmierebbero fino a 10 miliardi in termini di patrimonio di vigilanza.
Una lettura per l’estate: nel suo ultimo libro, il Nobel Paul Krugman spiega perché Stati Uniti ed Europa non sono riusciti a uscire dalla crisi. E, pur rimanendo euroscettico, prescrive la sua ricetta per l’Europa: la Bce deve garantire la stabilità finanziaria, com’è dovere di una banca centrale.

Mettere la parola fine alla crisi

Nel suo ultimo libro, Paul Krugman spiega perché né gli Stati Uniti né l’Europa sono riusciti a uscire dalla crisi, con costi umani e sociali troppo alti. È tempo di governare i problemi in un quadro istituzionale e politico internazionale cooperativo, per far sì che alle carenze di domanda privata sopperisca la spesa pubblica. Uno strumento che i Piigs europei, per esempio, non possono utilizzare unilateralmente. E dunque la ricetta per l’Europa dell’euroscettico premio Nobel muove da un elemento comune alle tesi di chi chiede più integrazione nell’Unione: la Bce deve garantire la stabilità finanziaria, com’è dovere di una banca centrale.

Draghi: la resa dei conti con la Bundesbank è iniziata?

Mario Draghi dichiara che la soluzione del problema degli spread tra i debiti sovrani della zona euro “rientra nel mandato della Bce, nella misura in cui il livello di questi premi di rischio impedisce la giusta trasmissione delle decisioni di politica monetaria”; e ancora: “all’interno del proprio mandato, la Bce è pronta a fare qualunque cosa per preservare l’euro”.

Il Punto

Lo scudo salva-stati di fatto non esiste più e la Spagna in recessione assomiglia pericolosamente alla Grecia. Deve intervenire la Bce mentre i paesi che beneficeranno del suo aiuto devono continuare il rientro del debito e impegnarsi a cessioni di sovranità. Devono permettere, d’ora in poi, il fallimento di un singolo stato europeo senza che crolli l’Eurozona. Vediamo come.
La Consob ha imposto il divieto di vendite allo scoperto, aggravando l’errore del 2008-2009 e del 2011 quando vennero imposti obblighi di comunicazione su questri contatti. Una perseveranza (aggravata) che lascia sbalorditi.
Superare la spesa storica delle amministrazioni pubbliche riducendola con tagli selettivi anziché lineari: questo è lo scopo della spending review. Nell’azione di Governo alcune misure rispettano questo approccio, altre no.
Con un utilizzo sconsiderato delle risorse, la Regione Sicilia è finita in una crisi di liquiditàche può diventare cronica. È scritto anche nel bilancio (criticato severamente dalla Corte dei Conti) che, nonostante l’opacità, mostra per il 2012 un peggioramento. I politici dell’isola continuano a fare un pessimo uso dell’autonomia. Bisognerebbe sequestrargli il libretto degli assegni per un po’ di tempo.
Ibrahimovic e Thiago Silva dal Milan al Paris Saint-Germain con entrate fiscali straordinarie per la Francia, pagate dal Qatar. Per ridurre le enormi perdite delle società di calcio, la Uefa ha imposto una sorta di fiscal compact. Ma sembra destinato ad essere applicato solo da chi vuole trovare scuse per disimpegnarsi dal calcio.

Vendite allo scoperto: perserverare diabolicum

Ieri la Consob ha reintrodotto il divieto delle vendite allo scoperto sui titoli del settore finanziario e assicurativo per la settimana in corso. Il divieto riguarda sia le vendite allo scoperto assistite dal prestito dei titoli (“covered”) che quelle “nude”,  come già  nell’agosto 2011 – divieto poi parzialmente rimosso nel febbraio 2012. In tal modo, purtroppo la Consob mostra di non apprendere dall’esperienza del passato. L’evidenza empirica sugli effetti dei divieti delle vendite allo scoperto imposti dalle autorità di molti paesi nel 2008 dopo il fallimento di Lehman Brothers mostra che essi danneggiano la liquidità del mercato e non offrono sostegno del mercato (tranne che tutt’al più nel brevissimo periodo), come già abbiamo evidenziato in un intervento pubblicato su questo sito nel 2010 e che riproponiamo. Questa evidenza è stata confermata da studi condotti  sugli effetti dei divieti delle vendite allo scoperto reintrodotti in Austria, Belgio, Grecia, Francia, Italia e Spagna nell’agosto 2011. Ciò non ha però scoraggiato la decisione di ieri da parte della Consob, salvo forse che sotto il profilo della (per ora breve) estensione temporale del divieto. Purtroppo sembra che il divieto delle vendite allo scoperto sia un riflesso condizionato delle autorità di regolamentazione, a prescindere dai suoi effetti. Tuttavia “errare humanum est, perseverare diabolicum”.

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