Il 5 novembre l’America vota per eleggere il nuovo presidente. Nonostante tutto, l’andamento dell’economia continua a essere uno dei fattori che determinano le scelte dei cittadini. Vale allora la pena analizzare i programmi economici dei due candidati.
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Un sistema elettorale peculiare fa sì che per conquistare la Casa Bianca un candidato debba vincere nei cosiddetti “stati in bilico”. Uno di quelli da conquistare in questa tornata è la Pennsylvania, dove le sirene trumpiane sono particolarmente forti.
Dopo un esito del voto molto contestato, il presidente del Venezuela è ancora una volta Nicolás Maduro. Nell’indifferenza della comunità internazionale, solo un miracolo potrebbe impedire al paese sudamericano di proseguire sulla via del declino irreversibile.
Il 28 luglio i venezuelani votano per eleggere il presidente. Gli undici anni di regime autoritario di Maduro hanno avuto gravi ripercussioni sull’economia del paese e sulla tutela dei diritti umani. Ma non è detto che sia arrivata l’ora del cambiamento.
Le due coalizioni che potrebbero vincere le elezioni francesi hanno programmi economici populisti, in una situazione difficile dei conti pubblici. È il motivo che ha portato alla caduta delle borse europee dopo lo scioglimento anticipato del parlamento.
Sondaggi e umori dei cittadini prospettano una sconfitta storica dei conservatori nelle elezioni britanniche del 4 luglio. Pesa la situazione economica, ma soprattutto la mancanza di idee sul futuro. Le posizioni dei laburisti e del redivivo Farage.
Ogni cinque anni, dal 1979, i cittadini europei hanno l’opportunità di influenzare il futuro dell’Unione europea con il loro voto. Le elezioni del 2024 si svolgono in un contesto di significativi cambiamenti globali e interni all’Unione, con temi come il cambiamento climatico, la migrazione e la regolamentazione dell’economia digitale che dominano il dibattito pubblico. In un momento di grandi sfide e opportunità, la partecipazione alle elezioni europee è più importante che mai.
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Tra il 6 e il 9 giugno, i cittadini dei 27 paesi membri dell’Unione europea voteranno per eleggere i 720 rappresentanti del Parlamento europeo. Con il loro voto, gli elettori avranno la possibilità di definire l’orientamento politico dell’Ue dei prossimi cinque anni. Queste elezioni rappresentano un’occasione per riflettere sulla percezione che i cittadini hanno dell’Unione e su quali potrebbero essere i futuri scenari politici internazionali.
In questa serie, proponiamo 10 grafici che analizzano nel dettaglio i dati relativi alle elezioni europee che si svolgeranno a breve: dalla composizione dell’europarlamento, all’affluenza alle urne registrata in passato, fino alle statistiche sulla rappresentanza e sull’influenza esercitata dai vari paesi membri a livello europeo. L’obiettivo è fornire sia un quadro complessivo della legislatura uscente e del ruolo che i parlamentari, anche italiani, hanno avuto in Europa sia illustrare le caratteristiche degli elettori che come noi andranno a votare in questi giorni.
Sulla partecipazione al voto europeo pesano due fattori: la situazione geopolitica e i giovani. Nei paesi dove la fiducia nell’Europa scende, sono ragazze e ragazzi a mantenere interesse per il progetto. L’Italia rischia la palma dell’euroscetticismo.
In Corea del Sud l’opposizione ha vinto le elezioni con un programma elettorale basato su una maggiore apertura dei mercati e dei confini del paese. Il paese è sì molto legato alle tradizioni, ma ha anche un’alta scolarità ed è attento all’ambiente.